di Anselmo Fantoni – L’associazione Quinte tra le Note oramai da tanti anni (è stata costituita nel 2006) cerca di coniugare la struttura teatrale con contaminazioni musicali. In effetti le loro produzioni sono praticamente musical. Nel tempo la produzione si è diversificata ed ampliata fino a coinvolgere non solo musicisti, attori e ballerini, ma anche le famiglie che riescono a stupirsi del prodotto offerto. I numeri parlano di un successo, certo i numeri non sono quelli di altre realtà nazionali o internazionali, ma quando uno spettacolo fa sold out cosa chiedere di più?
L’attuale Presidente, Giovanni Detti, e la direttrice artistica/regista Cinzia Zulato, quando parlano del loro impegno si illuminano, si vede e si sente che sono innamorati di quello che fanno. Nel tempo hanno messo in scena anche «pieces» originali scaturite dall’eclettico genio dell’Arch. Rupi, oggi è Cinzia che sceglie il musical e che lo adatta alle capacità degli interpreti. Il Casentino non può contare su un pubblico numericamente vasto, per cui la scelta dello spettacolo deve tenere conto di coinvolgere una platea abbastanza ampia, così da poter garantire la sostenibilità del progetto.
L’ultima fatica, Hakuna Matata, sta cercando di superare il successo di pubblico di La Bella e la Bestia e Notre Dame de Paris che hanno superato i duemila spettatori. La struttura portante parte dalla componente musicale, e qui la professionalità dei musicisti e del loro Direttore, Leonardo Rossi, fanno la differenza. In effetti far girare lo spettacolo imperniato sulla colonna sonora, non è semplice, non siamo abituati a qualcosa di vero, non filtrato, anzi, la musica dal vivo, la recitazione e il canto, utilizzando anche un coro, fanno sintesi tra musical e melodramma, italianizzando anche cose che provengono da oltre oceano. In questo progetto sono presenti anche le ballerine acrobatiche della Chupas Dance diretta da Silvia Fani che ha al suo interno i campioni mondiali, in una ricerca di sinergia a 360° tra musica, teatro e danza.
Alcune problematiche di vallata sono difficili da superare, strutture teatrali piccole, esiguità di abitanti e sensibilità a nuove offerte culturali. I teatri poi hanno bisogno di strutture a supporto degli artisti, dai camerini alle strutture per la gestione delle quinte, attualmente il luogo più performante è quello del Teatro di Stia, ma la speranza che altre strutture prendano corpo non viene meno. La cura maniacale della parte musicale, con tante canzoni originali con testi di Giovanni Detti e le musiche di Leonardo Rossi, si innesta nella cura delle scenografie e costumi, scenografie atte a ricreare gli ambienti in cui si svolge la storia, a volte con quinte tradizionali, a volte con proiezioni di panorami. Alla produzione dei costumi hanno contribuito alcune persone del Carnevale di Stia per le maschere del musical, arrivando poi a coinvolgere altre preziose collaborazioni fino a Subbiano dove Daniela Alberti ha curato, costruito ex novo o a volte riadattato costumi già esistenti.
Il 23 e 24 novembre scorso lo spettacolo ha fatto il suo debutto proprio nel Teatro di Stia, con una alta partecipazione di pubblico e un grande successo. Il prossimo 11-12 gennaio, sempre al Teatro di Stia, potremo ammirare di nuovo questo spettacolo che offre tutto quello che è possibile esibire su un palco, uno sforzo che tornerà a coinvolge decine di persone (circa 50/60 tra attori, musicisti e tecnici). Oltre alle date in quel di Stia è prevista anche la presentazione, adattata e corretta, a 312 alunni delle scuole di Subbiano e Capolona. Anche nelle repliche di gennaio si prevede il sold out, per cui vi consigliamo di prenotare una serata di puro divertimento, e perché no di riflessione, offerta da professionisti e volontari della cultura, godendo di uno spettacolo unico tutto prodotto all’interno della nostra valle. Scusate se è poco.