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venerdì, 19 Aprile 2024

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Cos’è la destra, cos’è la sinistra. La democrazia e il “gingillo” di Renzi

Approvato il jobs act. “E’ una cosa di sinistra” sbraita Renzi a reti unificate. In contemporanea Alfano e Sacconi si affannano: abbiamo abolito lo Statuto dei lavoratori. Ed è merito nostro che siamo al governo. E’ un vittoria del Nuovo CentroDestra.

Landini, Sindacalista FIOM-CGIL denuncia: siamo governati da uno che non ha mai avuto un mandato elettorale e popolare!

Replica Renzi: Landini non conosce la costituzione. Siamo una Repubblica parlamentare, è il parlamento che decide e dà la fiducia al governo.

Ma la Presidente della Camera, Laura Boldrini, accompagnata dallo stesso capogruppo PD Speranza e da altri rappresentanti di vari gruppi, insomma in modo trasversale, lamenta: Renzi non rispetta il parlamento, non tiene conto degli indirizzi e dei pareri espressi a grande maggioranza dalle commissioni parlamentari.

Renzi: Noi ascoltiamo tutti (come è buono e disponibile!) , ma poi… decidiamo come ci pare. NOI dobbiamo governare! (Domanda ingenua: noi chi? E a nome di chi?)

E se questo non bastasse interviene la solita pasdaran del renzismo 2.0, la incredibile, ineffabile Serracchiani, che nel suo delirio di onnipotenza renziana ormai non ammette dubbi e men che meno critiche od osservazioni nei confronti delle scelte del Leader maximo, del grande conducator o della grande guida celeste (chiamatelo come vi pare). La Boldrini, dice la Serracchiani, come Presidente della Camera è un organo di garanzia, quindi…taccia!.

Modesta domanda alla Serracchiani: il/la Presidente della Camera dei deputati, che quindi rappresenta quella Assemblea, ha o no il dovere di difendere l’organismo che presiede e le sue prerogative, o deve servite solo a mettere il canguro quando serve al grande capo per far passare le sue illuminate riforme?

Se siamo una repubblica parlamentate, chi governa dovrà o no rispondere al parlamento ed alle sue scelte?

Come se tutto questo non bastasse, Renzi minaccia: faremo la riforma della RAI anche per decreto, se quegli imbelli di parlamentari, quel parco buoi, faranno ostruzionismo (che nel gergo renziano significa: se non ubbidiranno passivamente ai miei ordini e non applicheranno le mie verità infallibili)

Insomma abbiamo capito: per Renzi il parlamento (con la p minuscola, perché le maiuscole sono riservate solo a LUI) è solo il suo “gingillo”, tanto per usare l’espressione napoleonica. Solo che Napoleone definì il popolo il suo “gingillo” solo per una errore linguistico. Per Renzi invece è una convinzione!

Giorgio Renzi

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