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venerdì, 19 Aprile 2024

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Il villaggio del carbonaio

di Terenzio Biondi – A Cetica, nel grande prato presso la Chiesa di San Michele, già da alcuni anni è stato allestito il “Villaggio del Carbonaio”, una fantastica ricostruzione di come era la vita fino agli anni cinquanta del secolo scorso in molte zone montane del Casentino, quando tanta della nostra gente, per portare a casa l’occorrente per vivere, praticava questo antico mestiere, oggi pressoché scomparso.

Me lo raccontava tanti anni fa il mio zio Idamo, che da ragazzetto con i boscaioli di Garliano e i carbonai di Cetica partiva per la Maremma a fare il “meo” e poi, più grandicello, a fare il carbonaio.

E io lo stavo con gli occhi sgranati ad ascoltare, quando mi raccontava il duro lavoro per allestire la carbonaia, con legni tagliati nel bosco e sistemati in modo da formare una montagnola conica, rivestita poi da un folto strato di foglie secche e sopra tanto terriccio per isolare la legna dall’aria… e il fuoco che durava giorni e giorni… e il fumo che saliva lento verso il cielo e sembrava quasi accarezzare le nuvole…

“Ma la sera, zio – gli domandavo – tornavi a casa a mangiare e a dormire?”. “No – mi rispondeva – la nostra casa era lassù. Si costruivano delle capanne con pezzi di legno e piotte di terra, e lì si alloggiava. Nella capanna a dispensa si stava bene, nella capanna a Gesù si stava un po’ stretti” – e mentre parlava mostrava le mani giunte in preghiera per farmi vedere il profilo della capanna a Gesù – “Dentro la capanna c’era il nostro letto, la rapazzola, fatto con pali e traverse e sopra un saccone riempito con frasche e foglie secche. E quando era freddo e non si aveva la coperta si usavano le balle per il carbone, usandole come sacchi a pelo”.

Sì, il Villaggio del Carbonaio è bellissimo. E tante volte ho visto gente che dopo averlo visitato piangeva, ripensando al mondo delle montagne casentinesi di pochi decenni fa.

I Racconti del Torrente, storie vere, leggende, incontri… nei torrenti del Casentino

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