Mugnai (FI): «Basta scaricabarile su cittadini, medici e su chi dà loro voce Da direttore generale le responsabilità ci si assumono, non si svicola». Il Vicepresidente della Comm. sanità replica al direttore generale della Asl 8. «Eh no, che le liste d’attesa diventino colpa mia che le segnalo e dei medici di base che mal prescrivono così come gli stalli biblici nei pronto soccorso sarebbero colpa dei cittadini che vi si recano impropriamente, proprio non può essere. Le responsabilità, invece di scaricarle, quando si è direttore generale bisogna assumersele». Risponde picche, il Vicepresidente della Commissione sanità del Consiglio regionale Stefano Mugnai (FI), alle insinuazioni avanzate ieri dal direttore generale della Asl 8 di Arezzo Enrico Desideri durante l’incontro con i sindaci del Valdarno. Desideri ha voluto sostenere che il fenomeno delle liste d’attesa sostanzialmente si limiti ai casi segnalati da Mugnai per convenienza politica giacché si va verso le elezioni regionali.
«Peccato – ricorda Mugnai carte alla mano – che io faccia questo da quattro anni e mezzo, cioè da quando sono arrivato in Regione ed ho iniziato a occuparmi di sanità. I casi non li creo io: io tento solo di dare voce ai cittadini che me li segnalano, con tanto di documentazione a corredo, affinché chi guida la Asl, nel caso specifico Desideri, provveda a contrastare il disagio. Tra l’altro, di solito, per un cittadino che si prende la briga di segnalare un problema ce ne sono altre centinaia che subiscono in silenzio. Del resto – prosegue il Vicepresidente della Commissione sanità – al vertice di ieri non l’ho convocato io, il direttore generale, bensì i sindaci del Valdarno che sono della sua stessa parte politica. Sì parte politica. O qualcuno ancora pensa che la politica non abbia ruolo nella scelta di un direttore generale?»
Invece, ricorda Mugnai guardando agli ultimi quasi cinque anni, finora non si è fatto altro che «fornire rassicurazioni smentite dalla realtà dei fatti, o scaricare le colpe su altri: dal consigliere che può avere interesse politico al medico di base che avrebbe dovuto prevedere accessi ‘programmati’ per quei pazienti, e al cittadino che si reca in modo inappropriato al pronto soccorso o è troppo lamentoso e intollerante rispetto a un sistema che, mannaggia a noi che non lo vediamo, in realtà sfreccia come un treno sul binario dei servizi. No, non è così che funziona. Io compio la mia missione istituzionale nel rispetto del mio mandato. Sono certo che Desideri sia motivato quanto me a compiere la sua migliorando la situazione. E siccome la sanità più di altre cose incide sulla carne viva della gente, avremmo auspicato in tutto questo tempo ma anche oggi che il direttore generale, anziché buttarla in caciara, attivasse azioni di contrasto e contenimento rispetto ai disagi denunciati dai cittadini e di cui anche i sindaci del suo stesso colore politico avvertono la pressione urgente. Altre Asl lo fanno. Qui si dà la colpa agli altri».