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mercoledì, 9 Ottobre 2024

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E’ tornato Superlillo! Paolo Agostini si ricandida a Sindaco

di Mauro Meschini – Mentre raggiungo in auto la casa di Paolo Agostini ripenso all’ultima volta in cui dovevamo incontrarci per un’occasione “ufficiale”. Eravamo a pochi giorni dal referendum costituzionale del 2016 e dovevamo partecipare insieme ad un incontro a Strada in Casentino, ma proprio quel giorno sono iniziati i problemi di salute che hanno tenuto il sindaco Agostini lontano dall’impegno pubblico.
Sembra passato un secolo da allora per i cambiamenti/rovesciamenti, quasi mai in meglio, che si sono verificati. Ma prima di riflettere su questo mi è sembrato importante iniziare con lui a parlare dalla vicenda personale che, poi mi sono accorto, è comunque intrecciata con l’attualità e la cronaca anche di queste settimane.
Senza scendere troppo nei particolari vorresti raccontare cosa è successo in questo periodo e come lo hai vissuto?
«Ho dovuto subire un’operazione nel dicembre 2016 perché stavo perdendo l’uso della parte sinistra per un’ernia cervicale che ha leso il midollo. Un’operazione delicata e un recupero che è stato duro da affrontare. Sono stato 5/6 mesi a Siena subito dopo l’operazione, altrettanti all’Unità Spinale di Firenze per la riabilitazione, per due sedute ad Agazzi oltre a tutto il lavoro che faccio a casa con gli strumenti a disposizione, in particolare l’alzatore, la spalliera e, a breve, anche una cyclette. Fisicamente è una cosa lenta, ma nel frattempo mi sono anche reso conto di come è la realtà vista da un’altra prospettiva e questo mi fa capire i molti problemi che ci sono ad affrontare il mondo reale con una carrozzina. Ci sono tutta una serie di cose, a cui quando siamo normali non si fa caso, che, quando siamo dall’altra parte della barricata, dobbiamo affrontare e ci fanno tornare in mente quello che tanti disabili ci dicevano sui problemi che incontravano anche per la mancanza di strutture. La realtà è questa e da questo punto di vista siamo un Paese da terzo mondo, non perché adesso lo dico io, ma perché affermato da tante persone che ho avuto modo di conoscere e che fanno parte delle associazioni che si impegnano sui temi della disabilità. La situazione incide anche psicologicamente sul desiderio di recuperare perché, soprattutto se hai la disgrazia di pesare oltre 120 kg, ti occorre un esercito e, purtroppo, l’esercito non te lo puoi permettere. Chiaro, per chi ha disponibilità tutto è possibile, senza soldi no… e purtroppo anche questo limita fortemente il recupero. La speranza mia, e anche di quella quarantina di persone che in Casentino avrebbero bisogno per recuperare anche di un’attività motoria in acqua, è che sia possibile farla a Poppi visto che, almeno a quello che risulta a me, è una decina d’anni che c’è una piscina. Questo lo dico anche come sindaco, gradirei che il livello istituzionale del Casentino capisse le difficoltà di queste persone costrette adesso a spostarsi con mezzi attrezzati, considerando anche i costi che tutto questo comporta, non solo economici ma anche umani. Un’altra cosa che ho provato sulla mia pelle è che in acqua puoi riprendere dei movimenti, io per esempio solo dopo 4/5 volte che ci andavo ho ricominciato a camminare, ad alzarmi e nuotare in acqua rinforzando anche il tono muscolare. Una struttura di questo tipo è importantissima e non lo dico adesso perché sono coinvolto dalla vicenda, ma proprio perché mi trovo in questa condizione lo posso dire con più forza. Comunque i problemi si possono superare e magari, visto che ci sono tutte le possibilità per averlo in Casentino, spero che sia potenziato il servizio riabilitazione. La piscina è stata inaugurata da tempo ora facciamola funzionare, ci sono voci che dicono che non sarebbe a norma… per l’esperienza che ho, ad un invalido non serve una piscina olimpionica, bastano 1,50 m di acqua per fare determinati movimenti che permettano soprattutto di recuperare il tono muscolare determinante per non essere condannato a stare per sempre su una carrozzina… quindi vediamo di metterla a norma».
Anche perché con il lavoro di recupero che stai facendo ci sono tutte le possibilità di tornare autonomo…
«… di tornare a fare degli spostamenti in autonomia, anche solo passare dalla carrozzina alla macchina è importante, questo permette poi di andare ovunque senza bisogno di chiamare i mezzi attrezzati o altro. In fondo anche tutta la storia della chiusura del Punto Nascita fu venduta come opportunità per avere altri servizi in più in questo territorio. Purtroppo sono sempre più convinto che avevo ragione io quando non firmai perché abbiamo perso il Punto Nascita e anche il resto. Quando dicevo che piano piano l’ospedale sarebbe stato svuotato… ero facile profeta. Già il Casentino è una zona montana che non potrà mai avere determinati servizi, almeno manteniamo quelli che ci sono. Manca un anno alle elezioni e, come si è visto, poi le persone si ricordano di quello che è stato detto e promesso. Tornando alla mia vicenda personale è stata ed è dura, sarà una cosa lenta e tutti i giorni c’è qualcosa in più. Io ci metto tutto l’impegno e lo spirito giusto anche perché vorrei dare modo ai cittadini di Castel San Niccolò, che sono gli unici che mi hanno nominato sindaco, eventualmente di togliermi da questo ruolo. Io in questi mesi ho seguito sempre, anche grazie al gruppo che mi sostiene, la vita del Comune che abbiamo continuato a governare e, secondo me, anche bene visto che siamo riusciti ad eliminare quel disavanzo che avevamo. Partendo proprio dal gruppo che mi ha sostenuto fino ad oggi, vorrei riprovarci e ridare la matita agli elettori...».
Già da tempo hai comunque ripreso i contatti e la partecipazione ai lavori della giunta…
«Siamo sempre stati in contatto e nel Consiglio sono presente come sindaco anche se, come prevede la legge in questi casi, ho lasciato ad altri le varie deleghe. Comunque penso che il gruppo che io sto guidando in questi anni sia stato informato su come funziona un’amministrazione nel miglior modo possibile e ogni componente ha davvero imparato cosa vuol dire amministrare».
E tornando al 2016 e a tutto quello che veniva detto e fatto allora. Oggi cosa è rimasto di quel tempo che sembra lontanissimo?
«È rimasto che in questo Paese, e non solo in Casentino, questi qui dovevano capire, come lo devono capire quelli che ci sono adesso, che è necessario iniziare a dividere tra tutti la torta perché chi non mangia mai alla fine s’incazza ed è quello che sta succedendo. Qui non contano il PIL o altre cifre astratte, qui conta che negli ultimi 20 anni in Italia, purtroppo, chi aveva soldi ne ha sempre di più e quelli che prima arrivavano a fine mese ora non ci arrivano. La realtà è questa, c’è una montagna di burocrazia che non serve a niente e che costa. Si dovrebbe mettere mano ai carrozzoni regionali, alle gestioni di acqua, rifiuti. Anche nella sanità perché si è sempre parlato di tagliare gli ospedali e non si è mai tagliato uno stipendio d’oro? Perché aumentano solo i dirigenti invece degli infermieri? C’è un mondo reale che è completamente staccato da tutte le varie inaugurazioni che si possono fare da mandato a mandato…».
Di inaugurazioni parliamo sempre molto anche noi… ma può essere che pesa anche l’assenza di luoghi dove si pensa, dove ci si incontra, dove si progetta e dove poi, partendo da un confronto vero e aperto, ci si presenta alle persone? Ora è tutto immagine e apparenza, si fa a chi urla di più, anche se spesso i discorsi che vengono fatti, per esempio sugli immigrati, cominciano ad essere veramente pesi…
«Capisco questo ma, fondamentalmente, Salvini l’abbiamo fatto diventare un fenomeno, quello che fa è solo andare dalla gente senza cercare di scansarla. Poi mancano sicuramente quello che prima erano i partiti, quelle che erano le organizzazioni di massa, che riuscivano a fare da filtro tra istituzioni e cittadini. Il problema è che dalla gente non ci va più nessuno, si è lasciata la tribuna ad un partito come la Lega e adesso se ne vedono i risultati. Quello che è venuto fuori di nuovo, cioè il mondo virtuale del web, l’hanno preso fin dall’inizio in mano i 5 Stelle. La gente è talmente disperata e nauseata che si è attaccata a queste forze, poi è chiaro che nei loro slogan ci sono anche cose raccapriccianti come quella dei migranti, ma su questo, per esempio, l’Europa dovrebbe fare di più. Nelle borgate assistiamo ad una guerra tra poveri mentre la sinistra è diventata il Partito dei signori, prende voti ai Parioli e non nelle periferie, qualcuno dovrebbe domandarsi perché questo accade…».
Sinistra? Ma stai parlando del PD però…
«Si, una cosa è quella una cosa è l’altra… ma il concetto è in sintesi questo, con personaggi che passano da un programma Tv all’altro a raccontare un mondo lontano dalla realtà…».
Tutto diventa slogan e frasi fatte come su stipendi parlamentari o vitalizi. Ma sarebbe stato semplice dare dei segnali concreti. Così, adesso, sembra in corso una rivoluzione… che non c’è…
«Si, anche perché le persone hanno bisogno di vedere l’esempio. Sull’immigrazione Minniti, alla fine, non è che aveva fatto qualcosa di diverso da quello che si vuole fare adesso, soltanto che ora hanno fermato una nave e fatto la voce grossa con l’Europa… anche i vitalizi in fondo non risolvono i problemi dell’economia, ma è il buon esempio che conta. Non si può dare l’impressione di essere a difesa dei privilegiati. Con una metafora calcistica se c’è un rigore da battere, battiamolo. Perché poi qualcuno che lo fa per te si trova»
Ma come si può ricostruire qualcosa in cui riconoscersi con più entusiasmo, perché è dura rassegnarsi ad avere il “Brasile” alla guida del governo. Il rosso oltre al giallo-verde dovrebbe esserci…
«Bisogna sperare che sbaglino loro, o che il M5S capisca che è meglio stare lontani dalla Lega. C’era un rigore a disposizione, già durante la formazione del governo, bastava non avere i renziani alla guida del PD e si sarebbe avuto una maggioranza M5S-PD. Perché consegnarli alla Lega, L’unico partito organizzato rimasto in Italia, che riesce ad avere, come il vecchio PCI, i commissari a Terni o nel Sud a costruire le sezioni? È stato permesso che la Lega si alleasse con un partito che non si sa di chi è e che prende solo tanti voti e alla fine Salvini mangerà anche loro e siccome nel M5S c’è tanto rosso l’unica cosa possibile è che nel PD, o nella sinistra quella vera, qualcuno capisca e cominci a creare relazioni con questo mondo. Se lasciamo alleare anche a livello territoriale M5S e Lega la situazione è seria… E questo doveva già capirlo Bersani nella precedente legislatura quando avrebbe dovuto fare votare al PD Rodotà alla presidenza della Repubblica, così avremmo avuto un Parlamento che avrebbe potuto fare veramente molte cose di sinistra… ma il PD è arrivato a governare con Verdini pur di non fare l’accordo con il M5S».
E in Casentino cosa potrebbe succedere?
«Il Casentino è un’altra partita perché fatto da troppi comuni, troppo piccoli, in cui il rapporto personale è fondamentale…».
Insomma qui per le comunali non si possono prendere riferimenti nazionali…
«No, se qui alle comunali presenti il simbolo del M5S puoi arrivare al 10%. In Casentino l’avversario è il PD e dovremmo riuscire, anche se è difficile, a mettere insieme il diavolo e l’acqua santa. Rimanendo separati si lascia un vantaggio al PD. Quindi il primo vero tentativo da fare in Casentino sarebbe non partire dalla provenienza di ognuno, ma partire da un altro punto: chi è con il PD e chi è contro il PD. Puntando a riunire, cosa ripeto difficile, tutti quelli contro, proponendo persone capaci come capolista che secondo me sarebbe possibile trovare. Sarebbero necessari dei compromessi, ma l’unico modo per cambiare qualcosa in Casentino è avere 4/5 sindaci “nuovi”, possibilmente nei comuni più grandi. Le possibilità ci sarebbero anche perché il PD non gode di ottima salute e nelle nostre realtà se entri nella vita diretta delle persone con le scelte giuste riesci a incidere. Dovremmo quindi individuare i capolista e costruire poi intorno a loro dei gruppi in cui ognuno porterà la sua storia e la sua esperienza, ma in un’idea civica finalizzata alla costruzione di una proposta di governo dei comuni e del Casentino».
Questo perché abbiamo questa frammentazione estrema, con uno o due comuni e con la prospettiva del ballottaggio sarebbe stato possibile aprire un vero confronto politico tra ipotesi alternative…
«Certo, sono perfettamente d’accordo. Ma qui, in questa situazione, dobbiamo partire dalle persone ed essere tutti uniti. Perché se vuoi cambiare devi comunque governare e avere persone che ti aiutano ad entrare dentro i meccanismi dell’amministrazione, allora puoi incidere».
E se questo accadesse, se in 4/5 comuni si affermassero queste liste “anti PD”…
«Se si realizzasse il “sogno”…».
Si. In quel caso quali sono le due o tre cose principali da fare per il Casentino?
«Intanto come sogno noi abbiamo 70 milioni di Euro da spendere nella sanità. Potremmo provare a spenderli in maniera diversa. C’erano poi 2,5 milioni di Euro delle aree interne per 7/8 anni, anche lì non so come è andata. C’era il discorso di un piano urbanistico unico da fare andare avanti in un certo modo… Poi il Casentino viene sfruttato al meglio dal punto di vista turistico? Anche lì i soldi che sono in ballo non sono pochi. La viabilità sembra qualcosa di definito?… A Santa Mama la variante sembra più pericolosa della situazione precedente. C’è la variante del Corsalone e la questione Sacci da archiviare definitivamente, si parla di turismo ma chi viene da Arezzo non trova un cartello e si trova davanti per prima cosa la Sacci. Le cose da fare sono tante, l’importante è che il “sogno” politico avesse 2/3 persone a livello tecnico di cui potersi fidare e anche queste potrebbero esserci».
E a Castel San Niccolò cosa è importante realizzare in questo ultimo anno che ci separa dalle elezioni?
«Qui, dopo aver compiuto con successo la missione per salvare il bilancio, dovremmo intanto concludere i lavori alle scuole, poi realizzare lavori di asfaltatura e risistemazione dei giardini. Quindi il ponte di Prato e alcuni interventi per la viabilità e per garantire il decoro del paese».

(tratto da CASENTINO2000 | n. 297 | Agosto 2018)

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