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martedì, 23 Aprile 2024

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Casentino: tra carne rossa e fattore X

Nell’esplosione del caso “carne rossa” e nel divampare delle polemiche tra salutisti e amanti della ciccia, il pensiero seriamente rivolto a noi popolo di Casentino è evidente, tanto da essere già stati “segnalati” in passato da uno studio condotto dal Dr. Rinnovati per conto della Usl 8, in quella che è l’incidenza nettamente superiore alla media dei tumori gastrici in Casentino rispetto al resto della Toscana. Si parla di ben 120 nuovi casi su 100.000 abitanti, contro un’incidenza media relativa alla Regione Toscana di 18-20. Ciò considerando che lontano da noi le neoplasie gastriche sono in netta regressione.
Tanto per essere chiari, abbiamo un tasso di mortalità paragonabile al lontano Giappone. Non un bel ticket per una valle slow come la nostra, che fa del viver sano il suo cavallo di battaglia.
La domanda che affligge un profano come me amante proprio del peccato di gola sotto la lente dell’O.M.S. è, ma sarà tutta colpa della carne rossa?
Considerando la fortuna di avere uno studio illustre come quello sopra accennato a portata di mano, ad una sua attenta lettura, salta subito all’occhio come fattori genetici combinati ad una cattiva alimentazione, fanno di noi degli osservati speciali.
Proseguo aggiungendo al ragionamento un fattore, che chiamerò fattore X, che qui da noi si è voluto sotterrare come certi rifiuti e la mente corre a certe discariche di Fortipiano e le Pescine che dal momento della chiusura degli impianti di compattamento e di incenerimento, sono anche loro, come noi comuni mortali, osservati speciali.
Non ce ne voglia il Sindaco dei sindaci se lo tiriamo per la giacca, ma questa È MATERIA DI SUA COMPETENZA, cioè dell’ Unione dei Comuni Montani del Casentino, che potrebbe con uno scatto di reni dimostrarci tutta la sua utilità, aprendo una breccia in quel recente passato forse già troppo in fretta dimenticato.
È infatti l’Unione dei Comuni Montani del Casentino (all’epoca Comunità Montana / delibera GE C.M. n. 137 del 15.12.2009, come da atti autorizzativi della Provincia di Arezzo n. 403 del 11.09.2000 per la Discarica Fortipiano e Comune di Bibbiena con la determinazione n. 414 del 28.04.2006 per la discarica Pescine) che provvede allo svolgimento delle attività di post gestione operativa degli impianti di smaltimento rifiuti comprensoriali dismessi: ex discarica comprensoriale di Fortipiano ed ex discarica di ceneri in loc. Pescine, entrambi ubicati nel comune di Bibbiena (AR), in ottemperanza all’attuazione dei Piani di sorveglianza e controllo…”. E così:
– “… i piani di sorveglianza e controllo prevedono il monitoraggio annuale dell’assetto strutturale e morfologico dei due impianti da effettuare con rilevazioni topografiche di dettaglio”.
– “Nei piani approvati e negli atti autorizzativi sono previsti controlli e monitoraggi da effettuare come prelievi di campioni di percolato prodotto dall’Ex discarica di Fortipiano e delle acque superficiali del fosso del Poeta a monte e a valle dell’ex discarica di ceneri delle Pescine per la determinazione delle caratteristiche chimiche”.
Ora, correva l’anno 2015 ed era il 18 luglio, e la rivista CASENTINO2000, in un suo articolo a firma Mauro Meschini dal titolo “eredità pericolosa?” (https://www.casentino2000.it/?p=8572), lanciava un grido di allarme circostanziato in quanto messasi alla ricerca dei monitoraggi effettuati (quelli prescritti per legge), di quelle analisi non furono rinvenute tracce. Anzi, si riferisce “che da fonti vicine ai lavoratori e ai sindacati, neppure coloro che sono chiamati a intervenire sulle aree prima ricordate, che si presentano oggi come innocue colline coperte d’erba, ma che in realtà nascondono tonnellate di rifiuti”, sono riusciti nell’impresa di venirne in possesso.
Ovviamente sappiamo che l’Unione dei Comuni viveva un’estate indaffarata in altre note faccende (come minoranza all’Unione la Lista civica Poppi Libera aveva anche presentato mesi prima un’interrogazione) e da quell’articolo nulla si mosse. Il dibattito poi scatenatosi a carte bollate attorno alla presidenza dell’Unione, ha posto in secondo piano la questione, che viceversa avrebbe dovuto meritare a mio avviso altre attenzioni, essendo in ballo la nostra salute. Per inciso in confronto alla fuffa sul dibattito dei modelli CUD di questo o quel dipendente, questo sì che avrebbe dovuto essere il tema al centro del dibattito politico, ma tant’è, non ci tiriamo indietro e lo assumiamo come impegno.
Ebbene, nessuno si vuole augurare che quei monitoraggi non siano mai stati effettuati (ed in cuor mio per la fiducia che nutro nelle istituzioni, nemmeno lo penso) ma è giunto oggi il momento di fare completa chiarezza su questo fattore X. Trasparenza, condivisione, verità.
Dati alla mano. Lo dobbiamo ai lavoratori, ai cittadini, all’immagine del nostro Casentino e forse anche a chi continuerà come me a vivere nella consapevolezza che di carne rossa (meglio se Chianina), forse, non si muore.

Enrico Lettig
(Capogruppo Lista Civica Poppi Libera)

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