Le liste civiche che, in questi anni, sono stati soggetti promotori di un vero e proprio rinnovamento della politica ma anche della società civile, si organizzano a livello provinciale in vista delle elezioni del presidente della Provincia. Il manifesto di idee, sotto il quale si riuniscono queste realtà, parte da un concetto fondamentale: la provincia – che resta sul piano istituzionale detentrice di funzioni strategiche quali viabilità, edilizia scolastica, tutela dell’ambiente, trasporti, coordinamento urbanistico, lavoro e sviluppo dell’economia – non può diventare appannaggio di un gruppo politico. In sostanza – dicono le liste civiche unite – non è accettabile che questo nuovo organismo diventi la dote di un gruppo ristretto di persone scelte nelle stanze di un partito, in spregio delle più elementari regole di democrazia e del ruolo del Comune, ente che rimane l’ultimo baluardo di democraticità e rappresentatività. Questo perché nel processo di revisione istituzionale che ha portato a cambiare tutto per lasciare tutto com’è, in perfetto stile gattopardesco, la Provincia diventa un ente di servizio e non più un organo politico esito di una votazione democratica. In tale contesto diventa ancora più importante per i comuni essere adeguatamente rappresentati, al di là di ogni logica partitica.
Per cercare di arginare questa prospettiva, le liste civiche unite chiamano a raccolta i consiglieri comunali eletti in liste civiche che non si richiamano al partito dominante, ma sono ispirate da principi di democraticità, efficienza, concretezza e sostenibilità.
L’obiettivo primario è quello di organizzare una lista che veda la presenza di candidati scelti tra le persone che abbiano maggiore consapevolezza dei problemi e delle esigenze de proprio territorio e, in sede di elezione, per ogni vallata, concentrare i voti su di un solo, o al massimo due candidati, con l’obiettivo di portare nel nuovo consiglio provinciale un gruppo di persone in grado di incidere quanto più possibile sulle future scelte dei nuovi organismi.
Le liste civiche della provincia di Arezzo vogliono portare, così, il loro contributo fattivo affinchè in questo nuovo quadro che ha abolito l’elezione diretta, ci sia una rappresentatività significativa dei comuni.
Il rischio che i civici uniti intendono evitare è che, il singolo comune perda completamente peso nelle decisioni future con il conseguente prevalere delle logiche di appartenenza partitica su quelle di rappresentanza istituzionale. Con questo manifesto i civici della provincia vogliono portare avanti l’istanza dei cittadini ed il loro diritto ad essere rappresentati in maniera equanime.
Il vero organo di gestione che uscirà da queste elezioni di secondo grado, sarà il Consiglio, ma ciò che preoccupa le liste civiche del comprensorio, è che i contorti meccanismi per la scelta dei nuovi consiglieri, assumono una forte connotazione maggioritaria e conducono, inevitabilmente il partito dominante della realtà aretina, a poterne assumere un controllo sostanzialmente totalitario.
Il problema si pone in termini diversi per la elezione del Presidente. Da una parte sarebbe velleitario pensare di sottrarre questo ruolo al partito che ha la maggioranza nei quattro quinti dei comuni della provincia.
Alle liste civiche unite non interessa, dunque, portare voti in dote ad una o all’altra cordata del Pd, contrattando qualche futuro favore o scambio. Un modo di fare politica, questo, che è assolutamente antitetico al modo di operare delle nuove liste civiche. La candidatura di queste ultime sarà pertanto ed inevitabilmente una candidatura di testimonianza visto che è palpabile l’esigenza civile, fino ad oggi inascoltata, di un cambiamento vero delle istituzioni con la semplificazione ed ammodernamento della pubblica amministrazione.
Liste Civiche Casentino
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