di Elisa Fioriti – “Quando si va verso un obiettivo, è molto importante prestare attenzione al cammino. È il cammino che ci insegna sempre la maniera migliore di arrivare e ci arricchisce mentre lo percorriamo; bisogna saper trarre da quello che siamo abituati a guardare tutti i giorni i segreti che, a causa della routine, talvolta non riusciamo a vedere né intendere”. Con lo spirito che ci infondono le parole di Paulo Coelho, intraprendiamo allora un cammino (uno?) che si snoda nella valle del Casentino, accompagnati dall’ideatore dell’iniziativa Riccardo Starnotti (nella foto).
Come ha preso piede il Cammino di Dante in Casentino? «Il progetto ha mosso i primi passi in seno all’associazione culturale “Amici di Dante in Casentino”, che qui rappresento accompagnato dall’attuale project manager Simona Cipriani, mettendo a frutto idee comuni e proposte per la valorizzazione della valle attraverso le risorse a lei connaturate, scritte nel suo DNA, e che la rendono un unicum: nell’era della globalizzazione, in un mondo iperveloce, in cui manca, o a stento troviamo momenti per noi stessi e gli altri, continuamente indaffarati, troppo presi dai problemi quotidiani, il Casentino può offrirsi come un’oasi di pace, nel silenzio del verde, le montagne che lo incorniciano e che racchiudono, al riparo da influenze esterne, le origini del tempo e della storia. E della lingua, con Dante padre dell’italiano».
Porte aperte sulla valle chiusa? «L’identità casentinese è la nostra arma vincente: la cultura medievale, tra castelli e mulini vie che s’intrecciano, antichi usi, mestieri e tradizioni, anche gastronomiche, prodotti locali d’eccellenza, opere dell’ingegno di artigiani e artisti, tracce disseminate di un passato moderno che rifiorisce nel presente. Dobbiamo riappropriarci di quest’identità, così vivida e salda, e promuoverla in formula slow. Facciamo rete, uniti dall’orgoglio d’essere casentinesi, pur senza dimenticare l’appartenenza a una specifica realtà della vallata, un posto, un luogo con le sue peculiari caratteristiche».
“Uniti nella diversità”, che poi è il motto dell’Unione Europea. «Il Cammino di Dante in Casentino ha un ampio respiro: guarda oltre i confini regionali e nazionali; tant’è auspichiamo di ricevere riconoscimenti e fondi europei. Nell’Europa dei cammini, religiosi e culturali, prendiamo ad esempio quello di Santiago de Compostela, che conosco personalmente trascorrendo spesso le vacanze estive a nord della penisola iberica: di recente le strade franco-spagnole che ne compongono l’itinerario sono state incluse tra i patrimoni dell’umanità tutelati dall’UNESCO. I dati d’affluenza, limitandoci ai pellegrini registrati per il rilascio della Compostela, con la credenziale dove i timbri (i cosiddetti sellos) testimoniano i passaggi e le tappe svolte, parlano di un record di 300.000 presenze l’ultimo anno, che ha battuto le circa 216.000 del precedente. Ma le cifre sono destinate a crescere, e con loro l’indotto per l’intero territorio: sviluppandosi nella filosofia dell’accoglienza e dell’ospitalità, il Cammino prevede un’articolata proposta di strutture ricettive e di servizi che rispondano alle varie esigenze dei pellegrini, assicurando loro la miglior permanenza possibile».
Così da renderla un’esperienza da consigliare e magari da rifare? «Anche perché il Cammino ogni volta si rivela un’esperienza nuova, capace di trasmette qualcosa di eccezionale, emozioni irripetibili. Certo, può cambiare il tragitto, il modo e il mezzo di spostarsi… l’associazione “Amici di Dante” ha progettato percorsi fattibili a piedi, in bicicletta o a cavallo, con piena libertà di scegliere e sperimentare le singole soluzioni… Ma soprattutto cambiano i compagni di viaggio. E il bagaglio di vita che ci portiamo dietro, che ci impegna alla marcia con motivi differenti. Il Cammino perciò ha un potenziale infinito di declinazioni, che alimentano altrettante tipologie di turismo e che generano opportunità: di lavoro e di conoscenza. Sono i pellegrini in primis a confermare che li sollecita particolarmente l’opportunità di stringere amicizie e legami interculturali lungo il percorso, a contatto diretto con le persone e il territorio, l’opportunità di conoscere l’altro, di mettersi alla prova non solo sul piano fisico ma su quello spirituale, nel confronto con il diverso, per lingua, religione, pensiero, costumi. È nel confronto costruttivo con l’altro che riusciamo a incontrare davvero noi stessi: chi siamo, da dove veniamo. E l’entusiasmo, lo stupore negli occhi altrui getta luce sulla bellezza che sempre ci circonda. Il Casentino ne è pieno».
Un invito ad affrontare il Cammino di Dante rivolto ai casentinesi, insieme ai turisti da fuori? «Sì. E quanti si lasceranno coinvolgere dal progetto, da operatori turistici a collaboratori e partecipanti in ciascun comune, a tutti i pellegrini, anzi Vian…Danti, potranno fregiarsi del logo del Cammino, che verrà apposto nella cartellonistica e nei pannelli informativi. Tinto dei tre colori della bandiera italiana, il logo simboleggia, come s’illustra nel sito www.ilcamminodidanteincasentino.it, il profilo del Sommo Poeta con una corona di undici foglie d’alloro, quante le sillabe dell’endecasillabo (il verso della Commedia), e due gruppi di tre stelle, che rievocano la terzina, il numero delle cantiche, siglate tutt’e tre dalla parola finale stelle. La scritta intorno Il Cammino di Dante in Casentino si riferisce alla struttura ad anello del percorso, che si snoda in 14 tappe, già completamente accessibili, da Montemignaio a Poppi o viceversa, attraverso ogni Comune e località casentinese di memoria dantesca. Essendo il Cammino improntato al turismo ecosostenibile, la vallata ne risentirà positivamente. E sarebbe un investimento a vantaggio della collettività per i Comuni e i soggetti che decidessero di dare un contributo al mantenimento dei nodi e delle arterie del percorso o al suo miglioramento. Occorre infatti una mentalità più dinamica, che guarda al cambiamento, come spieghiamo durante gli incontri divulgativi in ciascun paese».
Educare al cambiamento? «Parlando alla comunità, affinché s’inverta il circolo vizioso innescato dalla crisi socioeconomica italiana, rendendola motore di cambiamento e creando, dal basso, occasioni di rivalsa. Si parte dai giovani, in sinergia con le scuole. A gennaio abbiamo organizzato un incontro con gli studenti della scuola media di Badia Prataglia dell’Istituto Comprensivo di Poppi (ringrazio la dirigente Alessandra Mucci), ospiti del Centro Visita gestito dalla cooperativa Oros: la lezione che ho tenuto a Badia, dedicata a Dante e il Casentino, con un excursus sul canto di Bonconte da Montefeltro, ha esteso la riflessione al territorio e alle sue risorse, introducendo al progetto della nostra associazione. I ragazzi erano molto incuriositi! Come del resto sono rimasti colpiti alla Fiera Internazionale del Turismo di Madrid a inizio 2017: una vetrina internazionale con più di diecimila aziende partecipanti, tra le quali si stabiliscono contatti per lo sviluppo di future attività, dove ho presentato il Cammino di Dante in Casentino. Benché presto ci incammineremo su un’altra via…»
Cioè? «Se l’estate passata abbiamo inaugurato il Cammino di Dante, con una cronaca dettagliata delle tappe fatte insieme, disponibile nel sito, corredata di foto e video, quest’estate inaugureremo il Cammino che ripercorre la vita di Michelangelo Buonarroti, il celebre artista (e nostro conterraneo!) che, grandissimo amante della Divina Commedia, l’ha tradotta col pennello nell’affresco Giudizio Universale della cappella Sistina a Roma. Entrambi i Cammini raccorderanno il Casentino a Firenze, città d’origine del Poeta e della famiglia patrizia Buonarroti. Un po’ più corto il Cammino michelangiolesco: da Pontassieve, passando per la Consuma, Stia, Pratovecchio, Poppi, Bibbiena, Chitignano, condurrà a La Verna, sino a Caprese Michelangelo, alla scoperta delle vere origini del pittore, scultore, architetto e letterato, documentate nelle sue opere principali: il monte della Verna si scorge, visto dal castello di Chiusi, dietro l’Adamo disteso della Creazione, o nel Tondo Doni conservato agli Uffizi, negli affreschi Conversione di San Paolo e Crocifissione di San Pietro della Cappella Paolina in Vaticano…»
Come e con Dante, puntate alle stelle? «Per far brillare la valle! Ciò attraverso anche il mio libro, che uscirà entro l’anno, dove il ritrovamento di certi scritti attribuibili a Dante aziona una caccia al tesoro per ricostruirne la storia e il senso, che guiderà ai luoghi a cui si allude nei testi».
Tipo l’Inferno di Dan Brown? «Nel romanzo di Brown prevale la dinamica thriller, invece il mio libro sottolinea, in stile diaristico, il connubio tra l’ispirazione, l’estro del Sommo Poeta e l’esperienza dei posti che assurgono a scenario della Commedia. Posti su cui farete tappa, magari libro alla mano (ma il titolo non lo svelo ancora) nel corso del Cammino di Dante in Casentino. E in futuro perché non realizzare una rete che connetta i vari Cammini? Non resta che partire… gambe in spalla!»
(tratto da CASENTINO2000 | n. 280 | Marzo 2017)