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venerdì, 19 Aprile 2024

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Alla CEG riparte il Progetto MERITO

Dopo la positiva esperienza dell’anno scorso, inizia stamani la nuova edizione del Progetto MERITO, promosso dalla CEG elettronica e dall’Istituto Tecnico “Enrico Fermi” di Bibbiena. Al progetto aderiranno gli studenti più meritevoli delle classi 3° e 4° e, novità di quest’anno, anche della classe 4° di segretaria di azienda. CEG organizzerà anche un corso d’inglese di 30 ore che avrà l’obiettivo di far superare agli studenti una conoscenza linguistica scolastica così da prepararsi meglio agli standard richiesti dal mondo professionale. Lo stage in CEG si concluderà il 30 giugno prossimo, anche se chi vorrà restare potrà farlo dietro apposita richiesta. I giovani sono stati selezionati con imparzialità in base alla media della valutazione nel primo quadrimestre dell’anno scolastico e ogni studente avrà la possibilità di entrare in contatto con il mondo del lavoro attraverso un’esperienza lavorativa in CEG: un’opportunità anche per l’azienda di conoscere nuovi talenti emergenti con l’obiettivo di inserirli, in un prossimo futuro, nel proprio organico aziendale.

Referenti del progetto sono Giuseppe Brunelli, responsabile qualità e soprattutto Chiara Canaccini, capo del settore marketing del gruppo CEG. “Anche quest’anno il Progetto MERITO sviluppato in CEG vuole rinsaldare il profondo legame che ci lega al nostro territorio e ribadire la nostra volontà di stimolare i ragazzi all’impegno scolastico e a quello lavorativo, facendo conoscere direttamente come si opera all’interno di una grande azienda.” Così ha voluto commentare Chiara Canaccini.

I giovani partecipanti al Progetto MERITO in CEG sono quest’anno: Jakob Valentin Menz, Thomas Cherchi, Pietro Ghirelli, Mirco Moneti, Mihai Catalin Veliga, Lorenzo Venturi, Rachel Giorgini, Sandeep Kaur, Lucrezia Mencucci, Riccardo Cassigoli, Ivano Piccolo, Rohit Kumar, Simone Ferrini.

Il Progetto MERITO che, oltre a CEG, coinvolge altre tredici importanti aziende casentinesi, rappresenta uno degli strumenti scelti per accorciare le distanze tra scuola e lavoro e, soprattutto, per cercare di far diminuire con azioni concrete la disoccupazione giovanile.

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