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giovedì, 18 Aprile 2024

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I burroni ghiacciati della Giogana

testi e foto di Andrea Barghi – Chi s’inoltra audacemente nel mese di Dicembre, il momento più crudo dell’anno, attraverso i Burroni della Giogana per giungere nelle radure assolate dal tiepido sole invernale di San Paolo in Alpe, può considerarsi a pieno diritto un vero amante di questi luoghi. L’alba del giorno, lievemente colora d’oro la tintinnante calaverna che abbarbicata tenacemente sui rami degli alberi vuol godersi il panorama. Il vento nel crudo e pungente inverno riesce a modellare a suo piacimento anche i burroni della Giogana facendoli “fiorire” di bianco candido macchiato dal rosaceo raggio di sole mattiniero. Tutto questo accade mentre l’attonito Pioppo nero di San Paolo in Alpe domina su l’intero alpeggio. Lui, il vecchio saggio, conosce ogni più piccolo angolo remoto di questo antico appennino, sa, dove il lupo si nasconde agli occhi indiscreti del suo peggior nemico; l’Uomo. Conosce anche luoghi dove Daini e cervi vanno a rifugiarsi nei giorni tempestosi, giorni nei quali la bufera spazza con tutta la sua forza travolgente i prati dell’alpeggio. I biancospini riescono a resistergli e, pur assumendo forme incredibili non lasciano la prateria, luogo dove sono nati e dove hanno deciso di vivere la loro esistenza, dando cibo agli uccelli ed un riparo ai mammiferi. Ma il nostro saggio amico Pioppo Nero, sa anche chi disturba la quiete di questa immensa e selvaggia radura. È un uomo senza scrupoli che per il suo assetato egoismo non rinuncia a distruggere luoghi incontaminati, spazi atti a proteggere la fauna selvatica… Dicembre lo sappiamo tutti è dove l’inverno inizia a possedere la foresta facendone sculture di una candida purezza e allo stesso tempo, aiutato dal sole, le colora d’un infinito rosa pallido ma anche d’un azzurro tenue quasi soffice. Il silenzio ovattato ne rende magiche le atmosfere che sempre più si manifestano nelle ore più impensabili. Anche la Luna è amante dell’inverno. Dall’alto dei cieli neri illumina con fasci di luce fredda le foreste e gli alpeggi e dobbiamo a Selene se possiamo godere del fascino evocativo che la sua luce, illuminando boschi e radure come fosse giorno permette di respirare la magica aria notturna… Se veramente amanti di questa stagione, che può sembrare fredda e inospitale, possiamo emozionarci vedendo sagome lupesche che attraversano radure mentre proiettano la propria ombra sulla candida neve, allora non pensiamo all’inverno come una stagione morta, ma piuttosto ad una stagione vitale e pensante, dove l’attesa è il suo punto forte. Poiché il gigante di ghiaccio sa che la primavera toglierà l’abito bianco agli alberi ritornando impetuosa e vitale come ogni anno!

AlberoCrepuscolo
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