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domenica, 3 Novembre 2024

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L’appalto mormorò, non passa lo scolaro!

di Muzio Cordo – Torniamo ad occuparci di un’altra opera incompiuta; la strada che dovrebbe permettere una migliore viabilità alle scuole medie di Stia che non è stata mai terminata. Se torniamo a casa dopo un passaggio ad Arezzo, il Casentino sembra la terra dell’incompiuto. A Santa Mama si sa, la parabolica non s’ha da fare e si annuncia terminata solo in prossimità di elezioni, pare addirittura che il contratto con Indianapolis stia per saltare con un ingente richiesta danni, a Rassina le due rampe di lancio contrastano con la semi demolita ex Lebole. Al Corsalone la vecchia cementeria Sacci barcolla ma non molla. A Bibbiena ci sono le nuove “scale immobili” e l’ultimo pezzo di lanificio a Soci in mano al Grande Architetto.

A Stia invece il vecchio lanificio langue come una vedova di guerra aspettando chi oramai dal fronte non farà più ritorno, mentre le vecchie scuole medie divenute ghiaiottoli inerti per sottofondi stradali sembra vogliano rimanere li per tanto tempo come scultura alla memoria delle costruzioni con poco ferro e ancor meno cemento. Insieme, tutte queste grandi opere incompiute, ne fanno dimenticare un’altra, più piccola, insignificante all’apparenza, da tempo immemore scheletro lasciato li a deturpare il paesaggio, di per se non certo così evocativo come l’aristocratica Piazza Tanucci.

Siamo ancora a Stia e stiamo parlando della strada che dovrebbe permettere una migliore viabilità per il nuovo Palazzetto dello Sport e le scuole medie del paese, costruita diversi anni fa e mai terminata. Il tratto incriminato è quello che va da Via Rita Levi Montalcini fino a Via Arno, nella zona della Ferriera. La nuova strada permetterebbe al polo scolastico di ottenere un importante sbocco a nord, utile per ritrovarsi direttamente in una zona più centrale del paese, di fianco alla nuova Coop, in Via Arno appunto. L’assessore ai lavori Pubblici di Pratovecchio Stia, Claudio Orlandi, aveva assicurato in Consiglio Comunale che nell’ottobre 2015 la situazione si sarebbe risolta e che le scuole avrebbero finalmente avuto la strada che sfondava a nord.

Come spesso accade nella giunta Caleri, i proclami vengono dati sempre con grande anticipo (forse segno di lungimiranza?!), fatto sta che tutti i genitori che portano o riprendono i ragazzi alle scuole medie sono costretti a far manovra per tornare alle loro faccende abituali, aumentando così il rischio di incidenti.

É vero che i cittadini di Pratovecchio Stia hanno sempre dato prova di grandi capacità organizzative e di notevole coscienza civica, ma questo non solleva l’Amministrazione dall’impegnarsi a rimuovere tutti gli ostacoli ad una circolazione scorrevole e il più possibile sicura. Il tratto interessato è veramente minimo, il problema è che il suo utilizzo sarà impossibile nel caso il cantiere riapra la propria attività proprio perché la costruzione è a ridosso della futura strada, pensata nel progetto come accesso al complesso più che come sfogo della viabilità scolastica. Questo denota quanto meno miopia nella programmazione urbanistica e cozza clamorosamente con la volontà di sviluppare il turismo, la creazione di percorsi di trekking urbano, magari un po’ defilati dalla viabilità principale.

A guardare attentamente la zona viene proprio in mente l’idea del “vorrei ma non posso”, del “per ora si fa la strada fin qui, poi qualche Santo provvederà”. Speriamo che la Santa in questione non si chiami Mama, e in tanto i genitori dei ragazzi delle scuole medie, ma anche gli spettatori delle partite al palazzetto, si dovranno abituare a far manovre per tornare via dall’”appendicite” stradale del povero malconcio intestino casentinese.

Certo, in questo caso, è particolarmente appropriato il detto “mens sana in corpore sano”, in effetti quasi tutti i guasti elencati non sono causa di cittadini imprudenti, ma quanto dei politici, a tutti i livelli, che nel tempo hanno, prima pensato opere di difficile realizzazione, oppure autorizzato opere che nel futuro si sono rilevate ostacoli ad una più razionale rimodulazione urbanistica, e, che poi, o non sono riusciti a portare a compimento o non sono riusciti a rimettere in moto affinché tali scempi non deturpassero zone della valle già di per se architettonicamente degradate.

Non è un caso che per avere un regolamento edilizio unico per tutta la valle ancora i Sindaci non trovino la strada, mentre per chiudere il Punto Nascite hanno deciso all’unanimità (pardonne!) con l’esclusione del Sindaco di Castel San Niccolò. E’ il segno di un modo di far politica fermo alla prima repubblica o meglio, alla repubblica delle banane, sempre al servizio della “Casta” e non del cittadino. Intanto il Golden Major Caleri ha decretato, con la sua inerzia amministrativa: “Altolà! L’appalto mormorò, non passa lo scolaro! No, no, no!”

(tratto da CASENTINO2000 | n. 270 | Maggio 2016)

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