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sabato, 5 Ottobre 2024

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Il Domo di Bibbiena diventerà presto un sito archeologico permanente e visitabile

La notizia è resa nota dall’Assessore alla Cultura del Comune di Bibbiena Francesca Nassini che, nei giorni scorsi ha incontrato, per questa finalità, la dottoressa Ada Salvi responsabile dell’area Casentino della Soprintendenza per i Beni Archeologici della Toscana. Prossimamente seguirà – come appreso dalla stessa Assessora – anche un incontro più approfondito con il Soprintendente stesso che capire, a livello progettuale, quali sono gli interventi ammessi.

In sostanza si tratta di creare un sito archeologico permanente collegato, attraverso il castellare e quindi il centro Storico allo stesso Museo “Piero Albertoni”. Un luogo visitabile sempre e non solo durante le stagioni di scavo.

Sono oltre dieci anni, infatti, che si scava in questo luogo dal quale. Dalla messa in luce del suo impianto termale – trenta anni fa – da una decina di anni sono riprese ricerche da parte della società Archeodomani che, ogni stagione, portano alla luce altri pezzi di storia. Ogni anno, tuttavia, ciò che viene scavato viene puntualmente ricoperto per motivi di sicurezza e di tutela.

L’obiettivo che si è posta l’amministrazione è quello di creare un’adeguata copertura allo splendido impianto termale romano e portarlo così alla luce del sole e alla portata di chiunque voglia ammirare tale bellezza. E questo anche in un’ottica di collegamento con il Museo Archeologico (che già ospita reperti significativi del Domo) sia dal punto di vista spaziale che documentale e di attività promozionali.

Francesca Nassini commenta: “Tali bellezze devono essere rese fruibili, perché hanno un valore documentale importante sul nostro passato e perché ciò è lo scopo della cultura. Allo stesso tempo penso al valore promozionale che una tale operazione potrà avere per il territorio di Bibbiena e per tutto il Casentino. Un sito archeologico così accessibile e così ben collegato con il centro cittadino non è cosa usuale. Spero che il confronto con il Soprintendente possa dare buoni risultati per iniziare a lavorare da subito al progetto”.

Rammentiamo che anche negli ultimi scavi è stato riportato alla luce un muro perimetrale e – scherzo del destino – un grano di 2000 anni fa, che getta una luce nuova su questo progetto e percorso di recupero.

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