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venerdì, 19 Aprile 2024

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La riserva dei “nativi casentinesi”

di Giancarlo Zavagli – Perché 10 milioni di euro per la variante di Santa Mama? Quella del Corsalone-Pollino avrebbe permesso di demolire la Sacci e togliere il bivio del Pollino… Non si scrive un articolo per un interesse economico (almeno nel mio caso) e nemmeno per dimostrare qualcosa, si scrive esclusivamente per passione, per comunicare un fatto, una condizione, un pensiero, un’intervista. Con l’intenzione di fare qualcosa di utile per la comunità dei lettori di CASENTINO2000, che comunque nella loro totale libertà di cuore e cervello possono, oltre che far proprio lo scritto argomentandolo ulteriormente, aggiungendovi la loro personale esperienza, anche brutalmente cassarlo voltando pagina. Una condizione quella del giornalista che nei mesi e nel tempo ha i suoi alti e bassi, veri e propri stati umorali, dall’entusiasmo compromettente, al britannico scetticismo: “Leave me alone!”, che tradotto significa: Lasciami stare!

Alcune sere fa ho ascoltato l’intervista al regista Nanni Moretti riguardante il suo ultimo film: “Mia madre”. Ma una parte della sua risposta mi ha ingrassato un tarlo, un turbamento che già mi rodeva dentro. Dice il regista raccontando il suo attuale senso di inadeguatezza: “…più passa il tempo più sono confuso, più passa il tempo più sono insicuro, a disagio, mi vergogno, mi sento inadeguato. Dove sto andando non lo so, di certo dovunque vada non ci vado con passo spedito”.

É in questo stato d’animo che oggi riporto questa serie di domande con le relative risposte che Federico Lorenzoni, architetto e assessore all’urbanistica, all’ambiente e alle politiche energetiche del Comune di Bibbiena, ha avuto la bontà di inviarci. Ribadisco che le domande sotto riportate sono state formulate dallo stesso Lorenzoni, noi gli abbiamo chiesto di dare una risposta approfondita ai suoi stessi quesiti. La parte finale dell’incipit, le conclusioni, se avrete la bontà di continuare a leggere l’articolo, le troverete alla fine.

Perché il Comune di Poppi non approva il piano urbanistico di vallata già finanziato dalla Regione per 250 mila euro? Perché a Poppi gli oneri di urbanizzazione primaria per ristrutturare una casa sono quattro volte più alti di quelli di Bibbiena (Anno 2015: 9,07 €mc rispetto a 1,99 €mc)? «Ho promosso la redazione, per la prima volta nella storia locale recente, di un Piano Regolatore Intercomunale, convinto degli innumerevoli vantaggi che derivano da una pianificazione di area vasta, cioè estesa all’intera valle del Casentino, dalla organicità delle trasformazioni previste alla semplificazione normativa, dalla formazione di personale pubblico qualificato alla possibilità di accesso telematico alla documentazione in un sistema informativo. La Regione ha disposto un cofinanziamento di 250 mila euro e tutti i comuni della vallata hanno aderito con entusiasmo, salvo quello di Poppi. Stiamo aspettando da oltre un anno l’approvazione della convenzione dell’esercizio associato da parte del consiglio comunale di Poppi. É un ritardo incomprensibile e, a mio avviso, ingiustificabile. É evidente che sarà necessario uniformare anche la contribuzione urbanistica, operando mediante perequazione tra i comuni nella ripartizione dei benefici delle trasformazioni; non è accettabile che oggi, tra comuni limitrofi, ad esempio tra Poppi e Bibbiena, vi siano differenze enormi negli oneri di urbanizzazione primaria, in particolare per la ristrutturazione edilizia. A Bibbiena da anni abbiamo superato l’approccio “tipico” della pubblica amministrazione, comprendendo il momento di difficoltà degli operatori economici. Per questo nelle convenzioni urbanistiche riconosciamo lo scomputo totale dei contributi per la realizzazione delle opere di urbanizzazione. Per questo ci preoccupiamo che i pagamenti delle fatture siano rapidissimi.»

Perché la Provincia di Arezzo ha investito 10 milioni di euro per la variante di Santa Mama invece di realizzare prima quella del Corsalone-Pollino che avrebbe permesso di demolire la Sacci e togliere il bivio del Pollino? Chi ha deciso il tracciato della variante di Santa Mama? «Sulle infrastrutture stradali e ferroviarie bisogna essere obiettivi. Provincia di Arezzo e Regione Toscana, negli ultimi vent’anni, non hanno risolto i problemi di isolamento del Casentino, pur investendo cifre considerevoli. Siamo passati dai fallimentari interventi per l’eliminazione dei passaggi a livello lungo la ferrovia Arezzo-Stia, nei quali sono stati spesi 200 miliardi di vecchie lire, alle discutibili varianti alla S.R. 71, tralasciando alcuni interventi di minor rilievo sulla S.R. 70 della Consuma. Scarsa attenzione al paesaggio e alla valorizzazione turistica, con la messa in opera di muri di sostegno in cemento lasciati a vista di altezza spesso inutile e comunque eccessiva, spazi residuali e interstiziali con la viabilità dismessa abbandonati a sé stessi, infine le scelte sui tracciati (davvero incomprensibile quello di Santa Mama) e sulle priorità. A mio avviso la variante di Bibbiena andava completata eliminando il bivio del Pollino e riqualificando l’area Sacci, piuttosto che realizzare una rotatoria e una sottostante galleria ferroviaria assolutamente non necessarie in località La Nave. Tenuto conto della carenza di risorse era necessario dare precedenza alle manutenzioni stradali (pavimentazioni, segnaletica, arredo), mentre le nuove varianti dovrebbero diventare contestuale occasione di riqualificazione urbana. Attendiamo da anni che la Regione Toscana proceda alla redazione della progettazione esecutiva della variante del Corsalone, funzionale anche alla demolizione della Sacci sia perché attraverserebbe l’area industriale, sia perché sarebbe un’occasione per il contestuale riutilizzo del materiale. Non possiamo continuare ad attendere passivamente eventuali iniziative della proprietà.»

Perché l’Unione dei Comuni ha concordato con i proprietari la consegna dei terreni della ciclopista dell’Arno per soli 20 anni, senza espropriarli rendendo pubblica la pista, come fatto dal comune di Bibbiena lungo l’Archiano? Tra 20 anni cosa si farà? «Anche sulla ciclopista dell’Arno (ricordo che quella dell’Archiano è stata ideata e realizzata interamente dal Comune di Bibbiena, con cofinanziamento regionale) avevamo prescritto all’Unione dei Comuni del Casentino, individuata come stazione appaltante, di garantire la proprietà pubblica dell’infrastruttura per consentire ai comuni una manutenzione diretta anche attraverso “sponsor”; avevamo anche chiesto di completare l’opera con le necessarie regimazioni delle acque di scolo, per garantire la durata delle opere. Ad oggi i ritardi nelle procedure di approvazione dei progetti sono costati oltre 100 mila euro di finanziamenti europei concessi e “restituiti”. E questo nonostante l’Unione non abbia proceduto all’esproprio delle aree occupate dalle pista, prescritto in sede di Conferenza dei Servizi, sottoscrivendo accordi con i proprietari delle aree della durata di soli vent’anni, senza far intervenire i comuni e senza che questi abbiano valore verso terzi. Stiamo spendendo tre milioni di euro di soldi pubblici, ma stiamo scherzando? Pensate che oggi i Comuni non possono né procedere alla manutenzione, né regolamentare la circolazione.»

Perché la Regione, in un territorio dove solo il turismo può portare lavoro, mantiene le strade principali come la S.R. 71 da Arezzo a Rassina in condizioni disastrose e pericolose (asfalto devastato, mancanza di segnaletica a terra)? «Ricordo che la gestione ANAS delle strade statali era assai efficiente, con lo Stato che la finanziava con adeguate risorse. Dal 2001, con il passaggio alle Regioni della rete stradale, dobbiamo certificare una riduzione degli stanziamenti per la manutenzione insostenibile. I risultati sono sotto gli occhi di tutti: spesso percorriamo le strade regionali senza sapere in quale corsia stiamo transitando, alcune pavimentazioni sono vecchie di quindici anni, la segnaletica è assente o manomessa, i pericoli ed i rischi in caso di pioggia o di scarsa visibilità sono enormi. Preferisco non giudicare le condizioni della sede stradale, da anni, in località Santa Mama, in prossimità del passaggio a livello, o nel tratto da Subbiano ad Arezzo. Non ritengo nemmeno agibile una simile viabilità. Di sicuro non può attrarre o stimolare il turismo. E neppure si può tollerare che alla carenza di manutenzione si risponda con la doppia striscia continua dovunque e il limite massimo di velocità a 70 km/h… Imbarazzante!»

Perché in Casentino si paga la tassa sui fossi in tutti gli edifici sulla base del valore catastale, anche se l’edificio è inagibile o non riceve benefici? «Altra evidente ingiustizia, sulla quale ho chiesto un intervento al Consorzio di Bonifica Alto Valdarno (a proposito e senza ironia, ma non dovevano essere soppressi?) è l’applicazione del contributo agli edifici urbani in base al loro valore fiscale (rendita catastale) e al beneficio ricevuto dagli interventi di bonifica, senza considerare lo stato di inagibilità, come prevede anche la legge che disciplina l’imposta municipale unica. Inoltre è necessario porre un tetto massimo al ruolo di contribuzione relativo agli edifici industriali strumentali.»

Perché la Regione non fissa per legge gli accorpamenti utili e funzionali tra i comuni lasciando la libertà ai sindaci di fare come gli pare? «Spero vivamente di sbagliarmi, ma su questo tema mi pare che la sola preoccupazione della Regione Toscana sia quella di evitare la fusione tra i Comuni di Bibbiena e Chiusi della Verna, facendo di tutto per impedire lo svolgimento del referendum di iniziativa popolare. Non vedo proposte alternative concrete di fusione estese a tutti i comuni del Casentino, rinviate per adempiere alla volontà del partito di maggioranza e di alcuni sindaci pro tempore. Prevale da anni il caos istituzionale, che impedisce la programmazione amministrativa in un territorio dove sarebbe vitale agire insieme. Mi farò molti nemici autorevoli, ma questo è il maggior limite della politica in Casentino, insieme forse alla mancanza di una classe politica adeguata. Oggi la competenza e l’impegno sono requisiti dai quali non si può prescindere. Ah, dimenticavo… L’onestà!»

Grazie cari lettori per la vostra tenacia, ci vuole un fisico bestiale per vedere come va a finire. Ma come facciamo a sopportare questa situazione? Sembra che il tempo da noi si sia volatilizzato, che gli anni passati a scrivere, a denunciare, a proporre. non siano serviti a nulla. La logica di chi occupa il potere di frequente è l’Onnipotenza, il non bisogno del pensiero altrui, è il: “Ghe pensi mi!”, che nella realtà diventa il muro di gomma di una politica sorda, cieca, muta e mai rottamata.

Probabilmente la frase di Nanni Moretti: “…più passa il tempo più sono confuso, più passa il tempo più sono insicuro, a disagio, mi vergogno, mi sento inadeguato…” non dovrebbe albergare nel cuore di un giornalista, ma con “onestà” in quello di molti politici. Convincendoli della inadeguatezza delle loro risposte, il “Ghe pensi mi!”, ci sta portando verso la smobilitazione del nostro Ospedale, ad una inefficiente e trascuratissima viabilità, alla penalizzazione degli spostamenti degli uomini, dei mezzi e delle merci, da cui consegue la nostra mancata ripresa economica. Con questo “pensiero unico” ci stanno ficcando, senza nessuna remora e neanche un minimo di mitigativo “imburramento” da “Ultimo tango a Parigi”, dentro un buco nero fatto di marginalità, di costi insopportabili per giovani e anziani, famiglie e aziende. Riducendo la nostra valle ad un luogo di povertà e migrazione, una vera e propria riserva indigena per gli ultimi “nativi casentinesi”

(tratto da CASENTINO2000 | n. 270 | Maggio 2016)

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