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venerdì, 19 Aprile 2024

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I Super Maestri

Pubblichiamo con piacere il “primo libro” di Augusto Gambacorta, un giovane scrittore di 10 anni che ha risposto all’annuncio de “L’Acchiappastorie” di Simona Pierozzi sulla rubrica Essere, rivolto a tutti quei bambini appassionati di scrittura. CASENTINO2000 infatti, dà loro la possibilità di vedere pubblicate sul giornale le loro “opere”, come quella di Augusto. In questo racconto il nostro scrittore si è inspirato ai suoi maestri di Santa Chiara (Sansepolcro, dove vive); il titolo è “I Super Maestri” e la sua prima serie si intitola “Persone Speciali”.

Capitolo 1 – Una giornata insolita

Ciao sono Cristina e faccio la maestra a Sansepolcro. Un giorno fui avvertita dal mio collega Emanuele che a casa avrei incontrato una persona importante da ascoltare con attenzione. Infatti mentre tornavo dalla scuola e andavo a casa incontrai questa persona che mi disse: “Vieni con me, ti devo dire una cosa.” Io, un po’ perplessa, lo seguii e lui mi disse una cosa scioccante: “Mi chiamo Franco e ti propongo una cosa: vuoi diventare una super eroina?” Io, sperando che avessi sentito male, chiesi “cosa hai detto?” allora Franco sbuffò e chiese di nuovo: “Vuoi diventare una super eroina?” Io scappai ed entrai in casa il più veloce possibile per evitare che mi seguisse, ma quando mi girai me lo trovai davanti. A quel punto chiesi: “Tu sei Trasporting?” e lui rispose: “Esatto, allora vuoi diventare una super eroina?” E io risposi: “Si!”

Allora io mi chiesi “e se stesse bleffando?”, ma scacciai subito quel pensiero perché ero troppo contenta e chiesi: “Come mi chiamerò?” Franco rispose: “Eletric!” Gli feci un’altra domanda: “Che potere avrò?”. Lui rispose: “Avrai la super velocità e sparerai palle di fuoco.”

Io, presa dalla felicità, stavo per urlare, ma Franco mi tappò la bocca per evitare che qualcuno mi sentisse.

Lui mi disse: “Domani dopo la scuola vai dentro al giardino di Piero della Francesca, vicino alla piscina dei pesci, tuffati ed entra nel mio covo, però assicurati che non ti veda nessuno.”

Allora feci come mi aveva detto anche se mi sentivo strana e quando entrai nel covo rimasi paralizzata per quanto la caverna fosse bella perché era tutta d’oro puro con oggetti supertecnologici, ma la cosa più stupefacente era la mia tuta perché avevo una maschera d’oro e tutto il resto d’argento e avevo i baffi rossi tipo sangue.

Io chiesi: “La tuta è per me?” Lui rispose: “No, tutta la stanza è per te perché io andrò in un altro covo. Per aprire il tuo covo butta una monetina nella piscina.” Io sorpresa l’abbracciai, ma mi staccai subito per la vergogna e dissi: “Scusa sono felicissima e ti ringrazio tanto per questo regalo.”

Poi dissi: “Come hai fatto a far dire ad Emanuele che ti avrei incontrato?” Lui rispose: “lo l’ho ipnotizzato. Non lo sapevi che avevo questo potere?” Io risposi secca: “No!”

Allora lui disse: “Va bene, me ne vado subito, però sta attenta a non pigiare mai il bottone rosso che libera l’uomo orso.”

Appena andato via Franco, io andai dritta a vedere meglio la mia tuta. Guardando meglio, vidi una scritta strana jubel. Allora andai su internet per cercarla, ma non c’era nessuna traccia. Trovai però un‘altra scritta marraj e pensai che provenisse da un’azienda nemica in questa zona. Pensai inoltre che ci doveva essere un‘altra spiegazione molto più pericolosa di quanto pensassi e mi dissi “ci penserò domani sera”. Appena andai a letto e mi addormentai, ebbi un terribile incubo. Mi trovavo dentro una fabbrica che produceva armi di ogni genere e in ognuna c’erano una scritta “jubel e marraj insieme per sempre.” Ad un certo punto una guardia entrò nella sala armi e prese un mitra e disse: “Finalmente potrò distruggere Eletric.”

Mi mirò un attimo e se ne andò. Successivamente l’incubo cambiò. Ero dentro una tomba dove mi faceva guardia un robot che diceva parole insensate e ad un certo punto le pile del robot si scaricarono e io riuscii a scappare, ma mi ritrovai in un mondo completamente diverso dove c’erano conigli magici, cappelli volanti, bacchette magiche che facevano da lancia a maghi pazzi e scatole magiche dove uscivano mostri.

Mi svegliai dopo un urlo tremendo che veniva dalla finestra. Mi affacciai e vidi un uomo tutto nero che stava accoltellando un gruppo di ragazzi con uno strano aggeggio. Mi accorsi che l’uomo che accoltellava era la stessa persona che avevo visto nel sogno! La strategia dell’uomo era di convincermi ad andare da lui per intrappolarmi. Io non avevo scelta perché avevo il dovere di salvare quegli uomini, altrimenti questa città sarebbe diventata un luogo di guerra dove sarebbero morte tantissime persone. Allora pensai “prima di tutto devo capire chi è” e corsi verso la caverna e mi misi il costume. Prima di andare però riguardai le scritte e ripensai al sogno.

 

Capitolo 2 – L’identità dell’assassino

Io uscii dalla caverna per controllare meglio i movimenti del cattivo e per vedere se aveva la marca “jubel e marrej insieme per sempre.”

Il nemico si girò di scatto e mi chiese: “Cercavi questa?” e indicò la marca nel colletto. Lui schiacciò un bottone giallo che era sulla tasca e io venni risucchiata dalla terra. Dopo pochi secondi mi ritrovai legata da delle catene dove le guardie erano i robot con mitra, poi entrò nella sala l’uomo nero che disse delle parole in latino e i robot mi circondarono. Io chiesi in modo minaccioso: “Chi sei? Da dove vieni? Cosa vuoi farne di me? Come facevi a sapere della mia esistenza?” Lui rise e poi rispose: “Quante domande, ma non ti posso dire chi sono e nemmeno come facevo a sapere della tua esistenza perché lo scoprirai più tardi. Io vengo da Napoli e ti voglio distruggere per evitare che sventi il mio piano.”

Io mi dimenai e poi mi ricordai dei miei super poteri e pensai ”e se usassi la super velocità per distruggere le catene e la palla di fuoco per stordire i robot?” Cosi feci e riuscii a scappare dai nemici.

Andai subito nella caverna, contattai Trasporting e gli raccontai tutta la storia: la marca strana, il sogno e l’uomo nero che mi voleva uccidere e gli chiesi se mi poteva dare qualche consiglio e lui rispose: “Ascoltami bene, fra tre giorni ci sarà una festa dove ci sarà il sindaco e sicuramente anche l’uomo e per questo ci sarò anche io. Tu devi soltanto spiare i movimenti dell’uomo ma, se ti vede, scappa immediatamente e dimmi tutte le cose che hai visto. Va bene?” Io risposi preoccupata: “Sì!” Ebbi due giorni pieni d’angoscia per aspettare il momento della festa. In questi due giorni mi diedi da fare con delle truppe di robot.

Trasporting mi informò che domani, il giorno della festa, l’uomo avrebbe svelato la sua identità e avrebbe mandato un truppa di robot giganti alti 7 metri e il capitano alto 45 metri. Allora io allibita da questa notizia mi misi ad urlare: Perchééééééééééééééééééééééééééééééééé!”

La mattina dopo andai a scuola ma ero troppo sovrappensiero per insegnare e per questo dissi cose insensate. In più ero troppo stressata perché era il giorno della festa e ci sarebbero stati un gruppo di robot giganti. Dopo la scuola andai nel luogo della festa e controllai che non ci fossero trappole o roba del genere, ma non c’era nessuna traccia di nemici. A un certo punto si spensero tutte le luci e nella schermata gigante apparve l’uomo nero con in mano un mitra e disse: “Io Sono Thor Belva e sono rinato. Ho preso il controllo di Trasporting, ma il suo vero nome è Franco e ora vediamo se riuscirete a fermare i miei robot.”

Allora apparvero 34 robot tutti enormi. Io disse: “Tuta a me!” e per magia apparve la tuta.

Presi una corda e legai 2 robot insieme e gli lanciai 3 palle a testa fondendoli, poi lanciai una palla gigante stordendo tutti i giganti tranne il capo e pensai “se distruggessi il capo distruggerei tutto il gruppo!”

Presi un barile pieno d’acqua e lo lanciai e lui tremò insieme a tutta la terra perché prese la scossa. Poi lanciai al robot 12 palle di fuoco e si fuse insieme con tutto il gruppo. Dal terreno uscì una conchiglia che io aprii. Uscì il più grande robot al mondo alto almeno 123 metri. In quel momento ritornò Thor Belva e disse: “Oh oh, non vi ho avvertito del boss gigante. Ti do una notizia: anche se lo distruggi torna da me!”

Allora io allarmata cercai di legarlo ma lui distrusse le corde. Mi stava per schiacciare quando una barriera mi circondò e il piede di ferro si fuse. Allora mi resi conto che l’unico modo per distruggerlo era sparare palle di fuoco come non avevo mai sparato, però sapevo che avrebbe consumato un po’ della mia vita.

Lo feci lo stesso e mi ritrovai in coma. Appena mi svegliai mi ritrovai davanti a Thor Belva che disse: “Buongiorno non ti preoccupare, hai dormito solo tre giorni e ora dormirai per sempre. Grazie alla tua strage di robot ho creato un robot ancora più forte immune al fuoco!” Io perplessa dissi: “Davvero? Fammelo vedere!”

Ed entrò un robot alto 1 metro e io mi misi a ridere: “Ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah ah!” Poi Thor Belva disse: “Trasformazione” e si trasformò in un gigante alto 57 metri. Io sbalordita dissi: “Oh!”

Thor Belva rise a crepapelle e disse: “Distruggila!” e io scappai con la super velocità, ma il braccio metallico mi afferrò e rise a crepapelle. Più rideva più stringeva e il suo obbiettivo era strozzarmi, ma mossi le gambe il più possibile e il robot prese la scossa e scappai e urlai il più possibile: “Nooooooooooooooo sono stata catturata di nuovo!”

LIBRO AUGUSTO

Capitolo 3 – Il petrolio radioattivo

Io pensai “e se chiedessi a Emanuele di diventare il mio braccio destro?” Allora corsi a scuola e chiesi: “Dov‘è Emanuele?” e la bidella rispose: “E’ nella 4 c.”

Allora corsi e arrivai nella classe e chiesi: “Puoi venire Emanuele? è una cosa importante.” Emanuele disse: “Aspettate bambini, vengo subito, non fate confusione” Io chiesi: “Tu c’eri alla festa?” e lui rispose: “Sì, perché me lo chiedi?” e io continuai: “Hai visto Eletric? Sono io e ho bisogno di un aiuto. Vuoi diventare il mio braccio destro?” Lui rispose: “Sì. Che poteri avrò? Come mi chiamerò?” e io risposi: “Decidi tu” e lui eccitato disse: “Mi chiamerò Emax e avrò il potere di essere radioattivo, di avere un super urlo e di poter andare sotto terra, ma come farò ad avere questi super poteri?” Allora io risposi: “Per essere radioattivo ti devo lanciare petrolio radioattivo, poi per andare sotto terra avrai dei guanti con delle trivelle e per avere il super urlo dovrai ingoiare un microfono” e lui disse preoccupato: “Ok!”

Allora andammo nella caverna per fargli vedere la tuta e anche lui rimase sbalordito perché aveva la tuta tutta blu con le strisce gialle. Prima che potesse parlare, gli lanciai il petrolio radioattivo e gli dissi: “Non puoi parlare per un’ora e nemmeno aprire bocca.”

Finito il tempo gli diedi un microfono e lui lo ingoiò in un secondo e io dissi: “Urla!” e lui disse a tutta voce: “Ciaoooo!” e si ruppe un vaso e dissi: “Il super urlo funziona. Ora tocca il vaso rotto per controllare se sei radioattivo”, toccò il vaso e si sciolse e dissi: “Sei radioattivo, ora devi dire ‘trivella’” e lui disse: “Trivella!” e andò sotto terra e sbucò propri sotto di me e disse: “E’ stato bellissimo!”

All‘improvviso suonò l’allarme e lui esclamò: “La mia prima impresa!”

Appena uscimmo ci trovammo davanti ad un ciclope alto 30 metri che rideva con in mano una persona vestita di nero. Il ciclope si voltò e corse verso di noi. Allora Emanuele disse: “Trivella!” e scomparve e io usai la super velocità e così scomparvi anche io. Il ciclope si bloccò e mano a mano si sciolse e comparve sotto di lui Emax. Io dissi: “Grazie!” ed Emanuele rispose: “Prego, sapevo che il ciclope aveva il potere di rallentare il tempo e ti avrebbe catturato se fosse riuscito a rallentarlo e quindi ti ho salvato la pelle. Sono stato bravo?” Io dissi: “Veramente bravo!” Mentre parlavamo, dalla terra sbucò un mostro bruttissimo, con cento braccia e cento gambe che diceva: “Vi prenderò!” e corse verso di noi e, prima che riuscissimo a fare qualcosa, ci afferrò. Io cercai di sferrare una palla di fuoco ma il Centomani con una mano mi fermò. Emax urlò nell’orecchio dicendo: “Vatteneeeeeee!” e il Centomani scomparve. Io sbalordita dissi: “Mi hai salvato ancora” ed entrammo nella tana. Emax disse: “Ho avuto tantissima paura, andiamo a dormire e domani continueremo a lavorare per capire se sulla terra c’è qualche meccanismo che fa uscire i mostri.” Io risposi ok. Mentre tornavo a casa c’era un rap che si esibiva e secondo me aveva qualcosa di malefico, ma ero troppo stanca per pensarci. Inoltre mentre continuavo il tragitto avevo visto qualcuno che mi fissava e che mi seguiva, ma quando mi girai non vidi nessuno.

Quando entrai in casa mi trovai davanti Thor Belva che disse: “Tu hai distrutto tutti i miei servitori ma non finirà qui. Quando avrò il controllo totale del corpo sarò indistruttibile e manderò mostri fortissimi!” Io terrorizzata dissi: “Perché sei qui?” E lui rispose: “Per informarti che domani davanti a casa avrai una sorpresina…” Scomparve e io non dormii per la notizia che mi aveva dato Thor Belva. All’improvviso qualcuno bussò alla porta. Era il rapper che disse: “Sono Maicol Geson e sono qui per distruggerti.” Mi prese, mi chiuse in uno stanzino e iniziò a frustarmi. Io alla fine svenni e mi risvegliai in un mondo fatto di magia uguale al mondo che era nel sogno. Ad un certo punto un coniglio mi disse: “Benvenuta nella prigione di Thor Belva dove i guardiani sono maghi pazzi e mostri. Tu sei nella cella numero 45. Buona fortuna!” Nella cella 45 c’erano 10 maghi e 1 mostro terrificante. Appena entrata, dissi a bassa voce: “Tuta a me” e lanciai una palla infuocata ad un mago. Gli altri maghi, che si erano arrabbiati, fecero un incantesimo: “Scachi…”, ma prima che finissero l’incantesimo, una mano mi afferrò la caviglia e mi portò giù. Era Emax che mi disse: “Vieni con me, so dov’è l’uscita!” Lo seguii e in trenta secondi trovammo l’uscita. Poi mi misi a ridere a crepapelle per effetto della magia e mentre ridevo andavo a casa. Al contrario delle altri notti, dormii benissimo e quando mi svegliai mi trovai di nuovo davanti a Thor Belva. Gli dissi: “Combatti contro di me o hai paura?” Lui rise.

 

Capitolo 4 – La battaglia contro il rapitore

Alle mie parole, Thor Belva disse: “Oggi non combatterò contro di te, ma ti batterai contro Emergim nello spazio”, schioccò le dita e mi trovai nello spazio davanti ad un toro sputa fuoco. Ad un certo punto mi diede la carica. Io mi allontanai, formai una palla di fuoco e la lanciai al toro che cadde a terra. Poi si riprese subito e sputò fuoco. Io lo schivai, ma mentre guardavo il fumo, il toro mi attaccò. Io lo schivai per miracolo e poi gli lanciai 2 palle di fuoco. Ruppi il robot toro ma mentre urlavo: “Siiiiiii!” il toro che era diventato d’oro mi attaccò e io lo schivai, gli diedi un pugno, ma mi ruppi quasi una mano. Il toro sputò fuoco e io lanciai la palla di fuoco e scappai, ma il toro, mentre rideva, fu colpito dalla palla di fuoco e fu disintegrato. Io mi ritrovai stesa nel letto. Mi resi conto che era stato solo un sogno ma ero un po’ turbata e mi chiesi mentre andavo nella tana ”e se fosse tutto vero?”

Quando andai nel covo, Emanuele mi disse: “Cosa ti è successo?” Io che non riuscivo a mentirgli, gli raccontai tutto quello che era successo e lui disse: “Il covo di Thor Belva è sotto la terra, giusto?” Io risposi: “Si!” e lui continuò: ”Dobbiamo entrare nel covo e in questo modo potremmo distruggere la macchina che riproduce i mostri!” e io spaventata dissi ok. Ad un certo punto Emax disse: “Trivella!” e andammo sotto terra ma ci trovammo davanti una porta di ferro. Io lanciai un palla di fuoco, ma la porta non si ruppe. Emax toccò la porta ma non si sciolse, allora io dissi: “Uniamo i super poteri, tu tocchi la porta quando dico via e io sparerò una palla di fuoco.” Dopo qualche secondo di pausa dissi: “Via!” Lui tocco la porta, io sparai la palla di fuoco e finalmente riuscimmo ad aprire la porta e quando scendemmo, ci trovammo davanti il mio rapitore Maicol Geson. Lui disse: “Bene, bene, bene ci rincontriamo di nuovo ma questa volta sei con un amico. Io però voglio combattere senza distrazioni”

Schioccò le dita e mi ritrovai nel mar Morto, poi lui disse: “Mostro in azione!” e si trasformò in uno squalo con otto braccia. Io rimasi disgustata e dissi: “Tuta a me!” e mi ritrovai con la tuta addosso.

Lui sputò un getto d’acqua, ma io attivai lo scudo. Allora io creai una grandissima palla di fuoco che inseguiva i cattivi anche sott’acqua. lo la lanciai e, come previdi, il mostro andò sott’acqua seguito dalla palla di fuoco. Io, soddisfatta andai verso la riva, ma prima che uscissi, un tentacolo mi afferrò e mi tirò giù. Così mi ritrovai davanti il mostro con un solo tentacolo e senza denti. Lui sorrise e mi porto in fondo al mar Morto, ma poi, sorpresa, mi resi conto che riuscivo a respirare anche sott’acqua e mi ritrovai in una barca affondata. Il rapitore sorrise e con mia sorpresa parlò e disse: “Benvenuta nella mia casa, spero che ti piaccia.” A quel punto mi attaccò con il suo unico tentacolo, ma io lo presi e glielo spezzai.

Lui, infuriato, scosse la testa e come per magia la nave si alzò e si scaraventò contro di me e mi salvai solo grazie al mio scudo elettrico. Allora lanciai la palla di fuoco impermeabile, lo colpii e lui disse: “Il mio assistente ti fermeràààààà!” e si sbriciolò.

Io mi ritrovai Emax che combatteva contro un milione di ciclopi e iniziai ad aiutarlo mettendo fuori uso venticinque ciclopi, mentre Emax si occupava dei altri. Quando li distruggemmo tutti, apparve il ciclope più grande del mondo che ci guardava ipnotizzandoci, ci attaccò e noi prendemmo un pugno in faccia. Emax urlò e polverizzò il ciclope. Dopo qualche secondo io dissi: “Distruggiamo il robot che produce i mostri?” ma appena dissi questa frase, almeno una quindicina di mostri di gelatina ci attaccarono. Io lanciai la palla di fuoco, ma attraversò i corpi dei mostri. Emax urlò e i mostri di gelatina si sciolsero ma si riunirono subito e io dissi: “Scappiamoooooo!”

Appena riuscimmo a sbucare da sotto terra, trovammo una casa in fiamme e un invasione di alieni che stava divorando i cittadini. Io lanciai una palla di fuoco e distrussi un centinaio di alieni. Allora Emax disse: “Non vi vogliamo piùùùùùù” e si distrussero tutti gli alieni ma apparvero i mostri di gelatina.

 

Capitolo 5 – La banda

Io, preoccupata, pensai “ormai è la fine” ma ad un certo punto apparve un fulmine che distrusse tutti i mostri e dal cielo una signora con una tuta blu elettrico con un fulmine apparve e disse: “Sono Fulmine e sono una vostra collega!” Io capii e chiesi a sottovoce: “Brunella come hai fatto a essere un super eroina?” Lei rispose: “Ti spiegherò tutto dopo, prima festeggiamo.” Senza accorgermene mi misero in una sedia degna di una regina e mi trasportarono in giro per la città.

Quando mi guardai indietro, ritrovai i miei amici seduti che urlavano dalla felicità, ma la sorpresa più grande fu la presenza di un’enorme banda musicale che prima non avevo sentito. Appena finita la festa presi Brunella e la portai in un angolino e le chiesi: “Come hai fatto a essere una super eroina?” e lei rispose: “Un giorno sognai che due persone diceva “Jubel e Marraj insieme per sempre” poi di colpo mi alzai e ripetei la frase del sogno e in quel momento creai un fulmine!” Ad un certo punto mi ricordai le parole del mio rapitore che disse che la sua assistente si sarebbe vendicata. Temendo che Brunella fosse l’assistente, scappai e andai nel covo dove Emax mi stava aspettando perché stava suonando l’allarme. Forse stava iniziando un’altra avventura…

(tratto da CASENTINO2000 | n. 277 | Dicembre 2016)

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