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venerdì, 29 Marzo 2024

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E intanto Rignano si sveglia così…

Sono migliaia i cittadini che nella notte tra il 21 e il 22 novembre 2015, quando per i quattro istituti di credito fu decisa la risoluzione, hanno visto andare in fumo i propri risparmi per effetto immediato di un decreto firmato dall’ex premier Renzi. In tutta Italia sono state aperte inchieste per truffa contro funzionari e dirigenti di Etruria che avevano nascosto ai clienti i rischi di quegli investimenti. I magistrati di Arezzo hanno scoperto che dalla direzione generale era partita una email per le filiali con la quale si chiedeva di far sottoscrivere le obbligazioni non soltanto ai clienti istituzionali, come raccomandato dagli organi di Vigilanza, ma a pubblico indistinto, la «clientela retail» meglio ancora se non aveva le adeguate competenza per comprendere la rischiosità di ciò che gli veniva venduto, e così si cercava di risanare una banca, depredata da amministratori corrotti e senza scrupoli, che per allontanare il commissariamento cercavano di ripianare il bilancio utilizzando i risparmi di una vita dei clienti della banca.

Qui siamo di fronte alla più grande rapina legalizzata della storia del risparmio italiano, con la compiacenza dell’ex Governo (e di quello attuale, che è praticamente lo stesso) che non contento firma un decreto per depredare definitivamente questi risparmiatori e cercare di mettere in salvezza banche e banchieri.
6.500 domande di cittadini rimborsati all’80 per cento ( su importi di piccolo taglio, come ci fanno sapere dal Fondo erogatore del rimborso ) a fronte di 130mila risparmiatori truffati non possono certo bastare a dare una benché minima apparenza di giustizia, alla vigilia poi di un arbitrato uscito con più di un anno di ritardo e che mostra già diverse criticità a sfavore degli ammessi. E’ evidente che il governo stia attuando una battaglia all’ultimo spicciolo per lasciare quanti più risparmiatori appartenenti alle 4 banche poste in risoluzione esclusi da ogni forma di ristoro.
L’Associazione Vittime del Salva Banche ha una buona memoria e conta al suo interno risparmiatori decisi a non arrendersi.

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