di Marco Roselli – La stella di Natale, nota anche come “poinsettia” o con il nome botanico di “Euphorbia pulcherrima”, è una pianta ornamentale originaria del Messico, dove, nel suo habitat naturale, può raggiungere un’altezza pari a 4 metri. Essa è stata importata prima in Nord America ed in seguito in Europa come pianta caratteristica del periodo natalizio, per via del momento della sua fioritura. Al contrario di quanto comunemente si crede, il suo fiore non è costituito da una corolla rossa, ma è di colore giallo e circondato da foglie che modificano la propria tonalità dal verde al rosso, erroneamente considerate come petali. Le foglie possono assumere colori che spaziano dal bianco, al rosa, al rosso cupo e al rosso acceso. La fioritura della stella di Natale ha luogo nel corso delle prime settimane invernali a causa della sua particolare fisiologia che è favorita da un maggiore numero di ore di buio nella giornata. Proprio per questo motivo – al fine di favorire una fioritura migliore – la Stella di Natale dovrebbe essere collocata lontano da fonti di luce artificiale, infatti, nei mesi di ottobre e di novembre, può essere sistemata in un luogo piuttosto buio della casa.
La stella di Natale in inverno In inverno la Stella di Natale può essere colpita da varie malattie fungine, soprattutto in condizioni di ristagno idrico a livello delle radici. A livello fogliare, l’eccesso di umidità, può dare luogo alla comparsa di macchie grigie; per i suddetti motivi è bene cercare di non provocare ristagno di acqua nel vaso e neppure sulle foglie. E’ anche importante mantenerla lontana da fonti di calore eccessivo, che possono portare le foglie ad una eccessiva disidratazione. Durante la permanenza casalinga nei mesi invernali la stella di Natale dovrà dunque essere tenuta lontana da stufe, caminetti e termosifoni. Quando le foglie rosse si saranno seccate potranno essere rimosse con l’aiuto di un taglierino. Successivamente, la stella di Natale potrà essere detenuta in appartamento fino ad aprile, momento in cui si potrà collocare all’esterno. A livello pratico, sia in estate che in inverno, le annaffiature dovranno essere eseguite soltanto quando il terriccio appare asciutto in superficie.
Mitologia e curiosità della Stella di Natale Il legame tra la Stella di Natale e il 25 dicembre prende vita nel Messico del Sedicesimo secolo. La leggenda vuole che la giovane Pepita fosse troppo povera per comprare un fiore da posare sull’altare di Gesù Bambino la notte della vigilia. Su consiglio del cugino Pedro compose quindi un bouquet di semplici erbe e ramoscelli che durante la messa si trasformò in un bellissimo mazzo di fiori rossi a forma di stella. A quel punto Pepita li prese e li portò in chiesa lasciandoli davanti all’altare. La tradizione cristiana, invece, vede nella disposizione a stella delle foglie, la Stella di Betlemme e nel colore rosso il sangue di Cristo crocifisso. Questi simboli si rivelano essere presenti nei culti solari di molte altre culture, più antiche del cristianesimo, che onoravano la morte e la rinascita del dio sole.
Vischio Il vischio è una pianta sempreverde parassita di numerosi alberi ospiti, in particolare conifere e alcune latifoglie (es. pioppi, salici, aceri, betulle, tigli, meli, Robinia e più raramente Prunus). Se ne può notare la presenza specialmente nei boschi caduchi in inverno, quando i suoi cespugli cresciuti sui tronchi e sui rami sono evidenziati dalla perdita delle foglie della pianta che li ospita. La foglia verde del vischio indica la presenza di clorofilla, quindi questa pianta è in grado di compiere la fotosintesi. Tuttavia, pur essendo in grado di sintetizzare gli zuccheri, sottrae acqua, sali minerali e azoto dalla pianta ospite. Alla base del fusto principale sono prodotti cordoni verdi che penetrano all’interno della corteccia dell’albero, generando delle propaggini che si allungano fino al tessuto conduttore. Le sue bacche, trasportate e disperse dagli uccelli (che se ne cibano in inverno), si insediano nelle intercapedini di un ramo di una pianta e i semi iniziano a germinare. Attraverso un cono di penetrazione ha inizio la formazione di un piccolo tronco e lo sviluppo del vischio.
Mitologia e curiosità del Vischio Al vischio sono riconducibili leggende e tradizioni molto antiche: per le popolazioni celtiche era, assieme alla quercia, considerato pianta sacra e dono degli dei; secondo una leggenda nordica teneva lontane disgrazie e malattie. In molti paesi continua a essere considerato simbolo di buon augurio durante il periodo natalizio: diffusa è infatti l’usanza – originaria dei paesi scandinavi – di salutare l’arrivo del nuovo anno baciandosi sotto uno dei suoi rami. Il succo delle bacche veniva usato per preparare colle usate nell’uccellagione. A questo uso fanno riferimento alcuni modi di dire entrati nel linguaggio corrente: può essere vischiosa una sostanza appiccicosa, mentre non è gradevole rimanere invischiati in certe situazioni. Alla natura parassita di questa pianta il poeta italiano Giovanni Pascoli dedicò una poesia, intitolata Il vischio. Sebbene sia diffusa l’idea del vischio come pianta ornamentale, il suo uso si estende anche all’erboristeria e alla fitoterapia. Le bacche sono nocive per l’uomo, innocue e assai gradite agli uccelli. La sua tossicità, provocata dalla presenza di viscumina, non risiede solo nelle bacche, ma anche nel resto della pianta. Secondo una leggenda cristiana, in principio il vischio era un albero, e fu con il suo legno che si costruì la croce su cui morì Gesù; per questo fu condannato a perdere la sua autonomia e trasformato nella pianta parassita che ora conosciamo.
Agrifoglio L’agrifoglio – chiamato anche alloro spinoso, Aquifoglio o pungitopo maggiore – è un arbusto sempreverde che appartiene alla famiglia delle Aquifoliaceae e il cui nome scientifico è Ilex aquifolium L. L’agrifoglio è un albero molto longevo diffuso in tutte le regioni del nostro Paese e coltivato a scopo ornamentale, soprattutto per realizzare decorazioni natalizie. In natura l’agrifoglio assume un portamento arboreo e può raggiungere i dieci metri di altezza. Si ritrova spesso nei boschi del Casentino. La pianta dell’agrifoglio presenta foglie coriacee verde scuro, lucide e disposte in modo alterno. Le foglie sui rami inferiori hanno margine dentato e spinoso mentre quelle che crescono sui rami superiori hanno margine liscio e sono appuntite all’apice. La fioritura dell’agrifoglio avviene alla fine della primavera: i fiori dell’agrifoglio sono piccoli, riuniti in gruppi, hanno quattro petali bianchi orlati di rosso; in autunno, dai fiori fecondati si sviluppano i frutti, che sono drupe rosse, lisce e lucide. Questa pianta è da sempre associata al Natale in tutti i paesi del mondo. Il suo fogliame lucido e spinoso, assieme alle bacche rosse, sono le caratteristiche che lo hanno reso natalizio facendolo diventare un vero e proprio simbolo delle feste.
Mitologia e curiosità dell’Agrifoglio L’Agrifoglio è da sempre stata considerata una pianta magica. Plinio il Vecchio consigliava di piantare l’agrifoglio vicino l’ingresso di casa per proteggere l’abitazione dalla perfidia dei demoni. Si credeva, infatti, che le foglie pungenti dell’agrifoglio potessero tenere lontani gli spiriti maligni. I rami, in particolare, hanno una loro propria tradizione e un loro significato: i romani erano soliti regalarli ai novelli sposi in segno di buon augurio e come gesto di simpatia nei confronti della nascente unione. Per quanto riguarda la nascita dell’agrifoglio esiste una leggenda dei paesi nordici secondo la quale il figlio di Odino, Baldur, venne colpito da una freccia e cadde morente su un cespuglio di agrifoglio. Alla sua morte, il padre decise di ricompensare la pianta, che aveva accolto e sostenuto il figlio durante i suoi ultimi istanti di vita, trasformandola in una sempreverde e riempiendola di bacche rosse in ricordo del sangue di Baldur. Rimanendo nei paesi del nord Europa, tra i Druidi (sacerdoti della Britannia), era diffusa la convinzione che l’agrifoglio avesse il potere di proteggere l’uomo dai disagi causati dalle fredde notti d’inverno e che si potesse addomesticare qualsiasi bestia selvaggia scagliandogli contro un grosso ramo di agrifoglio.
Pungitopo Il pungitopo (Ruscus aculeatus L.) è un arbusto sempreverde con tipiche bacche rosse impiegate come ornamento natalizio, appartenente alla famiglia delle Asparagaceae. Il pungitopo è una pianta cespugliosa sempreverde alta dai 30 agli 80 cm, provvista di cladodi, fusti trasformati che hanno assunto la funzione delle foglie, divenendo ovali, appiattiti e rigidi, con estremità pungenti. Poco sopra la base dei cladodi, in primavera, si schiudono i minuscoli fiori verdastri che danno luogo a vistose bacche scarlatte che maturano in inverno. La pianta è dioica, cioè porta fiori unisessuali in due piante diverse: una con i fiori maschili e una con i fiori femminili, che producono le bacche. Si tratta di una pianta resistente e poiché sempreverde, perfetta da aggiungere alle specie del giardino per renderlo vivace ed esteticamente interessante anche durante la stagione invernale.