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venerdì, 19 Aprile 2024

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I cacciatori di rifiuti

di Elisa Fioriti – “Puliamo il Casentino”: l’iniziativa spontanea di un gruppo di cittadini attivi e risoluti, che progettano un futuro green per la vallata. “Il pattume di Leonia a poco a poco invaderebbe il mondo, se sullo sterminato immondezzaio non stessero premendo, al di là dell’estremo crinale, immondezzai d’altre città, che anch’esse respingono lontano da sé montagne di rifiuti. Forse il mondo intero, oltre i confini di Leonia, è ricoperto da crateri di spazzatura, ognuno con al centro una metropoli in eruzione ininterrotta”. Perché la Città Invisibile Leonia, plasmata dalla penna di Italo Calvino, si rispecchia nella realtà quotidiana in cui versano le nostre di città e paesi. Basta: Puliamo il Casentino! E davvero lo stanno facendo di loro spontanea iniziativa alcuni casentinesi che hanno messo su un gruppetto per andare a caccia di rifiuti. Ce lo raccontano Roberto Agostini e i compagni Licia Baldini, Diego Righi, Jolana Kozarova.

Agostini, è lei il promotore? Roberto: «Mia l’idea sì, per un sentimento istintivo, che nutro sin da ragazzo, di rifiuto ai rifiuti abbondanti per le strade o nel verde, gettati rozzamente a destra e manca da incivili incuranti dell’ambiente in cui pur viviamo: la natura è bella pulita! Questo sentire comune a me e agli altri ci ha spinto ad agire, organizzando una prima “battuta di caccia” il 19 febbraio, per ripulire il tratto (poco più di 5 km) che dalla rotonda di Pratovecchio arriva a quella di Campaldino».

Licia: «C’è stato un passaparola tra amici e conoscenti, che ha avuto risonanza sui social; io ho preparato una locandina con le informazioni essenziali, i contatti di riferimento e l’equipaggiamento occorrente: guanti, scarponcini, giubbotto catarifrangente e… buona volontà! Eravamo una decina, tra cui alcuni membri del CAI di Stia, uniti al gruppo di volontari come privati cittadini: al momento, la nostra non è un’associazione, ma un’iniziativa che, prescindendo da colori politici e orientamenti personali, è aperta a chiunque condivida l’amore e il rispetto per il territorio e voglia impegnarsi in azioni che lo valorizzino».

Quanta spazzatura e di che genere avete raccolto? Diego: «Tra barattoli, bottiglie di vetro e plastica, valanghe di pacchetti di sigarette, buste e oggetti fra i più disparati, dai pannolini usati addirittura al sanitario… abbiamo riempito 60 sacchi condominiali capienti 110 litri l’uno».

Roberto: «Niente stupore: stesso bottino, water incluso, durante la seconda mattinata di raccolta, fissata per il 5 marzo (già in aumento le adesioni dei partecipanti al diffondersi di curiosità ed entusiasmo), rimandata al 2 aprile causa maltempo. Ci siamo spostati a Ortignano Raggiolo: altri 5 km di strada, dalla rotonda di Bibbiena al Circolo Arci. Licia, lì del posto, ha coinvolto la Racchetta, associazione a cui è iscritta e che si occupa di prevenzione e repressione d’incendi boschivi, protezione civile, servizi di pubblica utilità. Prezioso l’intervento non ufficiale dei colleghi, potendo disporre del loro pick up, certo meglio della mia auto, usata la volta scorsa in mancanza di mezzi adatti. Ma come dimenticare l’altro water, quello che vent’anni fa ho scovato in cima a una quercia ad Avena, vicino casa, incastrato in un ramo tagliato apposta… Abitandoci, ripulisco spesso la via: quanta immondizia, m’infastidisce! E oltre ai rifiuti spersi, buttati dal finestrino di macchine in corsa…»

Licia: «Probabilmente pure da camminatori o ciclisti che di sportivo hanno l’apparenza: le strade principali e di campagna sono tappezzate di vecchie borracce e resti di bevande energetiche e barrette!»

Roberto: «Da sommare, sul territorio dell’intera vallata, alle centinaia di buste della spesa lungo i margini della carreggiata o impigliate alle piante e agli innumerevoli rifiuti nelle scarpate, nei crinali e nei campi che fuoriescono (li ho proprio visti!) dai camion della nettezza urbana.

Recuperando la robaccia che vanno seminando e parlando con gli autisti al lavoro per segnalare il problema, mi è stato fatto notare che molti dei nuovi camion non prevedono coperchio, ma sono aperti o semiaperti, con una rete che non arriva a toccare il cassone lato a lato e lascia libere due fessure: quando il camion è in moto, all’aumento della velocità di percorrenza, si leva un vortice d’aria dentro il vano portarifiuti che ne fa volare una parte, nonostante ci sia la pressa a pistone, specie la spazzatura gettata sfusa (in contravvenzione all’obbligo di raccoglierla in sacchetti) e la spazzatura leggera, le buste di plastica che sono vaporose, o materiali di polistirolo, di nylon… Guardate che telone ha perso un camion della spazzatura ad Avena: un lenzuolo di un paio di metri, che guai si fosse steso addosso a qualcuno, sul parabrezza di un auto! E non dipende dall’operato di singoli addetti e camionisti, bensì da come sono configurati i mezzi e le procedure di raccolta di rifiuti. Bisogna urgentemente che chi ne è responsabile intervenga a risolvere la situazione. Camion dotati di copertura diversa? Obbligo per gli operatori di aprire e chiudere a ogni carico e scarico il cassone del camion tramite teloni idonei, a costo di rallentarne l’attività ma migliorandola a livello qualitativo? Operatori a svolgere una periodica pulizia stradale, complementare all’attività dei camion?»

Diego: «Abbiamo pure riscontrato la perdita di materiali industriali per la strada che porta a Pratovecchio, persi questi da camion delle ditte che trasportano avanti e indietro piccoli carichi nelle immediate vicinanze, senza sistemarli accuratamente come quando compiono lunghi tragitti».

Organizzerete altre raccolte di rifiuti? Roberto: «Ci piacerebbe allargare il gruppo, trovare due-tre referenti in ciascun paese del Casentino a guida di squadre di volontari di quartiere e, partendo dalla ripulitura della zona di casa, aiutandosi reciprocamente tra vicini, coordinare giornate di raccolta collettiva: ecco amici pronti a condividere un’esperienza divertente quanto gratificante, contribuendo al futuro sviluppo del territorio e della comunità».

Jolana: «Contattateci su Facebook alla pagina https://www.facebook.com/puliamoilCasentino/ o ai numeri indicati nel blog di mia figlia Licia http://theartistadventurer.com/index.php/2017/04/06/nasce-puliamo-il-casentino/. Magari riuscissimo a coinvolgere scuole e famiglie in progetti più ampi per la salvaguardia dell’ambiente».

Licia: «Già mi ha contattata l’associazione Tahomà per l’eventuale partecipazione alle nostre iniziative del gruppo di richiedenti asilo di cui loro gestiscono l’accoglienza e l’inclusione, con iniziative che guardano al territorio. E insieme a Silvia Rossi di ExpArt – Studio&Gallery (con lei ho realizzato delle mostre esponendo le mie opere d’artista), pensavamo di allestire un’esposizione ispirata alla Natura: le bellezze della Natura idealizzata che s’infrangono nella discarica della realtà, fotografata, dipinta, scolpita, raccontata da artisti diversi, prevedendo altresì laboratori di riciclo di materiali di scarto. Insomma, cominciamo?»

(tratto da CASENTINO2000 | n. 282 | Maggio 2017)

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