Riceviamo e pubblichiamo. Tra poco più di un mese ci sarà un referendum consultivo per la fusione dei comuni di Bibbiena e Ortignano Raggiolo. Ma chi ne è a conoscenza? Al di là degli addetti ai lavori e dei patiti della politica (tra i quali ci collochiamo) tra i comuni cittadini nessuno ne parla e pochissimi ne sono a conoscenza. Ed ho l’impressione che ci sia chi punta a questa indifferenza e sulla scarsa partecipazione, visto che i referendum consultivi non hanno quorum, per far passare la propria linea (ed i propri interessi).
Si è costituito il Comitato per il sì, e si sta formalizzando il comitato per il no (tra difficoltà burocratiche che sembrano, purtroppo, anche volutamente alimentate!) Speriamo che si apra un confronto serio e sui temi specifici, concreti, non sulle pregiudiziali ideologiche e/o politiche. Personalmente non sono pregiudizialmente contrario alle fusioni e tanto meno sono appassionato all’argomento della difesa della identità (su questo dovremmo fare un discussione seria). Sono sempre più convinto che il Casentino per uscire dalla sua crisi ha bisogno di una maggiore unità istituzionale, una maggiore integrazione tra i diversi comuni.
Ma la fusione tra Bibbiena e Ortignano può essere un passo in questa direzione? A mio parere no, e provo a spiegarne le ragioni.
Non è una fusione, ma una annessione di qualche frazione in più da parte de Comune di Bibbiena. Non rafforza il ruolo di Bibbiena in Casentino, né del Casentino rispetto alla provincia, alla regione ecc. Anziché favorire un processo di aggregazione tra i comuni del Casentino rischia di essere un impedimento. Tra l’altro i sostenitori del sì dovrebbero spiegare se, una volta avvenuta la fusione, intendono far parte della unione dei comuni, diventandone i protagonisti, rientrando in tutte le gestioni associate dei servizi, o vogliono rafforzare la propria “indipendenza”. Considerato che tra i primi sostenitori della fusione c’è il Sindaco Bernardini, noto per essere di fatto uscito per gran parte dei servizi dalla gestione associata, l’impressione è che la fusione voglia rafforzare la politica isolazionista di Bernardini che ha già fatto danno a Bibbiena e al Casentino.
Uno degli argomenti forti dei sostenitori del sì è l’arrivo di finanziamenti ad hoc per i comuni che si fondono. Argomento forte. Ma questi fondi sono un po’ ballerini, sono a tempo e non è detto che vengano confermati. In più c’è un altro problema che andrebbe considerato: la perdita dei finanziamenti per i piccoli comuni montani. E’ noto che ci sono specifici finanziamenti per piccoli comuni montani, (vedi anche progetto aree interne), soprattutto se gestiscono i servizi in modo associato.
Una volta che Ortignano sarà un unico comune con Bibbiena non potrà più accedere a questi finanziamenti (e così già viene meno il vantaggio dei finanziamenti per la fusione). Se invece Ortignano mantiene il suo comune e fa parte della unione dei comuni e gestisce i servizi in maniera associata potrà continuare ad usufruire sia dei finanziamenti per le gestioni associate, sia quelli per i piccoli comuni montani.
In conclusione: la fusione non da maggior forza a Bibbiena (anzi, può creargli de problemi), non rafforza il Casentino, non facilita una maggiore integrazione tra i comuni della vallata (anzi la ostacola), porta più finanziamenti immediati a tempo ( non ben definiti e non certissimi) ma alla fine fa perdere altri finanziamenti ai piccoli comuni.
Potremmo parlare anche di questo in previsione del fantomatico referendum? Per ora l’unica cosa certa è che la fusione permetterà a Bernardini di ricandidarsi. Ne ha tutto il diritto e non mi scandalizza. Ma non mi sembra un obbiettivo politico per la nostra comunità e per il quale valga la pena perdere tempo e soldi per fare un referendum!
Giorgio Renzi