Sono passati più tre anni dal referendum con il quale il 97% dei votanti ha deciso che il servizio idrico torni pubblico e che su di esso non si faccia profitto. Il 21 luglio del 2011 il Presidente della Repubblica convalida l’esito referendario con un decreto.
Adesso tocca alla Politica e ai politici far valere i diritti dei cittadini.
Dopo tre lunghi anni, l’acqua torna pubblica solo in un piccolo Comune calabrese di tremila anime. I politici fanno orecchie da mercante e non provano nemmeno a muovere un passo verso la riappropriazione del servizio.
Gli eletti dal popolo che fanno gli interessi delle lobby e dei privati.
Ma a Bibbiena, il nostro Sindaco come si comporta? Farà gli interessi dei cittadini,giusto?
Durante la campagna elettorale,in un’intervista rilasciata a Casentino2000, Bernardini ripeteva che la gestione dell’acqua deve avvenire secondo criteri privatistici e in un recente articolo pubblicato su ” La Nazione ” ribadisce che la causa di questo balzello della cauzione è dovuto a questo ibrido tra pubblico e privato nella gestione di Nuove Acque, che impedisce una linea comune e si limitava a dire che si sarebbe dato da fare per evitare di pagare la seconda rata della cauzione.
E’ bene ricordare il fatto che Bernardini non è un assiduo frequentatore delle conferenze dell’ AIT, dove grazie anche alla sua assenza i cittadini hanno ottenuto un aumento del 5,2% nel 2014 e del 6,5% a gennaio 2015 del costo della tariffa.
Adesso proveremo a seguire un filo logico: Nuove Acque è per il 54% pubblica e per il restante 46% privata (SUEZ multinazionale francese,in primis…cacciata dalla Francia nella gestione dell’acqua,nonchè anche in Bolivia dove ha scatenato una rivolta popolare). Il CDA di Nuove Acque è a maggioranza composto da soggetti nominati dai Sindaci, che decide di applicare una cauzione per evitare rischi di morosità e di ricomporre il tesoretto che è stato consumato per ripagare i cittadini ai quali è stato fatto pagare il costo di un depuratore inesistente.
Gli stessi sindaci si dichiarano all’oscuro di questa situazione e adesso sono tutti in (finta) rivolta. Quindi se con il 54% i sindaci non sono in grado di fermare gli aumenti,i balzelli,le cauzioni del CDA di Nuove Acque, secondo il nostro sindaco sarebbe da privatizzare tutto il servizio per non avere di questi problemi. Così il privato col monopolio e senza un controllo esercitato dagli eletti del popolo,verrebbe fulminato sulla via per Damasco e diminuirebbe le tariffe,non pretenderebbe le cauzioni,risarcirebbe i cittadini per i danari rubati per il finto depuratore e farebbe rispettare la campagna di OBBEDIENZA CIVILE portata avanti dal Comitato Acqua Pubblica.
Ma cosa avrà mangiato il nostro sindaco, pane e volpe o pane e menefreghismo?
Ci chiediamo se il 64% ottenuto alle amministrative dal Bernardini da parte dei suoi cittadini,debba essere utilizzato per fare gli interessi del privato e non dei suoi elettori,che come soprascritto hanno votato in modo plebiscitario (97%) per il ritorno alla gestione pubblica.
A meno che nel nostro Comune non risieda tutto il CDA di Nuove Acque.
Il Movimento 5 Stelle Bibbiena, così come il Comitato acqua Pubblica, invitano a compilare un nuovo bollettino postale con scritto solo l’importo del costo del servizio, decurtando la quota di cauzione e per chi aderisse (invitiamo tutti a farlo,abbiamo vinto un referendum) alla campagna di Obbedienza Civile, anche un ulteriore 12,01% .
Movimento 5 Stelle Bibbiena
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