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giovedì, 28 Marzo 2024

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La Pieve si risveglia con… gli Etruschi!

di Federica Andretta – Flaubert diceva che «il fascino della storia, come quello del mare, risiede in ciò che cancella: l’onda che sopraggiunge fa sparire dalla sabbia la traccia della precedente». Io lo definirei come una pietra che nonostante il tempo che passa, resta portatrice di un passato che la rende ancor più preziosa. L’Italia. Lo chiamano il Bel Paese. Per forza! Siamo circondati di bellezze naturali, ma soprattutto di tanta cultura. Un bagaglio che ci accompagna ogni giorno sposandosi perfettamente con una modernità la quale sembra sempre più voler ricercare epoche lontane ma mai veramente ignorate. Ma ciò che è più straordinario è la consapevolezza di non dare sempre il giusto valore alle cose che possediamo. Siamo talmente presi dalla ricerca di nuovi luoghi da esplorare, di nuove emozioni da assaporare e di inediti scatti da postare quando invece avremmo ancora molto da scoprire sul nostro territorio, tanto piccolo quanto straordinario allo stesso tempo. Forse trascorriamo la maggior parte del nostro tempo a condividere piuttosto che a vivere il nostro Casentino. Aggiungerei, il nostro Bel Casentino. Una valle così ricca di tesori e di scrigni da aprire. Perché, si sa, le ricchezze sono più vicine di quanto si possa immaginare. E così tra piccoli paesini e località di provincia ecco che si schiude dinanzi a noi uno spazio incontaminato che da secoli è lì pronto a catturare tutta la nostra attenzione. Forse un po’ trascurato e abbandonato a sé stesso o forse solo per un attimo dimenticato o magari semplicemente messo temporaneamente da parte, troppo presi da una frenetica contemporaneità che non ci lascia tregua. Ma in fondo, ciò che conta veramente è il piacere della riscoperta. È il caso questo di un sito archeologico strategico per la nostra vallata. Quello di Pieve a Socana, appunto. Perché, ebbene sì, ci sono importanti novità che lo riguardano. Un piano di riqualificazione e di rivalutazione. Per saperne di più, abbiamo intervistato Elisa Sassoli, Assessore Cultura, Turismo e Scuola del Comune di Castel Focognano.
Che cosa rappresenta l’area archeologica di Pieve a Socana? «Il sito conta 2600 anni di storia dove si leggono al suo interno tre civiltà: etrusca, romana e cristiana. Costituisce un luogo di straordinaria importanza tant’è che, come gli amici archeologi ci confermano, si rivela uno dei siti più studiati e analizzati nei testi universitari. È stato semi abbandonato negli anni, nonostante l’interesse dell’ex parroco Alfio Scarini che sull’area ha pubblicato diverse opere. Era divenuto un posto dimenticato coperto dall’erba, poco frequentato e ancor meno visitato. Uno degli obiettivi della Giunta Comunale è stato, appunto, proprio quello di ridare visibilità e dignità alla zona».

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Com’è partito il progetto? «Abbiamo iniziato con il coinvolgimento immediato della Soprintendenza Archeologia della Toscana e con la Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Toscana. La Dott.sa Ursula Wierer, che ringrazio di cuore, si è da subito interessata e impegnata e dopo qualche mese aveva già predisposto una task force per un primo restauro dell’altare. Il provvedimento fa parte di un accordo più ampio siglato circa due anni fa con il Ministero dei Beni Culturali, la Diocesi di Arezzo e la Parrocchia di Sant’Antonino. Convinti che la tutela da sola non basti, abbiamo proseguito con gli aspetti di valorizzazione e di promozione attraverso numerose attività e comunicazioni ad hoc».
La valorizzazione… «Dopo lunghe attese per l’ottenimento delle varie autorizzazioni a primavera scorsa è stato avviato il lavoro sul posto, interventi che termineranno entro l’anno e che sono stati resi possibili sia grazie ad un importante contributo da parte della Presidenza della Regione Toscana sia con l’aiuto di AEC Illuminazione (tramite l’art bonus). Si tratta di un progetto che prevede un doppio accesso all’area con un percorso innovativo accessibile anche ai portatori di handicap, un nuovo sistema di pannellistica con le informazioni sul sito (in italiano e in inglese) e un rinnovato arredo urbano. Stiamo, altresì, attendendo il nuovo sistema di illuminazione che renderà la zona più affascinante e fruibile persino di notte. Dal punto di vista architettonico, abbiamo voluto lasciare al visitatore l’idea di apertura e di autenticità del luogo; in questo modo non abbiamo stravolto il sito ma, anzi, siamo stati molto attenti a progettare con il minimo impatto e ad adoperare materiali che bene si sono adattati al contesto»
La promozione… «Abbiamo attivato una serie di relazioni e di collaborazioni che ci hanno permesso di riportare l’area etrusca al giusto livello di conoscenza e di attrazione che con gli anni aveva perso. Voglio ricordare, tra tutti, l’inserimento nei percorsi di alternanza scuola-lavoro e la bella sinergia con i Comuni di Pratovecchio-Stia e di Bibbiena con i quali abbiamo creato un primo brand: “Casentino. La Valle Sacra degli Etruschi”, da coltivare e promuovere; un’iniziativa questa che permette di creare un collegamento etrusco dal Lago degli Idoli fino a Pieve a Socana, passando per il Museo Albertoni di Bibbiena, e che va a lavorare quindi in un’ottica di vallata»
Che cosa è stato realizzato in questi anni? «Per tre anni abbiamo aderito insieme al bando regionale sulle Celebrazioni Etrusche grazie al quale abbiamo prodotto per Pieve a Socana brochure informative in italiano e in inglese e pannelli visibili già da ora sull’area archeologica e ospitato iniziative particolari che hanno richiamato un pubblico attento e interessato. Un seminario tenuto dalla Dott.ssa Wierer sulla scoperta del sito negli anni Settanta con foto inedite custodite negli archivi della Soprintendenza; visite guidate organizzate dal Dott. Francesco Trenti (Archeologo e Direttore del Museo Albertoni); una curiosa rappresentazione con il gruppo Il Risveglio degli Etruschi (che si è dimostrata efficace nel coinvolgere il pubblico nell’esperienza del luogo) ed, infine, in occasione della pre-inaugurazione tenutasi lo scorso 8 settembre alle ore 17:00 lo spettacolo di Miriam Bardini, Sole Feltrinelli e Isabella Quaia – tratto dalle Metamoforsi di Ovidio – Di Acqua e di Terra(Atto II) che ha trovato a Pieve a Socana il palcoscenico ideale».
Qual è l’obiettivo di questo progetto? «L’idea è che la zona in oggetto torni ad essere (dopo troppo tempo) un luogo conosciuto, vissuto, fruito, apprezzato per ciò che merita. La volontà è dunque quella di proseguire con ancor maggior impegno sulla strada finora battuta che è stata, a parer mio, giusta ed efficace tant’è che il quotidiano online Repubblica.it ha usato l’immagine raffigurante la bellissima abside della Pieve di Sant’Antonino per un articolo sul turismo in Italia!».
«Quello che vedo è bello, quello che vedo mi somiglia… forse sono i bambini a sostenere il mondo, forse l’amore». Vogliamo concludere così questo nostro piccolo viaggio con le parole tratte dalle Metamoforsi di Ovidio per lo spettacolo “Di Acqua e di Terra” tanto care alla stessa Elisa che le ha riprese per la promozione dell’area insieme alla massima «la bellezza salverà il mondo» di Dostoevskij. Frasi che infondono una certa serenità facendoci ritrovare quell’amore per un territorio che diamo troppo spesso per scontato!

(tratto da CASENTINO2000 | n. 299 | Ottobre 2018)

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