di Lara Vannini – C’è un’eredità che a volte sembra sopita, ma non muore mai. Lo sanno bene i piccoli paesi dove spesso il singolo esiste solo per l’anagrafe e dove è evidente la presenza di un’anima collettiva che si nutre del proprio passato e cerca di tenerlo vivo come base della propria identità. A Borgo alla Collina, una frazione del Comune di Castel San Niccolò, la pandemia ha fatto sentire ancora più forte il desiderio di appartenenza degli abitanti al proprio paese tanto che la comunità ha sfruttato i lunghi mesi pandemici, caratterizzati da chiusure e rallentamenti, per riorganizzarsi in attesa delle riaperture.
Silvio Basagni, presidente di “ASD il Borgo”, insieme a Paolo Quaratesi e Franco Brilli, ci raccontano di come sia nata l’Associazione e come sia riuscita a “sfruttare” il tempo di pandemia per rinnovare il paese e fare progetti futuri.
Silvio, come nasce “ASD il Borgo” e a quale scopo?
«Devo fare una premessa doverosa: a Borgo alla Collina è sempre esistito un forte spirito identitario. I “ragazzi” della mia generazione sono cresciuti in famiglie dove le tradizioni paesane sono sempre state al centro della nostra quotidianità. Questo ha fatto si che si creasse non solo un forte attaccamento al territorio, ma che la nostra vita fosse scandita da una ritualità antica fatta di amore per le feste e momenti comunitari. Si è così cementato in noi un forte attaccamento al nostro paese che poi è amore per tutta la vallata casentinese. Circa due anni fa, prima dell’inizio della pandemia, i soci dell’allora Proloco e quelli dell’Associazione Arci Polisportiva, decisero di fondersi e dare vita ad un’unica associazione che avrebbe fatto da portavoce alle singole realtà. Ci costituimmo in associazione, dandoci il nome di “ASD il Borgo” e io fui nominato Presidente. Questa associazione nacque principalmente per continuare a dare un servizio alle persone e per coinvolgere gli abitanti in progetti che riguardassero la vita della comunità e opere di riqualificazione del paese. Ad oggi siamo circa 200 soci».
“ASD il Borgo” è quindi un’Associazione legata al passato?
«Si, senza dubbio. Dalla Proloco abbiamo avuto in “eredità” molte dotazioni materiali come tavoli, sedie e gli arredi necessari alla vita comunitaria. Questo è stato di grande aiuto perché le associazioni come la nostra, senza scopo di lucro, ciò che guadagnano attraverso gli eventi comunitari lo reinvestono esclusivamente a favore del paese e quindi aver avuto già una base da cui partire ci ha permesso di non dover affrontare spese onerose per i beni materiali. Dall’Associazione Polisportiva abbiamo “ereditato” la gestione del campo sportivo e una struttura con cucina e sala cerimonie che rappresentano importanti centri di aggregazione per i nostri ragazzi, se pensiamo che si allenano qui ben tre squadre. Abbiamo quindi ristrutturato la cucina, il salone e gli spogliatoi oltre che affrontato opere di mantenimento delle aree ambientali come la messa in sicurezza dello spazio verde confinante il campo sportivo. In questa occasione per coinvolgere ancora di più i paesani, abbiamo promosso una simpatica iniziativa. Chi voleva avrebbe potuto donare una pianta alla “nuova area verde”. Sono state donate moltissime piante e questo ci ha fatto un enorme piacere!»
Chi opera nell’Associazione e chi realizza concretamente i lavori per la comunità?
«L’Associazione “ASD il Borgo” è tutta su base volontaria. È molto importante dire questo perché il motore che anima il nostro lavoro è l’amore per il paese e un sentimento di altruismo verso il prossimo. Qualsiasi lavoro pratico che è stato fatto è da ricondursi alla manualità dei liberi professionisti che si sono prestati volontariamente a favore della collettività. Esiste chiaramente all’interno dell’Associazione una struttura organizzativa, ma serve esclusivamente a gestire al meglio le risorse presenti e le attività che vogliamo porre in essere. Per questo ringraziamo tutti i volontari che si operano a dare una mano, senza di loro niente sarebbe stato realizzabile. Dal punto di vista economico siamo stati aiutati dalla Regione e dall’Amministrazione comunale di Castel San Niccolò che ci ha permesso di rifare a norma tutto l’impianto elettrico».
Quali sono state le opere di riqualificazione e abbellimento del paese?
«Come già detto ci siamo dedicati al campo sportivo e alle sue pertinenze, abbiamo previsto e realizzato un’area di sgambamento per i cani e curato le aree verdi dove sono i giardini pubblici; inoltre piazza Cristoforo Landino è stata abbellita da un’opera donata dalla famiglia Carletti, una nota famiglia di scalpellini locali. L’opera in questione è una scultura che ritrae un leone, ed è proprio il leone il simbolo del nostro logo. Come è noto la Pietra lavorata, è un emblema di Strada in Casentino, testimonianza dell’antico lavoro degli scalpellini. Dal punto di vista storico-culturale Borgo alla Collina ospita nel castello del Landino, l’Accademia Casentinese di Lettere, Arti, Scienze ed Economia, un luogo molto prestigioso anche per la diffusione della cultura dantesca che non si è mai fermato tenendo regolarmente incontri virtuali. Inoltre, nella Chiesa di San Donato, vengono custodite le spoglie di Cristoforo Landino ( morto a Borgo alla Collina nel 1498) noto umanista e commentatore della Divina Commedia, che contribuì in maniera importante alla comprensione dell’opera».
“ADS il Borgo” promuove delle tradizioni paesane?
«Come già detto Borgo alla Collina tiene molto alle proprie tradizioni e soprattutto al fatto che esse possano essere tramandate alle generazioni future. Anche la nascita della nostra associazione scaturita dalla fusione di entità preesistenti dimostra come la nostra vita è sempre legata alle scelte dei nostri predecessori e come sia importante non dimenticare mai la storia del nostro passato e utilizzare al meglio ciò che esiste già. Proprio perché la pandemia è stata un duro banco di prova per tutti, un momento di grande dolore e sofferenza, un allentamento dei rapporti sociali, abbiamo pensato di non lasciare sole le persone e soprattutto i bambini. Per questo a lo scorso Natale, sempre nel pieno rispetto delle normative vigenti, abbiamo realizzato delle decorazioni per abbellire il nostro paese e fatto delle iniziative che coinvolgessero i più piccoli. Ci siamo così resi conto di come la comunità sia stata importante soprattutto in un momento come quello che stiamo vivendo».
Quali progetti ha l’Associazione per il futuro?
«Al momento è molto difficile pianificare la prossima estate perché la pandemia impone ancora molte limitazioni. Nonostante ciò se dovessero allentare le restrizioni, siamo pronti a ripartire anche con semplici iniziative in un’ottica di socializzazione e condivisione delle nostre tradizioni paesane. Negli anni passati un tipico evento che non mancava mai nel calendario era la “cena della sporta”, una cena allestita all’aperto in cui ogni partecipante portava qualcosa da mangiare da condividere con gli altri. È molto strano pensare che ritualità semplici e quasi scontate oggi debbano fare i conti con una emergenza mondiale e questo ci rende ancora più consapevoli dell’importanza delle relazioni e di quei gesti quotidiani che oggi desideriamo più di ogni altra cosa al mondo. Sono le relazioni umane che danno senso al nostro esistere e senza di esse l’individuo perde sicuramente parte della propria identità».