di Anselmo Fantoni – Avevamo già detto che qualcosa si stava muovendo, e domenica 9 settembre un altro seme è stato posto nel giardino de La Mausolea a Soci. Di fronte a un folto pubblico, i due attori di questo evento hanno presentato il libro “Cibo è salute”.
Il Dott. Franco Berrino ha riassunto la propria Via per una vita longeva in salute: costante attività fisica, meditazione e, soprattutto, una dieta equilibrata, basata su una giusta quantità, massima varietà possibile di alimenti poco raffinati, ma fondamentalmente sorretta da cibi sani non contenenti sostanze chimiche nocive, prediligendo sostanze vegetali con proteine animali assunte con parsimonia. Le regole sono molto semplici, cercare di consumare prodotti provenienti da agricoltura biologica o meglio biodinamica, non favorire il consumo di carni provenienti da allevamenti intensivi, rispettare la stagionalità dei prodotti. In pratica tornare ad un’economia di prossimità molto vicina a quella dei nostri nonni. Il Dottore, con la sua consueta semplicità ha fatto il paragone tra il nostro intestino e la terra non violentata da diserbanti e insetticidi, tutti e due i luoghi per funzionare al meglio hanno bisogno della maggior quantità di micro organismi, affinché le sostanze nutritive possano sostenere sia l’uomo che l’ecosistema.
L’industrializzazione dei prodotti agricoli ha dimostrato che con il pesante uso di pesticidi la terra si impoverisce, le falde acquifere si contaminano e la nostra salute diminuisce. Per evitare di ammalarsi e vivere a lungo in salute, saremo obbligati a prenderci cura della terra più di quanto non facciamo oggi, passa per una natura in equilibrio e sana il nostro star bene e quello dei nostri figli.
Pensavamo che per ogni problema ci fosse la sua medicina adatta, ci sono le erbe infestanti? Diserbiamo. Ci sono insetti nocivi? Spargiamo insetticidi. Ho la pressione alta? Basta prendere la pasticca giusta. Fino ad arrivare a prendere pasticche per curare gli effetti collaterali del farmaco principale. Tutti i medici sono concordi che prevenire è meglio che curare, e la prima cura è ciò che introduciamo nel nostro organismo respirando, ma soprattutto mangiando, tutte le volte che ingeriamo conservanti o prodotti contaminati, anche se entro i limiti di legge, uccidiamo i nostri difensori intestinali: batteri e virus che scambiano la loro esistenza permettendoci di vivere in salute.
Torniamo quindi a consumare ciò che la natura ci offre cercando di tenere l’ecosistema di cui facciamo parte in equilibrio, alcune erbe infestanti sono ottime da mangiare e potrebbero essere consumate invece che uccise con veleni, oppure altre sono buone per allevare animali da cortile, ricordo le incredibili quantità di ortica lessa divorate dalle oche dei contadini.
Dopo il bellissimo intervento del Dott. Berrino, Vandana Shiva prende la parola, presentando i risultati dei suoi esperimenti in agricoltura accennando anche al dualismo tra fisica meccanica e quantistica, uno dei messaggi importanti è che la biodiversità è un valore assoluto di importanza vitale. All’inizio si è cercato di selezionare semi superproduttivi, ma poi questi semi hanno avuto bisogno di super concimi e super diserbanti per poter esprimersi al meglio, così si sono selezionate erbe infestanti super resistenti ai diserbanti e gli ammendanti azotati contribuiscono pesantemente all’aumento dei gas serra.
Oggi infatti le multinazionali dell’industria agroalimentare, spingono verso gli OGM proprio perché la loro lotta chimica si è dimostrata fallimentare. Negli esperimenti che stiamo conducendo da anni in vaste zone, continua Vandana, abbiamo notato che le antiche varietà di cereali, che abbiamo difeso con tenacia, riescono a dare sostentamento alle comunità mantenendo fertile il terreno, abbiamo studiato e scoperto che una muffa ipogea che si estende nel terreno con ramificazioni di chilometri, riesce a trasportare le sostanze nutritive necessarie alle piante anche se molto distanti da esse, facendo pensare quasi che i vari organismi siano in stretta sinergia tra loro, alla ricerca di un equilibrio che permetta a tutte le specie di prosperare e non in perenne competizione violenta come l’uomo fa per accaparrarsi egoisticamente quante più risorse possibili anche a danno dei suoi simili. Ha anche fatto un parallelo tra la dieta ayurvedica e quella mediterranea, sottolineando che proprio la grande varietà di sostanze usate le rende due modi di interpretare gli stessi principi.
Tra le domande del pubblico due sono state interessanti e hanno fatto puntualizzare che il sistema non facilita tutti i prodotti artigianali, un ristorante non può raccogliere erbe spontanee in natura e servirle ai propri clienti perché non tracciabili, ma può servire insalate con residui di pesticidi nella norma se acquistate dalla filiera ufficiale.
Poi è stata Maresa da Vicenza, attivista critica sull’obbligo vaccinale, a chiedere: se il concetto di biodiversità è un concetto assoluto di qualità, necessario a difendere la nostra salute, non dovrebbe esserlo anche per il controllo delle patologie virali? Un organismo in salute ben alimentato con cibo vero non teme alcuna patologia, per gli incidenti di percorso anche la medicina tradizionale e la chirurgia hanno la loro funzione è stata la risposta.
L’assemblea si scioglie ed abbiamo l’occasione di scambiare alcune battute con Vandana, sui vaccini è chiara, troppe vaccinazioni, come i pesticidi, rischiano di agevolare la formazione di super virus difficili poi da contrastare, ci dice anche che se tutti i miliardi investiti per la produzione e la distribuzione di molti vaccini, fossero utilizzati per rigenerare i terreni avvelenati o a pulire il mare dalle isole di plastica galleggiante faremmo un’azione più importante per la salute dell’umanità.
Infine gli abbiamo chiesto, qual’era la difficoltà maggiore che incontrava nel veicolare il suo messaggio ecologista, Vandana risponde: «La chiusura mentale». Allora abbiamo chiesto: come contrastare la chiusura mentale? La sua risposta è un insegnamento di vita: «Non credo ai Profeti, a coloro che dalla cattedra ti dicono cosa devi o non devi fare, quale medicina prendere, io lavoro con chi mi permette di stare al suo fianco, faticare con lui, sudare con lui, sbagliare con lui, gioire con lui. Se sbagliamo lo facciamo insieme, e quando riusciamo in qualcosa possiamo dividere la gioia».
Che cosa chiedere di più? Un pomeriggio appagante terminato con la cena curata dai cuochi de La Grande Via, all’insegna del buon cibo per una vita in salute e in allegria con tante persone venute da tutta Italia che alla fine si sono abbracciate come vecchi amici regalandosi un momento conviviale oramai non più unico. Abbiamo anche chiesto al Dott. Berrino come stavano andando le cose, lui ha risposto che sono soddisfatti per la partecipazione agli eventi sempre tutti esauriti, le attività di quest’anno si concluderanno, dopo una breve sperimentazione invernale, tra Natale e Capodanno e ripartiranno in primavera fiduciosi che anche i Casentinesi saranno presenti più di quanto non lo abbiano fatto fin’ora.
Noi saremo qui a raccontare come andrà questo viaggio, La Grande Via è tracciata, seguirla nella cornice unica de La Mausolea non sarà certo un sacrificio. A Enrica, e tutti i suoi più stretti collaboratori, un plauso per l’organizzazione impeccabile ci sembra quanto mai doveroso, qualche bocciolo di rosa sembra proprio pronto a sbocciare.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 299 | Ottobre 2018)