di Fabio Bertelli – Il Museo Archeologico del Casentino, situato a Bibbiena in Via Berni 21, nasce nel 1996 grazie agli sforzi dei volontari del gruppo Archeologico Casentinese. Dopo alcuni anni di chiusura è stato riaperto nel 2013 e si trova ormai all’undicesimo anno di attività. Abbiamo incontrato il direttore del museo, Francesco Trenti, per farci raccontare gli sviluppi di questa realtà e il nuovo progetto di inclusività ed accessibilità che ha avuto avvio con l’inaugurazione dello scorso 25 maggio.
Ci racconti come nasce e in cosa consiste questo progetto? «L’opportunità è nata due anni fa, quando il Ministero della cultura ha aperto una linea di finanziamento dedicata all’accessibilità nell’ambito dei progetti del PNRR. Nel dicembre 2022, grazie al progetto presentato dal nostro gestore, D’Appennino Rete di Imprese, abbiamo ricevuto la conferma del finanziamento di ben 200.000 euro e ciò ha permesso di avviare questo nostro progetto. Il nostro concetto di accessibilità è a 360 gradi: fisica, strutturale, sensoriale e cognitiva. Fisica perché abbiamo costruito pedane e scalette volte a garantire una visita del museo comoda anche ai disabili e ai bambini più piccoli; strutturale attraverso la messa a disposizione del giardino esterno, che funge da punto di ritrovo sia per coloro che vogliono visitare il museo sia per il centro storico del paese; inoltre abbiamo provveduto alla costruzione di nuove porte, accessibili a tutti. Per quanto riguarda la componente sensoriale voglio sottolineare quello che è uno dei fiori all’occhiello del nostro museo, ovvero la presenza di due postazioni «touch»: la prima con quattro giochi didattici per bambini e la seconda con tre riproduzioni fedeli di manufatti (una selce preistorica, un’antefissa in ceramica della Pieve di Socana e una statuetta in bronzo del Lago degli Idoli). Questi manufatti sono accompagnati da un audio descrittivo. Dal punto di vista cognitivo abbiamo realizzato una guida CAA (Comunicazione Alternativa Aumentativa), ovvero una guida molto semplificata con caratteri codificati e condivisi. Anche in questo caso i fruitori sono sia le persone con delle difficoltà (cognitive in questo caso) sia i bambini. Fondamentale per la ricostituzione del museo è stato anche il rinnovo digitale. In primis attraverso l’estensione della rete wi-fi, sia per gli operatori che per i visitatori, e al rinnovamento del sito internet, anche in inglese. Un’importante novità è l’applicazione che abbiamo creato. Fruibile da tutti gli utenti, è composta da parti orali e scritte che possono far conoscere il museo da lontano, per coloro che la scaricano a casa, e da vicino, per quelli che la utilizzano durante la visita. Prossimamente l’applicazione sarà incrementata con l’inserimento di video LIS, rendendo questo servizio accessibile anche alle persone sorde. A rendere tutto ciò possibile è stato, oltre l’incessante lavoro degli operatori del museo, anche l’indispensabile aiuto di diverse cooperative che fanno parte di D’Appennino, tra cui “Cooperativa Connessioni”, “Cooperativa Oros” e “Cooperativa Beta 2”».
Quando sono state presentate tutte queste novità? «Sabato 25 maggio ha avuto luogo uno dei primi tre incontri volti a presentare il nostro nuovo percorso di accessibilità museale. Nonostante il meteo non sia stato del tutto dalla nostra parte, è stata una giornata all’insegna della conoscenza, dell’inclusività e del divertimento dei più piccoli. Grazie al coinvolgimento dell’Associazione “Crescere” di Subbiano alcuni ragazzi disabili hanno fatto da guida al museo a tutti i partecipanti. C’è poi stato uno spettacolo teatrale della NATA sui dinosauri, grazie al quale i bambini, e non solo, hanno potuto apprendere divertendosi. Infine, c’è stata una merenda per tutti. Il riscontro dei partecipanti è stato positivo, con la presenza anche dell’Amministrazione comunale. Il secondo incontro è stato previsto nel pomeriggio di sabato 8 giugno, dove è stata replicata una sorta di inaugurazione. Questa volta il focus è stato rivolto al tema dell’autismo, con la partecipazione dell’Associazione “Tutti per tutti” e dello Sportello Autismo Scolastico».
Apprese le importanti e numerose novità volte ad un museo più inclusivo ed accessibile, cosa può trovare nello specifico un visitatore all’interno del museo? «Il nostro museo punta ad essere uno strumento utile alla conoscenza di quello che era il nostro territorio fino all’Alto Medioevo, ovvero all’incirca prima dell’anno 1000. La nostra scelta è dettata dal fatto che reperti e ritrovamenti da questo periodo in poi sono ogni giorno visitabili in giro per il territorio e noi vogliamo fungere da punto di contatto tra l’antichità e questi. I reperti presenti di maggior prestigio sono quelli ritrovati al Tempio di Socana e al Lago degli Idoli. Ciò che noi vogliamo è fare conoscere cosa c’era prima, invitando successivamente i visitatori ad andare alla scoperta dei vari siti in Casentino. A tal proposito organizziamo, specialmente in estate, visite in questi luoghi con la presenza di guide archeologiche e del territorio».
Chi sono i visitatori che frequentano il museo? «Vi sono varie categorie di persone con le quali il museo entra in contatto. In primis vi è lo “zoccolo duro”, ovvero un gruppo di persone casentinesi che segue tutte le iniziative che proponiamo e risponde sempre presente. Dopodiché, è molto importante il legame stretto che si è creato negli anni con le scuole del Casentino. Soprattutto in primavera, vengono organizzati degli incontri e delle visite guidate con gli istituti scolastici, in particolar modo con le scuole primarie e le secondarie di primo grado. Negli ultimi anni c’è stato un maggiore avvicinamento anche alle scuole secondarie di secondo grado; attraverso progetti PCTO (alternanza scuola-lavoro) sono stati creati percorsi particolarmente interessanti. Infine, è fondamentale la componente turistica. La stagione estiva porta con sé un numero elevato di turisti, sia italiani che stranieri, che danno un grande contributo alla crescita del museo. Essendo la nostra sede anche l’unico info-point di Bibbiena aperto tutti i giorni, spesso le questioni vanno di pari passo. I turisti che vengono a chiedere informazioni sono attirati dal richiamo del passato e ne rimangono sempre entusiasmati».
Come è possibile prenotare una visita? «Sono molti i modi attraverso i quali le persone hanno la possibilità di organizzare una propria visita. I principali sono il numero telefonico del museo: 0575 956527 e il contatto e-mail: info@arcamuseocasentino.it. Inoltre, siamo attivi nei principali canali social, dove tutti possono trovare tutte le principali informazioni e novità».
Coniugare conoscenza del nostro passato con inclusività ed accessibilità, è questo il progetto che viene portato avanti dal Museo Archeologico casentinese. La storia di quello che è stato il nostro territorio non può e non deve essere prerogativa esclusiva di alcune persone ed è giusto che chiunque possa conoscere le proprie radici. Per questo motivo dobbiamo ringraziare nuovamente Francesco Trenti e tutti coloro che hanno dato avvio a questa nuova idea di museo. Con la speranza che il futuro possa portare ulteriori miglioramenti sotto questo punto di vista, tutti noi dobbiamo cercare di fare la nostra parte, sostenendo il più possibile questo progetto.