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venerdì, 29 Marzo 2024

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«Scrivo queste righe per chiedere scusa a Marino»

Sono stato io, anni fa (molti) ad andare da Marino per dirgli di acquistare la SACCI del Corsalone; mi ricorderò sempre quel giorno: dissi a Marino “Vendono la SACCI” e lui per non smentire quale grande imprenditore sia, mi disse “cosa vendono e quanto vogliono”. La mia stima per Marino è tanta: una persona che ha creato un impero a partire da una botteguccia facendo consegne a domicilio in bicicletta non può che essere una persona eccezionale. Mi piaceva l’idea che a recuperare quell’area abbandonata e fatiscente fosse una persona sola e non una cordata di imprenditori dove ogni socio vuole tirare l’acqua al suo mulino; e poi si trattava di una persona della vallata. Marino gestisce una catena di supermercati e molto probabilmente lì ne avrebbe realizzato un altro: valutazioni sue, l’importante era demolire la fatiscente struttura; del resto a Bibbiena ultimamente i supermercati sono spuntati come funghi, sono venuti perfino dalla Cina a metterne uno!

Il problema di fondo è che la SACCI è ubicata a cavallo di due comuni: Bibbiena e Chiusi della Verna; sembra strano (ma non lo è) non c’è unità di intenti: quello che va bene agli amministratori di un comune non può andare bene agli amministratori dell’altro e questo solo perché sono stati gli altri a proporlo e così tutto rimane com’è.

Dice il Prof. Brezzi che il Casentino incomincia o finisce a Bibbiena perché lo dice Dante nella Divina Commedia: “…..a piè del Casentino traversa un’acqua c’ha l’Archiano….”, per cui il Corsalone è da considerare la porta del Casentino e così chi viene a trovarci quando arriva al Corsalone si trova di fronte non la collina di Bibbiena ma il rudere fatiscente della SACCI; e questo per quanto ancora?

Del resto cosa ci si può aspettare da amministratori che non sono stati capaci di realizzare una viabilità ciclopedonale che vada da Campaldino, dove si svolse la storica battaglia, alla foce dell’Archiano, percorso fatto da Bonconte, ”forato nella gola” come dice Dante, per andare a morire alla confluenza dell’Archiano con l’Arno. Cosa ci si può aspettare da amministratori che per alimentare il serbatoio che si trova al Farnetino e che fornisce l’acquedotto di Soci, invece di captare e canalizzare l’acqua presente a monte, la pompano dai pozzi situati i prossimità del ponte sull’Archiano a Bibbiena-Stazione; i romagnoli di Ravenna sono venuti fino a Ridracoli per avere l’acqua per “caduta”: sarei molto curioso di sapere quanto ci è costato e quanto ci costa questo mandare l’acqua in salita per negare la forza di gravità; a questo proposito voglio ancora una volta ricordare Dante e la Divina Commedia: ”Li ruscelletti che d’i verdi colli del Casentin discendon giuso in Arno facendo i lor canali freddi e molli,…”

Marino Le chiedo umilmente scusa per averle prospettato un affare che le ha fatto perdere tempo, denaro e forse a mangiarsi un po’ il fegato.

Rimane per Lei la mia profonda stima e amicizia.

Mario Miani

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