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giovedì, 28 Marzo 2024

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In attesa della riapertura, quali sono le novità per il Pronto Soccorso

di Melissa Frulloni – Se per necessità avete frequentato il Pronto Soccorso del Casentino, vi sarete accorti che, da un po’ di mesi a questa parte, si trova al piano inferiore dell’Ospedale, negli ex locali dell’Endoscopia, accanto alla Radiologia ed al Laboratorio Analisi. Per “un po’ di mesi” intendiamo dal 22 agosto 2019, quando l’inizio di una serie di lavori di ristrutturazione del reparto di emergenza, ha reso necessario questo spostamento. Quelli di voi che, invece (per fortuna!) non ne hanno avuto bisogno, avranno forse comunque appreso la notizia dalle pagine di CASENTINO2000. Infatti, in una precedente intervista a Massimo Bianchi, direttore del PS, ci eravamo fatti raccontare modalità e tempistiche dell’intervento. I tempi sono la cosa che più ci preme monitorare, per i nostri lettori, ma anche in quanto utenti del servizio sanitario. La ASL ci aveva confermato che l’apertura del nuovo pronto soccorso, ricollocato nella sua sede originale, sarebbe dovuta avvenire alla fine dell’anno (2019).
Avevamo già ipotizzato uno slittamento dell’inaugurazione, viste tutte le festività del periodo. La nuova data (che poi una data non è; meglio sarebbe dire, periodo) che ci è stata comunicata è la metà di febbraio, anche se poi “seguirà la fase di collaudo e sistemazione degli arredi.”

Purtroppo i vari rimandi, le attese, i “richiami la prossima settimana”, “sicuramente sarà per il prossimo mese”, ci hanno resi un po’ scettici e disillusi sul fatto che la parola data sulla realizzazione di un lavoro pubblico, venga poi effettivamente rispettata. Ma come sempre aspettiamo fiduciosi.
Intanto però, abbiamo contattato la ASL per capire a che cosa è dovuto il ritardo dell’apertura del nuovo PS: “In corso d’opera è stato realizzato l’impianto di posta pneumatica che permetterà di inviare le provette di sangue dal Pronto Soccorso al laboratorio analisi. Questo eviterà che le stesse provette vengano portate a mano in laboratorio dagli operatori del Pronto Soccorso, recuperando quindi tempo da dedicare all’assistenza. Sono state inoltre richieste dagli operatori del Pronto Soccorso due “colonne”, collocate nelle aree operative di emergenza. Si tratta di pensili che calano dal soffitto fino al centro della sala operativa, sui quali saranno collocati alcuni dispositivi medici.”

Ma che cosa cambierà rispetto a prima nel nuovo PS? Il nuovo Pronto Soccorso del Casentino conterà un maggior numero di posti letto dell’Osservazione Breve Intensiva (OBI) che, dai tre attuali, passeranno a cinque. Uno di questi sarà collocato al di fuori dell’area operativa di emergenza, ma comunque all’interno del Pronto Soccorso: “All’interno di questa camera potrà essere svolta assistenza pediatrica di base, in attesa di dimissione o trasferimento del bambino. Potranno essere valutati codici rosa e tutti quei casi che necessitino di comfort assistenziale e di privacy, non altrimenti realizzabili nell’area dell’emergenza-urgenza del Pronto Soccorso. Il PS, inoltre, avrà un collegamento diretto con la Rianimazione, all’interno della quale sono collocati posti letto di terapia intensiva e subintensiva. In continuità ed in comunicazione con la Rianimazione, sono presenti ulteriori due posti letto di HDU del Pronto Soccorso.” Ci ha spiegato la ASL.
Come sottolinea l’Azienda, la ristrutturazione porterà ad un ammodernamento del PS, con notevole miglioramento per l’accoglienza degli utenti, che saranno accolti in una sala d’attesa più consona e comoda. Davvero importante sarà la realizzazione della “Piastra dell’Emergenza”, che si caratterizza per la continuità strutturale e gestionale tra l’area di Pronto Soccorso, HDU e rianimazione, all’interno della quale i medici di Pronto Soccorso che ricoverano il paziente critico, potranno avvalersi della tempestiva collaborazione del rianimatore e confrontandosi sul caso clinico. Permette inoltre l’interscambiabilità degli infermieri del Pronto Soccorso e della rianimazione, consentendo una continuità del percorso assistenziale ed un costante processo di aggiornamento professionale.

Inoltre, continua la ASL: “L’ingresso attuale della Rianimazione verrà chiuso perché diventerà parte integrante della Piastra. Il nuovo ingresso per la Rianimazione e HDU verrà realizzato nel corridoio, lato CUP-Riabilitazione, di fronte agli uffici amministrativi, con la realizzazione di una zona filtro per i visitatori. Verrà ricavata la sala d’attesa per i familiari dei pazienti ricoverati in Rianimazione ed HDU in uno degli uffici amministrativi antistante l’ingresso. Queste opere di ristrutturazione hanno richiesto lo spostamento del centralino/portineria e conseguentemente una ristrutturazione della hall dell’Ospedale. Il nuovo Pronto Soccorso sarà dotato della solita area di accesso a mezzo ambulanze, automediche e auto private, per le urgenze pervenute a mezzo proprio, ma sarà anche dotato di un nuovo, funzionale e sicuro accesso pedonale adiacente, separato dall’ingresso visitatori dell’Ospedale.”
I cambiamenti sono molti e, pare, anche molto significativi. Sicuramente necessari; speriamo che servano davvero a migliorare il nostro Pronto Soccorso, parte essenziale dell’Ospedale del Casentino, uno dei servizi ancora rimasti, che è davvero essenziale non solo mantenere, ma anche e soprattutto potenziare.
Potenziare, ammodernare, ristrutturare, non sono verbi che vengono usati spesso nella nostra sanità toscana; chiudere, tagliare, ridimensionare, sono quelli a cui ci hanno abituati; in Toscana, ma soprattutto in Casentino, dove, pezzo dopo pezzo, si è sgretolato ciò che più ci unisce, ciò che ci rende davvero una comunità, il nostro Ospedale. La fine di tante cose è stata lenta, progressiva, fatta piano proprio per non farcene accorgere, per arrivare ad aprire gli occhi un giorno e trovarsi davanti a reparti chiusi, servizi dirottati su Arezzo, medici con il numerino che solo se hai il tempo dei pensionati ti puoi fare visitare.

E mentre nella nostra vallata la situazione sanitaria sprofonda (per fortuna non del tutto, grazie anche alla professionalità e alla competenza di chi ancora nell’Ospedale del Casentino ci lavora…), l’Ospedale del Valdarno, quello della Gruccia, diventa di primo livello. Sicuramente il Valdarno è una zona più interessante del Casentino; aziende più grandi, uscita dell’autostrada, infrastrutture migliori, meno disagi, meno problemi… Un luogo migliore in cui investire? Dove poter applicare senza troppe difficoltà i potenziamenti che tanto sogniamo in Casentino?
Beati loro, verrebbe da dire! Non è una novità che nascere in una parte del mondo piuttosto che in un’altra voglia dire maggiori privilegi, accesso illimitato alle risorse, servizi, benessere… E nonostante in Casentino si viva bene (abbiamo l’aria più buona della Toscana… Almeno quella!), noi casentinesi ci rendiamo sempre più conto di essere toscani di serie B, cittadini che hanno un po’ meno diritti di altri, con un accesso un po’ diverso a servizi essenziali, rispetto ad altri. Le disuguaglianze esistono da sempre e purtroppo sempre esisteranno… E sperimentarle non è così piacevole.
Il consigliere regionale della Lega, Marco Casucci, era apparso sulla stampa locale con un comunicato in cui parlava di “rischio declassamento” per il nostro Ospedale. Preoccupati per questa sua affermazione, abbiamo voluto chiedere alla ASL quale è la posizione dell’Azienda in merito. Sarebbe ancora più triste vedere riclassificato l’Ospedale di un’altra vallata, mentre il nostro cade a picco…
“L’unica normativa che al momento riporta una classificazione degli ospedali è il Decreto Ministeriale n. 70/2015, che classifica gli ospedali in base al bacino di utenza e descrive i servizi che, proprio in relazione al bacino di utenza, è necessario che gli ospedali garantiscano. Il Decreto specifica anche la necessità che gli ospedali siano organizzati in una rete integrata fra di loro e con i servizi territoriali, in modo da assicurare la corretta presa in carico dei bisogni della popolazione di riferimento. Sulla base di questo, l’ospedale del Casentino è classificabile come “ospedale di base”, con collocazione geografica in zona “disagiata”. Un “declassamento” dell’ospedale del Casentino non è possibile, essendo per l’appunto un “ospedale di base” che garantisce i servizi necessari alla popolazione che rappresenta il suo bacino di utenza.” Ci ha spiegato la ASL.

Avete capito bene? L’Ospedale del Casentino non può essere declassato (per fortuna! Direte voi…) semplicemente perché siamo già sull’ultimo gradino del podio. All’ultimo posto della classifica, infatti, secondo il Decreto citato dalla ASL, si troverebbero gli “ospedali di base”, quelli che garantiscono servizi minimi ed essenziali al bacino di utenza di riferimento. Essendo quindi il nostro un ospedale di base, non può essere declassato. Sotto a questo step, c’è la chiusura.
C’è veramente ben poco da esultare… Da un lato il “rischio declassamento” poteva far temere in un ulteriore peggioramento, scendere un gradino ancora più basso nell’erogazione dei servizi; male, ma è pur sempre meglio di niente… In questo modo, invece, sotto al nostro gradino (che è comunque il minimo sindacabile), c’è il nulla, ossia lo smantellamento definitivo.

Ovviamente non possiamo neppure ipotizzarla una cosa del genere, quindi restiamo calmi e ben radicati nel presente, anzi guardiamo al futuro con fiducia, al Pronto Soccorso che (speriamo!) presto riaprirà i battenti, migliorato e riqualificato… Dita incrociate!

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(tratto da CASENTINO2000 | n. 315 | Febbraio 2020)

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