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sabato, 17 Maggio 2025

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Il lupo e il gatto

di Marco Alterini – Molti di coloro che mi stanno leggendo sicuramente hanno o hanno avuto un gatto e sanno quanto questo piccolo animale domestico, nonostante il suo carattere libero e indipendente, sappia calamitare affetto e sappia a sua volta darlo, divenendo a tutti gli effetti un membro della famiglia che lo ospita.
Io che nella vita avevo sempre avuto cani convivevo per la prima volta da otto anni con Barone, il gatto voluto da mia moglie e mi stupivo ogni giorno di quanto ero affezionato a questo animale. Lo vedevo al mattino quando aprivo la porta di casa per fare uscire il cane, lui era lì ad attendermi con un miagolio seguito dalle caratteristiche fusa, in attesa che riempissi la sua ciotola di croccantini. Lo rivedevo tutte le volte che rientravo a casa dal lavoro e mi rallegrava averlo acciambellato sulle ginocchia quando guardavo la TV sul divano. Era incredibile di come andasse d’accordo con il cane di casa ed era un vero piacere vederli giocare insieme. Il cane, un boxer, lo avevamo preso di 60 giorni, che il gatto era già adulto e, pur essendo fin da allora più piccolo del cane, il gatto si era subito reso conto di avere a che fare con un cucciolo e si era comportato con lui di conseguenza, cercando addirittura di insegnargli a catturare topi. Insomma questi due animali insieme regalavano giornalmente allegria, leggerezza e serenità a me, mia moglie e mio figlio.
Una mattina di meno di un mese fa non ho trovato, come sempre, Barone ad attendermi alla porta ed ho subito avuto un brutto presentimento, avendo visto appena due sere prima due lupi al di là della recinzione del giardino, dalla parte opposta della strada provinciale che costeggia detta recinzione, quindi a 6-7 metri di distanza. Era la prima volta che vedevo questi animali selvatici vicino a casa, nonostante che amici e conoscenti mi avessero segnalato più volte la loro presenza, mentre ero solito vedere cinghiali e caprioli.
Purtroppo il mio presentimento era fondato dato che dopo due giorni mio figlio ha ritrovato i resti dilaniati del gatto, era rimasta solo la testa, la colonna vertebrale e una zampa. Dalle tracce e dai resti del pelo abbiamo capito che Barone era stato attaccato appena al di là della rete di recinzione del giardino, del resto era castrato e non si allontanava mai da casa, per poi finire di essere sbranato pochi metri più in là.
Io so benissimo che il lupo è una specie protetta, che fa parte dell’ecosistema, serve a tenere sana e sotto controllo la popolazione degli ungolati e dei cinghiali e dobbiamo la sua presenza anche e soprattutto alla fortuna di avere nella nostra vallata quel meraviglioso Parco delle Foreste Casentinesi che i media non perdono occasione di celebrare. Del resto chi è che non sa queste cose, visto che ci vengono ripetute tutti i giorni come un mantra, sono come il politicamente corretto, come il fatto che l’immigrazione, anche clandestina e non regolamentata, è sempre cosa buona e giusta a prescindere, che non dobbiamo criminalizzare chi ci entra in casa per rubare, perché la colpa è della società, quindi la nostra. Chi non capisce queste cose come minimo è inadeguato o fuori di testa se non esso stesso il vero criminale. Il cittadino deve semplicemente adeguarsi, comprendere e soprattutto continuare a pagare le tasse.
Permettetemi di precisare che io non ho scelto di vivere in mezzo alla giungla, ma, anche se sono fuori dal centro abitato, risiedo a meno di 200 metri dal centro del paese, dove ci sono i negozi e i bar, d’estate sento da casa distintamente la musica che proviene dai locali pubblici di Ponte a Poppi e quando rientro a piedi la sera, di buio, come si fa abitualmente in questa stagione, non mi sento più tranquillo dopo quanto è successo e lo stesso accade a mia moglie e mio figlio. Mi si dirà che il lupo non attacca l’uomo, che come predatore non facciamo parte della sua catena alimentare, che, anzi, ha molta più paura di noi di quanta possiamo averne noi di lui e che, negli ultimi due secoli, gli unici attacchi di lupo all’uomo erano dovuti a soggetti portatori di rabbia. A parte il fatto che io non posso sapere se un animale può avere o no la rabbia, anche se finora non ci sono stati casi, se dovessero avvenire ce ne accorgeremo necessariamente almeno dopo un attacco a animale o uomo che sia, se ci documentiamo, basta fare una ricerca su internet, vediamo che a livello mondiale, anche se non frequenti, esempi di attacchi di lupo verso l’uomo li abbiamo e, pur ammettendo di non essere un esperto, ho la sensazione che il mutare di abitudini di questo animale, che lo vedono costretto a vivere sempre più vicino agli insediamenti umani, lo possano rendere sempre meno timoroso e più aggressivo nei nostri confronti.
Per finire il ragionamento se qualcuno pensa che la presenza del lupo fino alle prime case dei paesi sia un prezzo da pagare per la fortuna di avere nella nostra vallata un Parco Nazionale, questo qualcuno mi dica quanto il Parco Nazionale abbia finora inciso in maniera positiva sull’economia della vallata che io proprio non me ne sono accorto, inoltre se osserviamo lo stato dei nostri monti e delle nostre foreste, non mi sembra che siano in condizioni migliori di quando erano competenza del mai abbastanza rimpianto Corpo delle Guardie Forestali.
Se le istituzioni o l’Ente Parco non sono in grado di limitare la presenza di questo animale all’interno del Parco stesso, evitando che scenda fino ai paesi di fondovalle, non si meraviglino poi che il cittadino, cedendo a quell’atavico istinto di difesa del proprio territorio, dei propri beni e dei propri affetti, imbracci un fucile e al diavolo tutte le fregnacce che gli vengono raccontate e il politicamente corretto.

La discussione è aperta…

(tratto da CASENTINO2000 | n. 309 | Agosto 2019)

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