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venerdì, 29 Marzo 2024

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Parlando di Arte

Parlare di arte a tutti e con tutti, infondere amore e conoscenza per le opere d’arte che caratterizzano il nostro territorio attraverso un colloquio, un coinvolgimento che partendo dal basso, da un linguaggio appassionante, arriva a condividere storie, simboli e bellezza. Tutto questo è “Conversazioni d’arte”, un progetto ideato dallo storico dell’arte aretino Michel Scipioni, con il patrocinio e il contributo del Comune di Bibbiena. L’obbiettivo è quello di presentare l’arte e i suoi luoghi, svelandone aspetti e dettagli spesso sfuggevoli ma decisamente curiosi e interessanti, con parole semplici e in situazioni colloquiali – si parla appunto di “conversazioni” – , per far sì che il momento di ciascun evento sia piacevole ed adatto a tutte le età.

Ad inaugurare il ciclo di incontri “Conversazioni d’arte”, venerdì 25 agosto alle ore 21:30 avrà luogo la serata dedicata alla chiesa dei SS. Ippolito e Donato di Bibbiena, col titolo “Una notte in Propositura: alla capolavori di Bicci di Lorenzo, Arcangelo di Cola di Camerino e Jacopo Ligozzi“. Il programma prevede un affascinante incontro serale, a luce soffusa e con l’ausilio delle torce per poter illuminare la struttura e in particolare tre delle bellissime opere che si trovano all’ interno del luogo di culto. Illustrerà la visita la storica dell’arte perugina Gioia Orsini Federici, studiosa dell’ambito aretino di Quattro e Cinquecento. È previsto, poi, un momento conviviale con tè freddo e biscotti per poter terminare al meglio la serata. La partecipazione ad ogni incontro è libera e gratuita.

La Propositura di Bibbiena – per la quale Bibbiena è stata inserita nell’associazione Abbazie storiche della Toscana –  dedicata ai Santi Ippolito e Donato, sorge su un’antica preesistenza medievale, ovvero il castello della Famiglia Tarlati, distrutto dopo la battaglia di Campaldino (1289). L’attuale edificio conserva nei portali e nelle finestre elementi del precedente impianto gotico. La chiesa, in origine affrescata e restaurata da poco, presenta al suo interno opere notevoli, tra le quali la grande Croce dipinta, attribuita al Maestro di San Polo in Rosso (XIV sec.), una scultura lignea policroma raffigurante la Madonna in trono con Bambino (XIV sec.). I veri capolavori della chiesa – oggetto di questo primo incontro – sono tre: la quattrocentesca Madonna con Bambino in trono e angeli di Arcangelo di Cola da Camerino, la Madonna in trono con i Santi Ippolito, Giovanni Battista, Iacopo e Cristoforo di Bicci di Lorenzo (1435) e la Madonna con Bambino e i Santi Michele e Antonio Abate di Iacopo Ligozzi (1600). La Madonna in trono eseguita dal pittore marchigiano Arcangelo di Cola, pittore marchigiano che dopo una breve formazione in terra natia, aveva ben presto deciso di spostarsi verso la Valtiberina (nel 1416 è infatti documentato a Città di Castello) e aveva effettuato frequenti viaggi tra Roma e Firenze, dai quali erano state prodotte opere pregevoli. Il dipinto bibbienese va collocato nella tarda attività di Arcangelo, pochi anni prima del suo ritiro a Camerino e della morte, avvenuta poco dopo il 1430, e presenta suggestioni da Masaccio e Beato Angelico. L’altro capolavoro, più o meno coevo al precedente, è la Madonna in Trono e Santi di Bicci di Lorenzo; la famiglia fiorentina dei Bicci dirigeva un’importante bottega artistica dalla quale escono dipinti destinati ad una committenza del calibro dei Medici: è sua infatti la decorazione ad affresco (oggi distrutta) con il ciclo di Uomini Illustri a Palazzo Medici Riccardi e altre pale collocate in importanti chiese di Firenze (Santa Trinita, Santa Lucia dei Magnoli, San Salvi). In terra casentinese troviamo quattro sue opere: una è custodita a Stia, una a Santa Maria del Sasso, una a Cetica e una in Propositura. I dipinti di Lorenzo dimostrano una chiara aderenza allo stile del Gotico Internazionale, sull’esempio di Lorenzo Monaco e Gentile da Fabriano; in particolare, il polittico di Bibbiena è notevole non solo dal punto di vista della maestria pittorica, ma anche per la complessa architettura che incornicia le figure, sormontata da pinnacoli originali. Ultimo capolavoro che adorna la Propositura è la tela seicentesca di Iacopo Ligozzi, raffigurante una Madonna con Bambino contornata dagli angeli e da due Santi, con uno sfondo che mostra forse proprio la cittadina dei Tarlati. Il Ligozzi è uno dei maggiori rappresentanti del Seicento fiorentino, nasce a Verona ma diviene ben presto famoso e viene chiamato dal granduca Francesco I de Medici, per il quale decora anche parte della Tribuna degli Uffizi. Intraprende poi la via di artista indipendente ed esegue moltissimi dipinti sparsi per la Toscana ed anche fuori regione, è infatti nota la sua collaborazione nelle imprese artistiche sotto l’egida della famiglia Gonzaga.

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