di Monica Prati – Chi è cresciuto guardando i cartoni animati degli anni ’80 si ricorderà del simpatico animaletto di “Candy Candy”: Klim il procione! Ebbene, questo buffo straniero è comparso misteriosamente nel parco delle Foreste Casentinesi . L’allarme è scattato nel 2015 quando è stata accertata la presenza di alcuni nuclei riproduttivi da parte del Corpo forestale che ha avvisato l’ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna.
Il simpatico animale è stato visto nel fondo valle, da Stia a Badia Prataglia, nel comune di Poppi, in quello di Ortignano Raggiolo. Così in quello stesso anno fu avviato il progetto di “Controllo e cattura del procione” capeggiato dalla Dottoressa Nadia Cappai del servizio pianificazione e gestione delle risorse.
Essendo una specie esotica, cioè trasportata dall’uomo in maniera volontaria o accidentale, al di fuori della sua area di origine, all’epoca si supponeva che questi buffi animali fossero scappati o liberati volutamente da qualche privato, che li aveva acquistati per tenerli come animali da compagnia.
È importante sapere che il procione (procyon Lotor) è un mammifero di medie dimensioni originario del nord America dove vive in popolazioni stabili. Piace molto al pubblico ed è anche chiamato “orsetto lavatore”: infatti ha un curioso modo di immergere nell’acqua il cibo come per lavarlo. Una delle caratteristiche che rende questo animale molto simpatico è anche la straordinaria abilità ad usare le zampe anteriori per manipolare e ispezionare gli oggetti. Mentre la particolarità principale del mantello del procione è la mascherina nera attorno agli occhi, in forte contrasto con il colore bianco che lo circonda. La coda invece presenta degli anelli neri alternati al colore bianco. Anche le orecchie leggermente arrotondate sono ricoperte di pelo bianco. Il pelo che ricopre il resto del corpo è grigio con sfumature marroni.
È un onnivoro, si nutre infatti di tanti alimenti differenti, sia vegetali che animali. Può catturare piccoli pesci o gamberi pescandoli nell’acqua, o può nutrirsi di piccoli roditori o saccheggiare nidi alla ricerca di uova prelibate. Si nutre anche di frutta e vegetali e non disdegna neanche gli avanzi delle nostre tavole che riesce a procurarsi aprendo abilmente i bidoni della spazzatura. Può vivere sia nelle foreste che nelle paludi e nelle praterie e persino in campagna e nelle città!
Ama vivere di notte e, fin qui sembra tutto normale, invece purtroppo, dietro la mascherina nera si nasconde una specie considerata “pericolosa per il mantenimento della biodiversità” all’interno del nostro Parco Nazionale. L’ente Parco avverte la popolazione sulla pericolosità di questa specie esotica invasiva per gli animali e per l’uomo, specificandone i motivi:
Perché le foreste Casentinesi non sono l’habitat naturale del procione, essendo originario del Nord America.
Perché il “simpatico animale” si riproduce velocemente e compete per il cibo con altre specie animali presenti nel parco, come la volpe, il tasso, i rapaci notturni, piccoli mammiferi e uccelli. Animali questi che sono autoctoni, cioè nati e cresciuti nel nostro territorio. Per non parlare poi della predazione diretta a carico di invertebrati, anfibi, pesci, piccoli mammiferi. Tutti fattori che possono portare ad alterare la composizione delle specie presenti in una certa area.
A livello internazionale è stata riconosciuta la pericolosità, tanto che nel 2014 l’UE ha inserito il procione nell’elenco degli animali esotici e invasivi, ovvero non appartenenti alla fauna autoctona, imponendo ad ogni stato membro di evitare che questa specie sia presente in stato di naturale libertà.
Secondo il D.M. 19 aprile 1966 il procione è una specie che può costituire “pericolo per la salute e l’incolumità pubblica” e di cui è proibita la detenzione. Può trasmettere all’uomo diverse patologie, tra cui una parassitosi intestinale, che può avvenire tramite l’ingestione delle uova del parassita che vengono emesse con le feci del procione (quindi ad esempio una contaminazione del cibo).
Ad oggi gli avvistamenti nel parco sono diminuiti tanto e diversi esemplari sono stati catturati e collocati in centri autorizzati dal ministero della salute, come il Centro Tutela e Ricerca Fauna esotica e selvatica di Monte Adone, per citarne uno.
Nel centro trovano accoglienza tutte le specie di fauna esotica e selvatica trovate ferite e quelle sequestrate dalle autorità competenti. Dopo un certo periodo di permanenza in cui vengono sottoposti ad un programma di riabilitazione, se necessario, e recupero, gli animali esotici vengono trasferiti in parchi europei ed extraeuropei, mentre gli animali selvatici vengono reinseriti in natura.
La caccia è ancora aperta, dunque, chiunque avvistasse dei procioni in libertà è pregato di non avvicinarsi e di contattare l’Ente Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna. Tel . 0575/582706-503038.
(tratto da CASENTINO2000 | n. 297 | Agosto 2018)