di Marco Roselli – Gli agrumi hanno origine dalla Cina, dall’India e dalle isole indonesiane e la loro diffusione risulta essere antichissima. Le specie di agrumi sono numerosissime e per la facilità di ibridazione si sono creati nel tempo genotipi con particolare attitudine ornamentale e più recentemente ibridi con elevato valore commerciale.
Il primo agrume introdotto in Europa fu il Cedro (Citrus medica L.) all’epoca delle spedizioni in Oriente di Alessandro il Grande (IV secolo a.C.) che dalla Grecia fu diffuso nell’Italia Meridionale nel III-II secolo a.C. L’Arancio amaro (C. aurantium L.) ed il limone (C. limon Burm.) vennero introdotti probabilmente dagli Arabi intorno al X secolo, attraverso le coste Africane, la Spagna del sud e la Sicilia. Il primo non ha valore alimentare, ma viene impiegato come portinnesto , in profumeria e come pianta da ornamento in particolari forme caratteristiche.
La comparsa dell’Arancio dolce (C. sinensis L.) è dovuta alle importazioni dalle isole indonesiane da parte dei Portoghesi, che tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo provvidero ad introdurlo in Europa e nel Continente sud-americano. Più recenti appaiono le introduzioni del pompelmo (C. paradisi L.) diffuso alla fine del 1700 nelle Antille, ma già conosciuto in Europa nel secolo precedente, del Mandarino (C. deliciosa Ten.) e del Tangerino (C. reticolata Blanco). Tra gli agrumi minori sono da ricordare il Bergamotto (C. bergamia Risso) usato in profumeria e il Chinotto (C. myrtifolia Raf.) e le limette, conosciute già dal XII secolo.
Il genere Citrus, a cui appartengono le specie coltivate più importanti, comprende specie caratterizzate da alberi o arbusti sempreverdi, modestamente spinosi, con foglie spesse, coriacee, con picciolo generalmente articolato. I fiori sono ascellari, solitari o in grappolo, con cinque petali di colore variabile (da bianco a violetto) secondo la specie, con stami numerosi. Il frutto è un esperidio globoso od oblungo, con buccia di vario spessore e ricca di oli essenziali.
Limoni in Toscana Ville eleganti, parchi e vasi in terracotta con splendide piante ornamentali di limoni, frutti che appaiono nelle tradizionali ceramiche dipinte a mano, in compagnia di cipressi e girasoli. La coltivazione degli agrumi in toscana è strettamente legata alla famiglia Medici che amava adornare i giardini delle ville con limoni ed aranci amari in aggiunta ad alcune varietà rare, esportandole anche in giro per l’Europa. E’ stato in particolare Cosimo III, Granduca di Toscana, nel XVII secolo a contribuire alla diffusione degli agrumi nella nostra regione. Non c’era villa in Toscana senza una serra, detta limonaia, appositamente disegnata per riparare in inverno dal freddo le delicate piante di agrumi.
Ambiente climatico Gli agrumi in Toscana non sono da considerare una produzione strettamente commerciale in quanto sono attualmente coltivati come piante ornamentali. Per questa motivo, già nel tardo medio-evo, la coltivazione delle diverse specie di agrumi non avveniva in pieno campo ma in giardini (gli Orti) e terrazze delle case nobiliari, in luoghi riparati ove fosse possibile proteggere le piante dal freddo invernale. Tuttavia, in alcune zone della Toscana, anticamente, la coltura degli agrumi si ritrovava anche in piccoli spazi e rappresentava una modesta fonte di reddito. Gli agrumi amano un clima dolce, con temperature superiori a 0°. La resistenza al freddo varia con la specie in quanto è molto scarsa nel cedro, nel limone e bergamotto; è media per l’arancio dolce, il pompelmo, l’arancio amaro e il mandarino; risulta essere elevata per fortunella.
Cosa accade ai nostri agrumi ornamentali tra l’estate e l’inverno e viceversa? Partiamo dal fatto che ogni volta che spostiamo gli agrumi dall’aperto al garage, più o meno illuminato e viceversa, le piante subiscono un forte stress nella loro fisiologia. Il repentino cambio delle condizioni di luminosità, umidità, escursione termica diurna e notturna, rappresenta un fattore di sofferenza. Così, in autunno, dopo il riparo, le piante possono reagire con la perdita parziale o totale delle foglie, mentre in primavera, dopo il trasporto in ambiente esterno si può avere il disseccamento dei germogli. La perdita fogliare, molto frequente nei nostri ambienti è sostanzialmente dovuta alla drastica riduzione della luce che non può certo essere compensata da un paio di finestre. Di seguito alcuni accorgimenti per ridurre lo stress da cambio di stagione degli agrumi.
Autunno. Spostate le piante nelle stanze più luminose che avete a disposizione; questi ambienti, inizialmente, vanno lasciati aperti per facilitare l’acclimatazione. Dopo 1-2 settimane chiudere solo di notte, mentre si chiuderà anche di giorno all’arrivo dei primi freddi.
Primavera. Si apre solo di giorno per 1-2 settimane, successivamente si lascerà aperto il riparo anche la notte per poi trasportare all’esterno le piante. In questo caso, la massima attenzione va posta nella collocazione delle piante al riparo dal vento che rappresenta un pericolo per la giovane vegetazione e favorisce la cascola di fiori e frutticini.
Esigenze in termini di substrato e irrigazione Coltivare in vaso non è né facile e neppure difficile, tutto dipende dalla nostra capacità di assecondare le esigenze delle varie specie. Il substrato del vaso che ospita gli agrumi deve avere una tessitura media per consentire una buona circolazione dell’ossigeno e dell’acqua, pertanto, non deve essere troppo compatto e deve presentare un pH neutro. Più avanti in questo articolo indicheremo le variazioni di colore delle foglie cui corrispondono dei disordini nutrizionali, molto comuni nella coltivazione in vaso degli agrumi. Diciamo subito che molto spesso i nutrienti sono già presenti nel substrato ma l’eccessiva compattezza dello stesso impedisce il loro assorbimento. Ciò significa che dobbiamo “muovere il terreno” al fine di far circolare l’ossigeno e migliorare il drenaggio.
Irrigazione. In relazione a quanto sopra è bene annotare alcune buone pratiche circa l’irrigazione in vaso: 1) Garantire umidità al substrato senza ristagno d’acqua (un ristagno idrico per più di 24 ore può essere fatale); è preferibile lasciar asciugare il substrato prima di una nuova irrigazione anziché far ristagnare l’acqua 2) Non impiegare – specie in estate – acque eccessivamente fredde che possono procurare arresti nell’attività vegetativa. 3) Nell’acquisto di nuove piantine di agrumi o in occasione del rinvaso assicuratevi che sul fondo del contenitore vi sia uno strato di ghiaia per favorire il drenaggio.
Disordini nutrizionali Tutte le piante coltivate in vaso dispongono di una casa in cui si devono “adattare” e la difficoltà di adattamento dipende dalla sensibilità delle varie specie e dalla precisione delle nostre cure. Nel caso degli agrumi è quasi impossibile che non compaiano dei disordini legati alla indisponibilità dei vari elementi. Nelle foto che seguono ci sono un paio di esempi. Nella prima vediamo una prevalente carenza di azoto (N) così come nella seconda, in cui le foglie più vecchie hanno una diversa espressione dei sintomi. Si è detto “prevalente” in quanto i malanni è difficile che vengano da soli infatti, anche nel presente caso, la carenza di N è accompagnata da una discreta carenza di ferro (Fe).
Nella bella stagione possono arrivare i parassiti Nota: nelle indicazioni di difesa con prodotti fitosanitari è indicato il principio attivo, mai il prodotto commerciale.
Afidi L’afide nerastro degli agrumi (Toxoptera aurantii) è un piccolo insetto di colore nero che colonizza i giovani germogli della pianta nutrendosi della linfa; causa l’accartocciamento delle foglie e impedisce il regolare sviluppo dei nuovi rametti. Si presenta soprattutto in primavera ed in autunno, mentre è assente nei periodi freddi o troppo caldi. Su piante a piccola chioma, potete facilmente rimuovere questo afide facendo passare molto delicatamente sulle foglie infestate un batuffolo di cotone idrofilo inumidito. Se il problema persiste potete impiegare prodotti fai da te (estratti di erbe e saponi) oppure acquistabili presso le agrarie. – Estratto di ortica, felce o equiseto – Piretro naturale – Sapone di Marsiglia – Azadiractina
Cocciniglie degli agrumi Gli agrumi sono tra le piante che ospitano una elevata quantità di cocciniglie che a volte infestano foglie, frutti e rametti. Tutte hanno in comune la sottrazione di linfa e di conseguenza il deperimento delle piante. Inoltre, l’eccesso di linfa sottratta, venendo espulsa dagli insetti, provoca la proliferazione di melate e/o cere più o meno vistose. Difesa – Eliminare e distruggere le foglie colpite – Pulizia meccanica – Olio estivo al 2 % – Olio essenziale di arancio dolce 80 gr x 10 litri di acqua
Minatrice serpentina degli agrumi La minatrice serpentina (Phyllocnistis citrella, mm 2-3 circa) è una farfallina le cui larve (vedi il particolare della foto qui sotto) si nutrono delle foglie scavando al loro interno delle gallerie. Si può presentare dalla primavera all’autunno. Si riconosce facilmente per i caratteristici «disegni» sinuosi che appaiono sulle foglie e che rappresentano il percorso della larva. Le piante in vaso possono essere condizionate pesantemente dalla minatrice per la distruzione dei giovani germogli. Difesa – Eliminare e distruggere le foglie colpite – Azadiractina – Bacillus thuringiensis
Mal secco degli agrumi Il mal secco è causato da un fungo (Phoma tracheiphila) che colpisce i vasi conduttori della pianta. Attacca soprattutto limone e arancio amaro. Si manifesta con l’ingiallimento improvviso e senza apparente causa, alcuni rami delle pianta in breve si seccano; sezionando questi rami si vedono i vasi conduttori di colore rosa salmone. Difesa – Recidete subito alla base i rami secchi e bruciateli. – In concomitanza con periodi umidi e piovosi impiegare fungicidi a base di ossicloruro di rame alla dose di 50 grammi per 10 litri d’acqua. Nei prossimi numeri di casentino2000 tratteremo la riproduzione degli agrumi, la potatura e le utilizzazioni.
Coloro che avessero necessità di suggerimenti possono contattare la redazione.