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giovedì, 18 Aprile 2024

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C’è chi dice no!

Ha vinto il no! E i Socialisti del Casentino ne sono soddisfatti! Sin da subito, già dai mesi scorsi, ci eravamo espressi in diversi documenti e manifesti per ribadire il nostro no a questi referendum così improvvisati, frutto solo di interessi personali mascherati da buoni propositi. Avevamo previsto anche uno scarso interesse per i referendum del basso Casentino (C.Focognano, Chitignano e Chiusi)…ed anche qui i fatti ci hanno dato ragione con una affluenza scarsissima a dimostrazione del disinteresse generale dei cittadini di questi comuni per le fusioni. Una sonora bocciatura quindi non solo dei referendum del 29/30 ottobre in sé, ma di un metodo di procedere fortemente voluto dalla Regione e che fino ad adesso ha dato (non solo in Casentino) risultati evidenti.

La vittoria del no – inequivocabile e indiscutibile – nonché la bassa affluenza alle urne hanno messo in evidenza come sia giunto il momento di dire basta a questo tipo di soluzione istituzionale dei ‘referendum alla casentinese’…ora è il momento di cominciare a discutere, su basi concrete e frutto di serie riflessioni politiche, quello che potrà e dovrà essere il futuro di questo territorio e dei suoi comuni. E’ il momento di decidere se dare un ruolo vero ed utile all’Unione dei Comuni del Casentino o se trovare altre forme associative tra enti…è il momento di sedersi, finalmente, intorno ad un tavolo e cominciare a discutere dei problemi veri di questo territorio affrontandoli di petto e non nascondendoli dietro qualche altra assurda mascheratura: la scusa dei referendum, che per anni – di fatto – ha bloccato la politica e le istituzioni casentinesi non esiste più…non è più utilizzabile da chi li ha sfruttati ‘pro domo sua’ per distogliere l’attenzione dai veri problemi (in primis ospedale, viabilità, lavoro assetto istituzionale) di una valle ormai da troppi anni immobile e ripiegata su se stessa.

Il no ha dimostrato ancora una volta, al di là di quello che qualcuno ha fatto trapelare tra le righe di qualche intervista, che la gente non è ingenua né disinformata: con il non voto (le percentuali in qualche caso sono state ridicole) si è evidenziato ancor di più quanto questi referendum siano stati per lo più poco sentiti o poco abbiano convinto la popolazione votante. Ma neppure i soldi promessi a pioggia sono stati di stimolo per mettere la fatidica X sul si delle schede referendarie.

Il SI ha perso, non solo – ovviamente – in quei comuni in cui ha vinto il no come a Chiusi della Verna, ma anche in quei comuni in cui trionfalmente qualcuno ha sostenuto le ragioni della propria vittoria.

Infine, come andiamo ripetendo da tempo, la vittoria del NO non è un punto di arrivo che sancisce lo status quo, ma di partenza: le cose non vanno bene, è innegabile…ma non va neppure bene individuare nelle fusioni l’unica soluzione possibile! Ripartiamo da questa fase del dopo-referendum per avviare un ragionamento serio e condiviso sulle prospettive del territorio e sui futuri scenari possibili (auspichiamo da tempo una ridefinizione dei confini comunali che li renda più razionali ed omogenei): finalmente, forse, la politica locale deciderà cosa vuol fare nell’interesse del Casentino e dei casentinesi, senza essere tirata per la giacchetta da nessuno.

Ripartiamo finalmente nell’interesse del Casentino e dei casentinesi.

PSI ZONA CASENTINO

 

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