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venerdì, 29 Marzo 2024

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Gli orti dei frati della Verna

di Terenzio Biondi – Ci sono ancora, gli orti che i frati della Verna coltivavano per ricavare verdure e frutta per il convento e anche tante varietà di erbe medicinali che servivano per la loro farmacia, la farmacia più antica del Casentino. Sì, la farmacia dei frati della Verna iniziò la sua attività negli ultimi anni del Quattrocento e l’ha continuata fino agli anni cinquanta del secolo scorso. Incuriosito dal racconto che Don Giuseppe di Biforco mi aveva fatto su Frate Achille, l’ultimo speziale della Verna, decido di andare a vedere.

Lascio l’auto a Chiusi, nel parcheggio presso il Palazzo Comunale, e prendo lì davanti l’antica via che da Chiusi porta alla Beccia e poi alla Verna, conosciuta come “via del frati”.
Una via bellissima, rivestita da un fantastico selciato, il che la dice lunga sulla sua importanza nei secoli passati: da qui passavano quotidianamente i frati della Verna, tanti pellegrini che andavano a pregare alla casa del poverello di Assisi, tanta gente delle zone vicine che veniva a chiedere aiuto per un familiare ammalato o anche soltanto un tozzo di pane…

Un muro vecchio di secoli, costruito a secco, costeggia la strada.
Dopo alcune centinaia di metri, man mano che ci avviciniamo alla Beccia, il muro si fa più alto. E al di là del muro… sì… ci dovrebbero essere gli antichi orti dei frati.

Mi arrampico sul muro, mi faccio piano piano strada fra le tante pianticelle di basso fusto e… eccolo… un enorme prato, bellissimo, con qualche albero al centro e laggiù in fondo, quando il terreno prende a salire ripido verso il monte della Verna, un grande bosco verdissimo… e lassù in alto, quasi circondato dal bosco, s’intravede il campanile del Santuario della Verna.

Mi metto a camminare per il prato, in lungo e in largo, con calma, dopo essermi tolto il giacchetto. Anche se siamo oltre i mille metri di altezza quassù fa veramente caldo, dato che il prato è esposto verso sud e il grande monte della Verna lo protegge dalle correnti fredde del nord. E questo spiega perché gli orti dei frati erano particolarmente produttivi e fornivano grandi quantità di verdura e frutta alla comunità francescana nei secoli passati.
E non solo: qui venivano coltivate fin dal lontano Quattrocento una grande varietà di erbe e piante medicinali, che poi gli speziali della Verna utilizzavano per ottenere i farmaci dei secoli passati.

L’infuso di Assenzio era efficace contro la febbre e tante malattie infettive; con le foglie e i fiori di Digitalis Purpurea si curava lo scompenso cardiaco; l’infuso di Valeriana curava l’ansia e favoriva il sonno; la tintura di Belladonna era efficace nelle coliche addominali; la tisana di Timo eccezionale nella cura dell’asma… e poi l’Aloe, la Malva, l’Aglio, l’Ortica, il Rosmarino…

Fantastico! Mi sento emozionato. Arrivato nei pressi della Beccia, prendo la via del ritorno e mi metto anche a cantare una canzoncina che mi piaceva tanto quand’ero ragazzetto: “San Francesco della Verna / che ci aiuta e ci governa / ce lo dà un boccon di pane / ché un si moia dalla fame”.

Sono tornato alla mia auto felice.

“I Racconti del Torrente”, storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino

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