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martedì, 16 Aprile 2024

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La lunga marcia del lupo Sic

Dopo otto mesi dal ritrovamento si è sganciato il radio-collare: l’animale ha percorso in lungo e in largo l’intero Appennino tosco-romagnolo. Ora è sulle montagne tra Pistoia, Prato e Bologna. Era stremato e disorientato quando lo scorso inverno, durante le grandi nevicate che hanno ricoperto l’intero territorio nazionale, fu ritrovato vicino al Parco Sasso Simone e Simoncello e recuperato dalla Provincia di Rimini con la collaborazione del Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, dell’AUSL e del Comando Provinciale del CFS. Fu poi curato presso il “Centro Referenza Lupo” del Parco dei Boschi di Carrega (Parma) e infine liberato alcuni giorni dopo. Ora, grazie al programma europeo Life Wolfnet di cui è partner, e ai dati forniti dal radio-collare che gli è stato applicato poco prima del rilascio, il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi, Monte Falterona e Campigna è in grado di raccontarvi Sic, il lupo “dedicato” al pilota scomparso in gara nell’ottobre del 2011, ma ancora vivissimo nei cuori di tutti gli sportivi e non solo.
Il giovane lupo Sic ha girovagato, e molto, su e giù per l’Appennino: quasi come se nel collare vi fosse una calamita si è subito diretto verso il territorio del nostro Parco Nazionale, l’ha lambito e attraversato, entrando in contatto con alcuni dei branchi storici, dai quali forse proveniva. In primavera è stato segnalato vicino Marradi, poi nei dintorni di Pontassieve. Negli ultimi mesi Sic è addirittura arrivato sull’Appennino pratese, ha valicato il crinale verso il territorio bolognese ed è poi rientrato in Toscana, dove ha fatto spesso da spola tra le province di Prato e Pistoia.

Il 7 novembre il collare si è staccato, a causa di una precoce usura, forse un difetto in via di chiarimento con il produttore svedese. Il Parco Nazionale coglierà l’occasione per inviare a breve un report a tutte le province interessate, descrivendo spostamenti e modalità di monitoraggio.
Il percorso complessivo di Sic in linea d’aria supera abbondantemente i 100 km; a volerlo ricalcare in auto o lungo i sentieri percorsi risulterebbe davvero molto superiore; inutile poi ricordare le frequenti deviazioni e i naturali ritorni sui propri passi, considerando i quali si calcola che Sic abbia percorso in media, su e giù per boschi e vallate, molto oltre il centinaio di chilometri al mese. Riposando di più nella torrida estate e scorrazzando a spron battuto dopo il disgelo e in questi ultimi mesi d’autunno.
Ora si trova a cavallo tra le due province toscane, ma non siamo certo in grado di prevedere le sue prossime peregrinazioni. Il Direttore del Parco, studioso della specie da vari decenni, ritiene probabile che sia nella fase iniziale di ricerca di una compagna, per costituire un nuovo branco in un territorio libero da competitori ed eccessivi disturbi. A lui va l’augurio di un futuro sereno da parte di tutti coloro che si sono adoperati per restituirlo alla libertà.
Questa fantastica storia ci insegna ancora una volta la meraviglia per il mondo animale, e per questo straordinario simbolo della natura selvaggia, spesso perseguitato al punto da divenire lo stereotipo negativo delle favole per eccellenza, tanto da rasentare l’estinzione.
Ancora oggi, il lupo ha bisogno di tutela e di essere oggetto di una corretta e completa informazione, che ne riveli l’immenso valore ambientale quale vertice della catena alimentare del nostro Appennino, un vero e proprio “sanitario della Natura”! Il Parco Nazionale delle Foreste Casentinesi continua a studiarne – attraverso il progetto Life Wolfnet – la compatibilità con le attività umane tradizionali e sostenibili, cercando di creare una rete condivisa di dati, esperienze e controllo.

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