Il mondo cambia sempre più velocemente, i confini mutano, vengono stravolti, attraversati, occupati, la vita quotidiana ci cambia sotto le mani e i piedi e neppure ce ne rendiamo conto. Cambia anche il mondo e il modo dell’arte, delle arti, cambia continuamente il modo di produrre arte, di presentare produzioni artistiche, di promuovere e diffondere il proprio prodotto artistico. I mercati artistici sono fluidi, seguono il denaro nelle sue forme contemporanee, si spostano da est a ovest e il mondo dell’arte li insegue.
Liquidi come le nostre esistenze, in cui la durezza della realtà si impone per un istante, attraverso la fotografia di un avvenimento, il video di una esecuzione, la notizia di un dramma, per scivolare via spinta da un’altra novità: come scriveva Guy Debord, che molto aveva previsto, negli anni settanta, «L’intera vita delle società, in cui dominano le moderne condizioni di produzione, si annuncia come un immenso accumulo di spettacoli. Tutto ciò che era direttamente vissuto si è allontanato in una rappresentazione»
L’arte è centrale in questa rappresentazione, ma nello stesso tempo è fatta da persone vive, pensanti, che si interrogano e dipingono, scolpiscono, operano per realizzare le proprie opere d’arte.
E, sulle loro opere d’arte, agiscono critici, curatori, operatori dell’arte in una spirale spesso ansiogena e senza fine.
Adeguarsi o difendersi, fuggire o integrarsi?
La scelta è individuale ma gli strumenti possono essere collettivi e sono fatti di confronto, consapevolezza, conoscenza, riflessione.
Per questo il #numerozero di Deposito d’Arte invita nel meraviglioso Castello dei Conti Guidi, progettato da Arnolfo Di Cambio (lo stesso di Palazzo Vecchio a Firenze) con il padre Lapo e testimone della battaglia di Campaldino, tra guelfi e ghibellini, artisti, curatori, operatori impegnati nel mondo dell’arte in una riflessione sul cambiamento e sulle sue derive.
Deposito d’Arte perché in un tale edificio (e in altri del paese) non si allestisce una esposizione, ma si appoggiano rispettosamente ai suoi muri e ai suoi arredi e decori medievali i dipinti, le sculture, le installazioni.
#numerozero perché vogliamo decidere insieme ai partecipanti il tema del #numerouno, nel 2016, nella prossima edizione di Poppi Deposito d’Arte.
Partecipano:
Frederic Arditi – Parigi
Maura Banfo –Torino
Mario Bettazzi – Poppi
Flavia Bigi – Parigi
Natalia Carrus – Milano
Annalisa Cattani – Imola
Stefania Fersini –Torino
Federico Ghelli – Bibbiena
Silvia Iorio – Roma
Carlo Lanini – Poppi
Andrea Massaioli –Torino
Nino Migliori – Bologna
Daniele Ratti – Torino
Piergiorgio Robino Nucleo – Torino
Manuel Sauvage – Nantes
Luigina Sestini – Poppi
Marko Velk – New-York
e
Marcello Donini – Milano
Giangavino Pazzola – Torino
PROGRAMMA
ESPOSIZIONE
2.3.4 ottobre Castello di Poppi e Chiesa sconsacrata di San Lorenzo
Non una mostra tradizionale, ma un Deposito d’Arte, luogo in cui incontrare l’arte contemporanea tra le vestigia medievali
OPENING
2 ottobre ore 19.00 Castello di Poppi
SIMPOSIO
3 ottobre ore 16.00 – 20.00 Castello di Poppi
Come nella tradizione greca ed etrusca un incontro rilassato e conviviale per discutere del comune interesse: l’arte e le sue pratiche
Come ogni incontro conviviale, alimentato e intervallato da vino e cibo toscano.
ORGANIZZAZIONE
Ideazione del progetto e direzione logistica: Natalia Carrus.
Direzione artistica: Alessandro Stillo.
Allestimento e grafica: Marcella Roseo.
Per informazioni:
Alessandro Stillo 3483018573
Natalia Carrus 3498542763