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martedì, 15 Ottobre 2024

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La scuola e il lavoro

di Sefora Giovannetti – Spesso ricorre una domanda: “la scuola, e quindi tutto il sistema educativo, sono adeguati o inadeguati nel preparare i ragazzi ad affrontare il mondo lavorativo?” Domanda assai difficile vista la marea di offerte lavorative e l’enormità di proposte educative.

Partiamo da una indagine PISA (acronimo di Programme for International Student Assessment, indagine internazionale promossa dall’OCSE, Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico) effettuata su scuole di 79 paesi. Dai dati emersi risulta che le imprese stiano denunciando una certa difficoltà nel trovare e selezionare giovani con le capacità e le qualifiche giuste per il loro inserimento.

Sorprendente visto l’impegno del mondo scolastico a evitare la dispersione scolastica, ad aumentare gli anni di studio, migliorando le qualifiche personali. Gli esiti, inoltre, fanno riflettere se pensiamo alle sfide sempre più impegnative a cui sono chiamati i ragazzi all’interno di un mercato del lavoro che si profila difficile da comprendere più andiamo avanti negli anni. Le economie si fanno sempre più complesse e con andamenti dinamici, se non imprevedibili, i profili professionali che ne conseguono sono sempre più specifici e settoriali, insomma profili in cui non ci si può certo improvvisare, ma dove è richiesta una buona preparazione nella maggior parte degli ambiti, soprattutto quelli relativi alla digitalizzazione, alla sostenibilità e all’automazione.

A proposito di quest’ultimo, si è visto come la maggior parte dei ragazzi, ad oggi, aspiri ad una occupazione a forte rischio di automazione, un’occupazione cioè che a breve andrà a mutare o addirittura a scomparire. Tante sono comunque le ambizioni degli adolescenti, che desiderano assumere ruoli a carattere professionalizzante o addirittura manageriale. Spesso purtroppo non vi è corrispondenza tra ciò a cui aspirano gli studenti e le domande effettive del mondo imprenditoriale. Molto spesso sembra che i datori di lavoro abbiano bisogno di altro rispetto a ciò che pensano i discenti.

Sembra sia necessaria sempre più una sinergia tra mondo lavorativo e scolastico, una collaborazione che negli ultimi anni si è visto sempre più crescere, in modo evidente anche nel nostro territorio. I ragazzi devono essere sostenuti da piani di orientamento sempre più chiari e dettagliati per poter individuare facilmente chiare prospettive. Secondo alcune indagini intraprese, i ragazzi che a scuola hanno partecipato ad attività di orientamento hanno avuto livelli più bassi di disoccupazione giovanile ed hanno avuto maggiori soddisfazioni nel lavoro. La collaborazione tra la scuola e i datori di lavoro è fondamentale per guidare le generazioni future e consentire alla forza lavoro del futuro di affrontare le sfide e le opportunità globali.

Dunque l’istituto scolastico assume un ruolo centrale nella creazione del “capitale” umano e lavorativo per garantire un adeguato incontro dell’offerta di lavoro con la domanda di impiego. La scuola inoltre, offre la possibilità di favorire la diffusione di una certa giustizia sociale permettendo a chi per questioni economiche non potrebbe, di avere accesso, tramite il merito, a ruoli che agevolino la mobilità sociale.

Ci auguriamo quindi che il dialogo tra mondo lavorativo e scuola diventi sempre più intenso e proficuo ricordando che tale collaborazione non dovrà vertere solo sulla formazione di competenze tecniche, per esempio di natura digitale, ma competenze trasversali e organizzative. Queste ultime riguardano: il saper lavorare in team, lavorare anche sotto stress, l’autoformazione, sapersi aggiornare e saper lavorare per obiettivi.

Attività queste non propriamente legate ad una specifica professione, ma estremamente necessarie per ogni tipo di attività lavorativa. Ogni azienda offra quindi la propria attenzione, attraverso piani di orientamento ai giovani studenti delle scuole che non saranno altro che i loro futuri lavoratori.

SEFORA GIOVANNETTI Docente scuola secondaria di primo grado Rassina

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