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giovedì, 28 Marzo 2024

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Crisi politica in Casentino

da Popolo della Famiglia Arezzo – Due grandi insulti dalla Regione Toscana “a trazione renziana” per le Terre del Casentino hanno segnato sotto tutti i fronti la popolazione già in ginocchio per la crisi economica, per la denatalità e per la fuga dei giovani negli ultimi 30 mesi. Dapprima l’ospedale costato milioni e milioni di Euro (al 2007 erano stati spesi 8 milioni di euro dei cittadini casentinesi!) è stato mutilato dopo una decisione presa quasi di nascosto dai Sindaci del luogo mediante la sottoscrizione dei cd. patti territoriali con la Asl competente sotto la direzione del Sindaco uscente di Bibbiena (ndr.: ora interessato ad una fusione che gli consentirebbe la terza candidatura); Sindaco uscente di Bibbiena il quale come “Capo della Conferenza dei Sindaci” non spese una parola od un rigo od una protesta a difesa dell’Ospedale e contro la chiusura del Punto Nascite nonchè della Chirurgia d’Urgenza ( in violazione dell’art. 32 della Costituzione e dei logici corollari normativi a difesa della salute nelle zone montane e disagiate). In questi ultimi anni è stato subdolamente fatto credere ai casentinesi dalla Regione Toscana e dall’ Asl locale che la chiusura del Punto Nascita era inevitabile perchè pericoloso ma invece in realtà nel 2014 era stato certificato dalla medesima Regione Toscana come il reparto fosse statisticamente a bassissima mortalità (la minore della Toscana) e quindi tra il più sicuro. Per anni l’Asl competente ha dichiarato che il Punto Nascita dell’Ospedale di Bibbiena era “un’eccellenza”, attrattivo e meno costoso in quanto le prestazioni erogate in un piccolo ospedale – sempre che siano rispettate le “leges artis” – sono efficaci ed economiche anche per la vicinanza territoriale al bisogno sanitario(principi di prossimità e sussidiarietà che devono orientare una”buona amministrazione” secondo la volontà dei Legislatori più evoluti).

In data 8 agosto 2018 invece la Regione ha approvato un referendum consultivo tra Ortignano e Bibbiena (Or.Bi), una fusione “forzata” da ritenersi, in base ad evidenze di fatto, inconferente (nessun vantaggio immediato in termini economici o di miglioramento della qualità della vita) e intempestiva (i cittadini casentinesi si sono già espressi più volte negli ultimi anni!), costosissima (costo intorno ad €. 120.000 euro!) ma anche pretestuosa e volta ad alterare gli equilibri democratici usciti dalle urne nelle ultime elezioni con un quadro politico locale e regionale assolutamente mutato per l’affermazione di partiti (M5S e Lega) che fino ad ora in Casentino non erano molto rilevanti.

La peculiarità della democrazia (“non c’è democrazia senza alternanza”) consiste nel rispetto delle leggi sulla “temporaneità/turnarietà dei poteri di rappresentanza politica” ed invece con questi nuovi e clamorosi tentativi di fusione/annessione si cerca – attraverso “trucchettini da imbonitore” – di dare la facoltà (altrimenti non consentita dall’ordinamento) al Sindaco uscente di Bibbiena di presentarsi ancora alle elezioni comunali dopo la scadenza del doppio mandato (2009-2014 e 2014-2019). In questi tempi tristi le popolazioni di Bibbiena e di Ortignano-Raggiolo, già stremate, vengono crocifisse da spese ulteriori ed inutili a causa di una “violazione da parte della Regione Toscana – attraverso le delibere che fissano per i giorni 11 e 12 novembre 2018 il referendum “orbi” – una violazione gravissima e nefanda del principio costituzionale di “IMPARZIALITA’ della Pubblica Amministrazione” e del conseguente “DIVIETO DEL TERZO MANDATO”.

La Regione Toscana, mostrando il lato oscuro di una decadenza putrescente (in Regione si voterà nel 2020 ma non esiste più una maggioranza politica e rimane in piedi solo per “queste antistoriche sistemazioni o risistemazioni di poltrone”), accetta la possibilità di un nuovo incarico ad un Sindaco uscente in dispregio delle garanzie ordinamentali a tutela della democrazia (non c’è democrazia senza alternanza) attibuendo un favore non legittimo al Sindaco uscente di Bibbiena che in queste ore sta aggravando la sua posizione partecipando attivamente alla campagna elettorale referendaria a lui proibita dalla legge per i suddetti obblighi di imparzialità gravanti sulla Pubblica Amministrazione. Siamo di fronte ad un’altra reiterata interpretazione narcisistica delle istituzioni rappresentative degli interessi dei cittadini con metodi clientari e faziosi, uno stile pacchiano della politica che negli ultimi anni ha già tanto nuociuto al Casentino, alla Toscana e alla Nazione.

 

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