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giovedì, 13 Febbraio 2025

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Droga, amore, cyber sex, gioco d’azzardo: cosa sono le dipendenze contemporanee?

di Denise Pantuso – Mai come nella società attuale la celebre frase di Jonny Stecchino: «Non mi somiglia per niente», rappresenta il cambiamento sociale. È inutile elencare i cambiamenti avvenuti perché questi fanno parte della vita di tutti e, ulteriore novità, è che nella storia dell’umanità è la prima volta che i principi di vita cambiano radicalmente da generazione a generazione. Il digitale ha rivoluzionato l’uomo in termini antropologici e ancor più lo sta facendo l’intelligenza artificiale. Infatti nel passato molti valori e credenze si sono mantenute per secoli e sono state trasmesse nel tempo. Nonni e nipoti portavano gli stessi valori, oggi non è più così.

Le dipendenze sono un ulteriore elemento capace di mettere sotto i nostri occhi quante cose siano cambiate. Infatti negli Anni ’80 ci fu un dilagare della tossicodipendenza a cui oggi si aggiungono dipendenze impensabili allora come il gioco d’azzardo, il cyber sex e dipendenze affettive. Risalta inoltre agli occhi di uno psicoterapeuta che anche il trattamento delle dipendenze da sostanze non è più lo stesso di venti anni fa. Infatti le tossicodipendenze e i disturbi alimentari trattati in cliniche e comunità, sono stati i miei primi passi per la costruzione della professione e gli interventi curativi che facevo allora sarebbero impensabili oggi. Questo non solo per i trattamenti istituzionali ma anche nella professione privata.

Se si pensa alla psicologia-psicoterapia come ad una disciplina che ha le coordinate per comprendere come si struttura la mente, possiamo dire che siamo tutti coinvolti in un pericoloso scivolamento verso una regressione della crescita psichica. Il fatto che nella contemporaneità venga data maggiore importanza all’immagine come mezzo comunicativo rispetto alla parola, o meglio che la parola si fondi sull’interpretazione immediata dell’immagine, fa sì che la nostra struttura mentale perda con facilità le coordinate simboliche per leggere il mondo, coordinate che sono ben più complesse dell’immagine stessa.

Famiglia, libertà, amore, uguaglianza, lavoro non determinano più una passione nella vita delle persone, laddove per passione si intende una spinta desiderante e propulsiva di autorealizzazione. La passione per la realizzazione di sé non va confusa con l’attuale concetto di autorealizzazione di sé, di pienezza e felicità che su un piano psichico non sono mosse dal desiderio ma dal Super Io, quell’istanza che ci immobilizza e che obbliga la vita di un soggetto a vedersi rappresentata solo da alcune cose socialmente condivise. La rigidità del Super io è quella che può giustificare il concetto di “Società della stanchezza” promosso dal filosofo Biun Ciun Yang. Infatti il “dovere di godere” ci fa correre all’impazzata verso qualcosa, ostacolando la temporalità necessaria al nostro mondo interno per capire cosa si desidera. Cosa c’entra tutto questo discorso con le dipendenze?

Ecco, le dipendenze nella società contemporanea si inseriscono proprio sul concetto di immagine, un’immagine che risulta essere frammentata oppure niente se il Super Io non ha abbastanza forza per determinarci. Quindi la dipendenza ha la funzione di organizzare e dare una forma alle intense reazioni del corpo, similmente molto dolorose e tecnicamente nominate come “stato proto mentale”, cioè precursori della costruzione della mente. Alle intense esperienze corporee del proto mentale solitamente le figure di attaccamento affettivo davano un rispecchiamento. Attraverso lo sguardo amorevole della madre o delle figure di cura, il corpo oceanico, come lo chiamerebbe Winnicot, riceveva una risposta consolatoria che permetteva alle intense sensazioni di placarsi. Attualmente la mancanza di figure di attaccamento solide, ma soprattutto stabili per un tempo sufficiente ad integrare una sicurezza relazionale, fa sì che le sensazioni del corpo degli adolescenti, ma anche dei giovani adulti, venga consolato, curato e ricomposto dalle varie forme di dipendenza. È come se le dipendenze diano un’identità consolidandola, sembrano capaci di dare un posto nel mondo e di orientare la vita.

Concludendo quindi, se negli Anni ’80 la dipendenza da droga in particolare si mostrava come rottura degli schemi sociali precostituiti, nella contemporaneità le dipendenze sono modi per includersi, modi di prendere un posto nella società. Non si parla più di dipendere per sovvertire e trasgredire una legge ma per costituirla.

Dott.ssa Denise Pantuso Psicologa e psicoterapeuta individuo, coppia e famiglia www.denisepantuso.it – tel. 393.4079178

(Rubrica ESSERE L’Equilibrio tra Benessere, Salute e Società)

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