di Denise Pantuso – Il personaggio del Don Giovanni è entrato nel linguaggio consueto per indicare un certo profilo psicologico dell’uomo da circa quattro secoli. Il primo momento in cui questa figura è apparsa risale ad un’opera teatrale del 1616, L’ingannatore di Siviglia di Tirso de Molina. Da allora molte sono state le opere letterarie e teatrali che hanno messo in scena le avventure di questo uomo. Nei secoli si è mantenuta tanta curiosità e stupore per questa figura suscitando l’interesse e l’invidia di uomini così come il compiacimento misto all’inganno nelle donne. Fin da sempre si è considerato il Don Giovanni come un gran seduttore, conquistatore di donne, tutte cadono ai suoi piedi. Questa sua capacità è stata vista nel tempo come la caratteristica di un uomo alla fin fine problematico, la cui donna che gli cade tra le braccia viene considerata come una possibile vittima che non poteva far altro che innamorarsene. Nessun dubbio su ciò che attraversa la psiche della donna nello scegliere un uomo come il Don Giovanni. La donna sembra essere salva da ogni interrogazione sul suo mondo interno, di fronte alla conquista la donna inevitabilmente cade ai suoi piedi. È l’uomo Don Giovanni il vero soggetto che interroga tutti e catalizza l’attenzione ma escludere la donna dall’analisi non è che il risultato del carisma e dell’inganno che lui esercita nella platea.
Ma chi è quindi il Don Giovanni? Dalle opere ne emergono tante definizioni. È innanzitutto un “Uomo senza nome”. Nelle opere teatrali quando le donne chiedono di vedere l’uomo con cui sono state insieme lui non si fa vedere, né fisicamente né psichicamente. Il Don Giovanni ha un desiderio di nascondere sé stesso, di non far sapere chi lui sia. Con difficoltà si riesce a pensare che lui voglia nascondersi data la sua spavalderia, fierezza, l’orgoglio e il senso dell’onore che lo caratterizzano socialmente. Il Don Giovanni è ben visibile da tutti ma nessuno sa chi sia veramente, cosa porta dentro di sé, di quali sentimenti vive è un mistero. A differenza quindi di ciò che sembrerebbe il Don Giovanni non vuole celebrare sé stesso, in questo le donne lo confondono molto con l’uomo narcisista. Il Don Giovanni non gode della luce che una donna riflette su di lui. Nel suo darsi spasmodico alla donna non cerca riconoscimento né approvazione, non vuole farsi un nome, non agisce per diventare l’uomo amato o qualcuno di importante per una donna.
Il Don Giovanni desidera solo ingannare e togliere l’onore ad una donna. Desidera spogliarla di se stessa e da questo suo desiderio scaturiscono i comportamenti. Capita che lo dica francamente cosa vuole, che dica chiaramente il “no” alle domande di una donna, che le denigri chiaramente, non nasconde il suo intento mortificante. Il Don Giovanni è molto franco ed è la sua franchezza che confonde, poiché com’è possibile che un uomo riesca a dire senza maschere e senza veli il suo intento verso colei che corteggia, seduce e tratta come una regina? Ed è proprio questa franchezza mortificante che ci permette di passare dal lato della donna, di interrogare come lei stia al gioco dell’ambivalenza e dell’inganno senza accorgersi di nulla. Può essere un errore credere che la donna di questo uomo ne sia la vittima proprio in ragion del fatto che il Don Giovanni mostra una parte di sé in cui si trapelano le intenzioni.
Il Don Giovanni dichiara di cosa gode con una donna, attraverso un savoir faire di conquistatore e con una seduzione ineccepibile riesce ad imbrigliare una donna per il gusto di ingannarla. Ma una donna in che modo può soddisfarsi con questo uomo? Cosa la spinge a non poterne fare più a meno? Che cosa le permette di desiderare che sia l’uomo speciale di tutta una vita?
Dott.ssa Denise Pantuso, psicologa e psicoterapeuta individuo, coppia e famiglia
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