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giovedì, 18 Aprile 2024

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La statua del “Giano Bifronte”, simbolo di Subbiano e delle sue origini

di Riccardo Buffetti – Forse non tutti conoscono le origini del nome “Subbiano”: c’è una curiosa teoria, dimostrata con anni di studi, che vedrebbe il nome del paese derivare dall’espressione latina “Sub Jano conditum” ovvero “costruito al tempo di Giano”. Il Giano è una delle divinità più antiche e importanti della religione romana ed è stato solitamente raffigurato con una testa da due volti che guarderebbero il passato e il futuro, con conseguente denominazione di “Giano Bifronte”. Lo scorso 12 settembre nel paese del basso Casentino è stata inaugurata proprio la statua raffigurante il Giano: ubicata in uno spazio verde accanto alla rotonda nella SR71 che spalanca le porte del Casentino a chi entra da Arezzo, l’artista Alessandro Marrone ha raffigurato questa figura mitologia, simbolo di Subbiano, con un volto giovane e uno anziano.
«L’idea di formare il Giano è partita da me nel 2014 e ha trovato l’appoggio nella vecchia giunta comunale e nell’Associazione “La Cornucopia”, associazione culturale nata a Subbiano per valorizzare e promuovere la cultura del territorio, che si sono interessati per cercare di riunione aziende e cittadini del luogo per promuovere questa iniziativa – ci riferisce Marrone – È stata dura perché ci sono voluti diversi anni per raggiungere la copertura delle spese. Per crearla, mi sono ispirato all’antica divinità del Dio Giano, ispirato dalla storia di Subbiano. La scelta di rappresentarlo con due facce, di un ragazzo giovane e un uomo maturo, crea a diverse visioni ma ho cercato di esprimerla attraverso il seguente concetto: il giovane è rivolto verso il Casentino, terra fantastica che fa da ponte dalla vallata di Arezzo a quella di Firenze, per cui una possibilità di vedere un futuro e uno sviluppo economico migliore verso quell’orizzonte; ma rappresenta anche un passaggio di testimone tra il vecchio e il giovane, tra passato e futuro e, perché no, mi piace associarlo ad una specie di “Stargate” , un portale che porta da un luogo all’altro. Sono rimasto molto soddisfatto dell’opera, ho impiegato all’incirca 6-7 mesi materiali per metterla in piedi, ovviamente abbiamo proceduto a step per riuscire via via a rimanere dentro al budget. Ho cambiato leggermente in corso d’opera le fattezze, all’inizio più classiche, e sono andato verso il mio genere: sono da anni definito come un’artista “futurocubosurrealista”, titolo che mi ha riconosciuto la critica».
Un’opera che è stata ben accolta anche da parte di tutta la nuova giunta comunale, che conosce bene il valore del simbolo del Giano per il paese di Subbiano e dai cittadini del paese. Paolo Domini, assessore della cultura di Subbiano, ci racconta le vicende e le vicissitudini storiche del simbolo.
«Il concetto fondamentale è semplice: Subbiano nasce come luogo di passaggio, similmente come il Giano in sé per sé rappresenta, quindi anche l’opera esprime questa funzione per il paese. Un passaggio tra Arezzo e il Casentino, un luogo al tempo stesso di inizio e fine, per noi è un onore poter accogliere un’opera d’arte così significativa e che racchiude dei simboli che l’artista stesso ha voluto far propri. La tradizione della nostra comunità e quello che è l’analisi dei fatti hanno portato a far sorgere in questo paese nei propri simboli il Dio Giano che è raffigurato anche nel gonfalone del comune di Subbiano. Con i notevoli studi storici realizzati a riguardo e che hanno visto dibattersi una serie di opinioni, che vanno a comprendere una parte di verità e una parte di storia romanzata, è stato adottato convenzionalmente come simbolo da parte dei subbianesi ed è riportato in tutte le principali rappresentazioni del Comune. La storia ci giunge da una ricerca commissionata sull’origine del nome che viene fatta risalire nel periodo della dominazione francese in Subbiano, quando l’allora sindaco, tale Lapini, fece risalire al nome di Giano la parola Subbiano. Ovviamente, nel corso del tempo, questa interpretazione è stata in parte confermata e in parte smentita e in parte integrata da altre possibili origini del nome della parola Subbiano.
Quello che più importa nell’attualità è l’aver restituito una simbologia così forte alla nostra comunità, grazie al contributo del maestro Marrone e a tutte le aziende e privati cittadini che hanno supportato la possibilità di realizzare e installare in una posizione così strategica questa opera d’arte. Logisticamente è in perfetto asse tra Arezzo e il Casentino, un po’ come Subbiano che finisce con l’essere la porta di accesso al Casentino e alla città. La posizione è stata studiata dall’artista con l’intuizione di porre un biglietto da visita per Subbiano che ha all’interno del centro storico la parte più significativa ma al tempo stesso aveva bisogno di uno strumento che simboleggiasse la comunità e fosse visibile anche sotto altri aspetti. L’interpretazione è libera: ognuno può, in base alla propria fantasia, darne una. Noi vogliamo vederla come una consegna, un passaggio di testimone alle nuove generazioni della storia di questa realtà e di quello che ha simboleggiato per i nostri antenati. Sappiamo le difficoltà dei nostri giorni e c’è bisogno soprattutto in questo periodo di un percorso di rinascita, questo potrebbe essere il Giano stesso che è passaggio tra mondi, universi e spazi.
Vogliamo trasmettere questo messaggio positivo come un’idea di prospettiva che dall’esperienza del passato ci possa proiettare al futuro e ci possa far vivere il meglio possibili i giorni che verranno».

(tratto da CASENTINO2000 | n. 323 | Ottobre 2020)

IMG_6015Giano Bifronte a Subbiano
In relazione all’opera Giano Bifronte di Subbiano, un ringraziamento particolare va sicuramente agli sponsor, a chi ha permesso economicamente la costruzione della statua. Si tratta di aziende e persone fisiche di cui è stato riportato il nome o la ragione sociale nella base della struttura. La Nuova Verta di Arezzo è stata l’azienda principale che ha supportato la realizzazione dell’opera; non solo ha ritenuto importante la costruzione, ma ha anche avuto un ruolo importante per il reclutamento diretto dello scultore Alessandro Marrone, nonché dei componenti dell’Associazione Cornucopia di Subbiano. Importante è stato poi il contributo di tutti gli altri sponsor: Locatelli Meccanica, CAEM Magrini Scaffalature, Baglioni Luca Lavorazione Ferro, Bianchi Officina, Magi Mario Lavori Edili Stradali, e Le Croup Edilizia di Luzzi che ha supportato anche i lavori dell’opera dal basamento al montaggio.Per quanto riguarda le persone fisiche e le famiglie che hanno contribuito, i loro nomi sono tutti riportati sulla parte interna del basamento verso la strada che entra a Subbiano dove è riportato anche il logo della Misericordia.C’è uno sponsor sul fronte strada che incuriosisce per la diversa fattezza dagli altri, avvicinandosi notiamo che non è proprio uno sponsor ma più una dedica ai camionisti di tutti i tempi. La targa è stata voluta dalla Se.Ma autotrasporti di Sensi Marco e Serafini Marco di Subbiano e da amici camionisti che fanno parte del gruppo Whatsapp “Quelli della SS71 – Camionisti del Casentino.”Come ci hanno detto gli amministratori del gruppo Michele Villa e Paolo Piras: “Il gruppo che è stato formato circa due anni fa, ha voluto far parte del progetto anche se molti di noi non sono di Subbiano proprio per l’ubicazione dell’opera lungo la strada che dà il nome al nostro gruppo Whatsapp. Nella targa è stato riportato sia il Casentino e che la SS71 (anche se oggi è una SR – Strada Regionale). Per valenza storica abbiamo lasciato il precedente nome che per più motivi è stato voluto da tutti noi e anche da Marco Sensi della Se.Ma autotrasporti subbianese, da sempre molto legato al Casentino.”Sensi ha spiegato: “La targa rappresenta un modo per condividere la passione per gli autotrasporti e anche l’opportunità di far conoscere alla vallata l’evoluzione di questo lavoro. E’ dal 2010 che con la collaborazione di confartigianato, pro loco Subbiano, Badia Prataglia e comune di Sansepolcro vengono organizzati raduni di camion storici (molto diffusi nel nord d’Italia), mostre fotografiche e pranzi conviviali. Questo è per me il continuo di quello che precedentemente abbiamo fatto e che faremo in futuro se ci saranno altre occasioni sempre con le risorse umane ed economiche a disposizione, da oggi anche più forti con i ragazzi della SS71,  intanto però ci terrei a ringraziare personalmente uno a uno chi ha partecipato a questa iniziativa: Acciai Alberto Soci – Acciai Gianfranco Chitignano – Artini Diego Arezzo – Casini Fabrizio Capolona – Caneschi Mirko Subbiano – Cristalli Gianluca Arezzo – Cipriani Alberto e David Pratovecchio – Cecconi Flaviano (pagliaino) Bibbiena – Donati Ivano (Abarth) Rassina – Donati Alessandro Sarna – Giusti Simone Capolona – Giustarini Giovanni Poppi – Ghezzi Luciano Salutio – Lanciani Alberto Ponte Buriano AR – Mascalchi Alessandro Carda – Moretti Paolo Bibbiena – Papi Alessandro Rosina – Piras Paolo Talla – Rossi Corrado Subbiano – Simonelli Francesco Cellere Viterbo – Villa Michele Poppi – Zampini Federico Soci.” Grazie di nuovo a tutti!
Marco Sensi, Paolo Piras e Michele Villa

(tratto da CASENTINO2000 | n. 324 | Novembre 2020)

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