di Federica Andretta – Per secoli Moggiona fu il paese dei bigonai. Chi erano i bigonai? Degli artigiani che costruivano i bigoni, cioè dei contenitori di legno (proveniente dalle abetine della foresta di Camaldoli) fatti a doghe tenute insieme da dei cerchi. Questi prodotti venivano poi venduti alle fattorie della Toscana e successivamente usati durante la vendemmia per trasferire l’uva dalla vigna. Tradizionalmente il bigonaio preparava le doghe di legno che venivano utilizzate per fabbricare bigonce, barili ed altri tipi di recipienti per la raccolta e la lavorazione dell’uva. Le bigonce erano dei recipienti di legno che venivano usati per raccogliere l’uva nelle vigne e trasportarla nelle cantine. I bigonai lavoravano duramente per alcuni mesi per costruire bigonce e barili da destinare alle campagne toscane.
Ma il lavoro del bigonaio non si limitava soltanto a costruire recipienti. Infatti, con il loro carico di doghe i bigonai partivano per andare a fare il giro dei clienti e delle fattorie per riparare le bigonce vecchie o qualche barile oppure per sostituire una doga o semplicemente aggiustare un cerchio o, ancora, fabbricare un po’ di recipienti nuovi. Il lavoro dei bigonai era dunque preziosissimo e senza di essi non si sarebbe potuto vendemmiare e di conseguenza festeggiare la grande festa autunnale del vino.
L’avvento della plastica Purtroppo l’arrivo della plastica negli Anni ‘50 decretò la fine di questo antico mestiere. Nei campi apparvero infatti i recipienti di plastica (ad oggi ormai i più utilizzati) e nelle cantine i vasi vinari di cemento così via via diminuì sempre più la richiesta di bigoni e di barili e quindi di utensili per l’agricoltura e per le cantine. Tuttavia, pochi anni dopo ai bigonai di Moggiona iniziarono a giungere richieste di oggetti più vari ma sempre a doghe e cerchi. I bigonai continuarono così a portare avanti questo tipo di artigianato anche se la loro produzione era rivolta più che altro alla creazione di arredi, accessori per la casa, ornamenti rustici per le stanze, gli ingressi, i salotti, le cucine e le camere delle case di città (ad esempio, portavasi, portaombrelli, portariviste, attaccapanni, scolapiatti, vassoi, rastrelliere, ed anche mestoli, taglieri, mortai, scodelloni, candelabri ed oggetti di tutti i tipi), oggettistica di legno di tipo ornamentale e mobili rustici di alta qualità.
Moggiona oggi Oggi anche questa fase si è conclusa: il mestiere è definitivamente finito o quasi ma gli ultimi bigonai di Moggiona non si sono arresi. Mauro Roselli, con sei generazioni di bigonai documentate alle spalle, ha iniziato nel periodo natalizio a realizzare oggetti in legno legati all’evento. Per preservare e portare avanti la memoria di questo tradizionale mestiere, la Pro Loco Moggiona insieme agli artigiani del paese ha creato all’interno di un’antica bottega ubicata nel centro storico del paese in piazza (luogo che in passato ospitava molti laboratori artigianali) la “Bottega del Bigonaio” (inserita nella rete dell’Ecomuseo del Casentino). La Bottega è sia un ambiente espositivo in cui sono raccolti strumenti, banchi di lavoro, oggetti di produzione locale e materiale documentativo sia una riproduzione accurata e funzionale dell’ambiente di lavoro degli artigiani. Su richiesta è possibile osservare dimostrazioni sul mestiere tenute dagli artigiani che ancora abitano nel paese.
Ma cosa succede quando si avvicina il Natale? Quale magia è in grado di fare il moderno bigonaio? Abbiamo posto a Mauro Roselli e a Danilo Tassini alcune domande. Partiamo da Mauro.
Mauro, come si realizza un’opera in legno di questo tipo? «Ci vogliono gli attrezzi giusti, abilità, esperienza e tanta fantasia».
Quanto tempo richiedono? «È il caso di dire “ci vuole il tempo che ci vuole” e tanta pazienza».
Da quanto tempo realizza arredi natalizi? «Da qualche anno. Me ne è stata fatta richiesta dalla Pro Loco Moggiona per addobbare il paese ma poi si sono aggiunti anche privati. Inizialmente ho realizzato cervi e pupazzi di Natale poi ci ho preso passione e ho aggiunto anche altri animaletti e rappresentazioni del Natale».
Come si sta preparando quest’anno la “Bottega del Bigonaio” per il Natale? «Per quest’anno stiamo progettando e realizzando un bel Presepe che andrà ad arricchire nel periodo natalizio la “Bottega del Bigonaio”».
Progetti e iniziative future? «Ho lavorato il legno per tutta la vita e continuerò a farlo finché avrò salute nella segreta speranza che qualche giovane raccolga in eredità le mie competenze».
Abbiamo poi posto a Danilo Tassini, che ci ha accompagnato nell’incontro con Mauro, alcune domande relative appunto alla “Bottega del Bigonaio”. Danilo, quando e come è nata la “Bottega del Bigonaio”? Quali sono stati e sono i protagonisti principali di questo progetto? «La “Bottega del Bigonaio” sorse nel 2008 per volontà degli abitanti del paese allo scopo di non perdere memoria di questo antico mestiere così caratterizzante. Si pensi che ancora agli inizi del ‘900 in paese vi erano 30 botteghe di bigonai dove lavoravano intere famiglie».
Come si è evoluta negli anni la “Bottega del Bigonaio”? Quali sono state le iniziative più importanti realizzate? «Innanzitutto va detto che poco tempo dopo la sua realizzazione la “Bottega del Bigonaio” entrò a far parte dell’Ecomuseo del Casentino e tutti gli anni in estate in collaborazione con l’Ecomuseo viene tenuta una giornata di memoria dove gli intervenuti possono assistere al lavoro dimostrativo degli ultimi due bigonai di Moggiona, Mauro e Serafino. Negli ultimi due anni poi è stato portato avanti un importante progetto: il “Summer School” che ha coinvolto più soggetti tra cui la Facoltà di Architettura di Firenze (sezione design), l’Ecomuseo del Casentino, le scuole e gli studenti del territorio e, naturalmente, i nostri artigiani. L’obbiettivo è quello di raccogliere l’eredità dei nostri maestri-bigonai, delle loro abilità, delle loro competenze e trasferirle su nuovi progetti».
Quando e come è possibile accedere alla “Bottega del Bigonaio”? È sempre aperta o aperta su richiesta? «La Bottega è visitabile su richiesta e per appuntamento (contattando il tel. 334 3050985)».
Ci saranno aperture speciali e mostre in occasione del Natale? «Come accennato da Mauro, per Natale nella “Bottega del Bigonaio” verrà allestito un particolare Presepe. Bisogna ricordare infatti che San Giuseppe era un falegname e noi abbiamo pensato di posizionarlo intento alla realizzazione di un bigone mentre Maria e il piccolo Gesù lo osservano amorevolmente. All’esterno della Bottega poi saranno posizionati i pastori che, con le loro greggi, giungono per primi ad adorare Gesù».