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giovedì, 18 Aprile 2024

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Il Promontorio di Camenza

di Enrico Ciabatti – Nella Carta Geometrica del 1831 di Giovanni Inghirami, la Conca del Casentino è da me evidenziata in giallo dal crinale montano che la circonda, aprendosi a Sud verso Arezzo e la Valdichiana. Lungo la Vallata scorre l’Arno ed al centro di essa (non solo geografico: L. Rombai) sta Bibbiena, collegata alla cima del Poggio Baralla (m.1204), verso Nord Est, da un crinale minore (collinare). Il segmento giallo è da me chiamato “Promontorio di Camenza” poiché in fase di colmatura del “lago villafranchiano” (GIG, Cron. p. 40) era circondato per tre lati dall’acqua ed a Nord difeso dal monte.

Un “templum” e cioè “punto di osservazione” identico, salvo che nell’ampiezza e nell’orientamento astronomico, è quello di Socana il quale, in età preistorica, insisteva sul meridionale sperone pedemontano del Poggio Maggiore, ben distinto dal Poggio Minore socanino (mica rassinese) visibile dall’abside dell’attuale Chiesa di san Martino alla foce del Rassina.

Questo Promontorio (tutto e da sempre “bibbienese”, fino ad oggi in effetti) va in lunghezza, tra il Vessa ad Est e l’Archiano ad Ovest (p. Vitali, p.56 delle Cron. di GIG), dalla cima del Baralla fino ad affacciarsi sul residuo lago villafranchiano detto. Questo è il percorso attuale: Fraghello, Gressa, Tripoli, Camenza, Tranchedaia, Coccaia, Caggio, Poggio (Mercatale), Centro Storico o Castello bibbienese, Chiesa di S.Andrea (oggi Le Monache),con in basso Arcena e La Nave.

Il toponimo S. Andrea ha sempre a che fare con l’acqua, ed appunto il nostro Sentiero di Camenza evita attraversamento di fiumi o torrenti e di ponti o guadi paludosi! Camenza è al centro del tragitto tra Gressa (da “gradior”, ove comincia la salita!) e Bibbiena (da “biblos”, ove stavano altifusti Ciperacei!) ed è anche uno strategico (!) crocevia o valico collinare tra la Piana di Marena e la piccola insenatura valliva di Catarsena, ben racchiusa e nascosta (!) tra l’“imbuto” del Vessa con il Fosso di Tripoli ed il Poggio Vento loso (m.882) a Nord, accanto al Poggio di Giona (m.844).

Nella “Carta (fisica!) dei Sentieri tra l’Arno e il Tevere”, scala 1:25,000, S.E.L.C.A., Firenze,1988, il Promontorio di Camenza si vede (in buon dettaglio) come una “lingua di terra” che ha varie increspature orografiche alternate a longitudinali insenature vallive (omissis: vedi!). In tal modo vediamo che il Sentiero (sempre ed in ogni stagione agibile!) di Camenza insiste sul crinale più ad Owest e qui si incontrarono nella prima metà del sec. XIII° papa Gregorio IX° (o Ugolino di Segni, padre adottivo di Giovanni d’Assisi) e l’imperatore Federico II° di Svevia (vedi di B. Giordano O.P. “S. Maria del Sasso”, Calosci, Cortona,1984: Cap.VI°, con Note).

Invece dal crinale più ad Est e cioè al confine della immediata giurisdizione bibbienese transitava nell’estate 1224 l’Orante di Badia Prataglia che da Giona si volse al Santo Monte! L’intelligenza storica imponeva (!) la massima attenzione alle cose minime, quali la Geografia Minore (l’orografia incredibilmente composita!) e la Storia Minore (imprescindibilmente illuminante!).

Del resto, anche l’indagine Archeologica avvalora ciò che pare (ai non addetti) trascurabile, come un frammento osseo o una punta litica. Così Carlo Starnazzi ha cominciato uno studio che lo avrebbe consacrato alla riflessione Antropologica: vedi la Presentazione di A. M. Radmilli e l’Introduzione dell’Autore al proprio libro del 1996 su Arezzo e la Valdichiana” Chimet, Grafiche Badiali, Arezzo.

In effetti Carlo è oggi ben noto per i suoi innovativi Studi su Leonardo da Vinci, la Gioconda e Ponte Buriano, la Medaglia d’Oro meritata ed il Simposio Internazionale del Dic. 1999 in Arezzo, con Pedretti ecc., cui fui invitato.

Avendo avuto a Firenze come maestro Sergio Moravia, nel 1970 autore de “La Scienza dell’Uomo nel ‘700”, Laterza, Bari, avevo maturato anch’io la vocazione per la Geologia di G. Pinna (mia Carta murale del 1976 e la Crosta Terrestre del 1989), l’ArcheoFitoZoologia di L.Cavasin e la Paleo Antropologia di A. M. Radmilli che mi ha condotto da C. Lombroso e G. e S. Sergi ad Antonio Serbati Rosmini (i cui Scritti sulla Morale e Politica sconfessavano l’Utilitarismo di J. Bentham, oggi imperante!) ed a Pierre Teilhard de Chardin, che reinserisce l’Evoluzionismo di Ch. Darwin in una chiave di lettura canonica!

Con ciò è chiaro che il vero Studio è impegno e non curiosità!! Dunque il libro che più apprezzo di Carlo Starnazzi, che mi era compagno di Liceo negli Anni Sessanta, è il suo capolavoro, cui ha collaborato l’Ins. Rosetta Chianucci, e cioè “Fossili e Preistoria nelle 4 Valli Aretine”, Tip. Tiferno, Città di Castello, AR, 1988. Alla fine degli Anni ‘Novanta Carlo presentava ai giovanissimi Studenti della Secondaria del Comprensivo di Rassina, nell’Aula di Biblioteca che io amministravo, questo testo che ha la Presentazione di Claudio Santori.

Nella foto a colori sopra (Bibbiena veduta da Ovest) il Promontorio di Camenza corrisponde, più o meno,alla mia linea nera “sopra” e cioè “dietro” l’oblungo verde colle in primo piano.
Ma perché questo promontorio è per la nostra bibbienese geografia davvero così importante?

In effetti, concludendo i miei studi, è da questa via di Camenza, quasi una “passerella” sul lago pleistocenico, che da Nord (il Baralla) discesero i Paleoantropi Neanderthal (uno scavo in Germania, presso Dusseldorf), “Cultura” Musteriana (Le Moustier è in Dordogna, Francia), lasciando punte litiche presso l’odierna Coccaia e discendendo tutta la nostra Penisola dalla Liguria alla Calabria…. ma non arrivarono in Sicilia.

Assai prima di loro erano penetrati (da dove?) in Casentino (riva dx d’Arno?) i Pitecantropi africani ed io suppongo si trattasse dell’ Atlanthropus Mauritanicus, una precedente “Industria” Acheuleana (St. Acheul è presso Amiens, Nord della Francia) i cui resti litici sono stati rinvenuti ad Agna (Poppi) ed al Piscinale di Soci (GIG, Cronache, pag. 39 e 40). Atlantide, il continente inabissato di Platone, stava di fronte all’odierna Mauritania.

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