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martedì, 3 Dicembre 2024

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LIRIA, costruire il futuro

di Cristina Li – Dalla quotidiana esperienza del vivere, l’attento e sensibile osservatore maturerà pensieri che, gradualmente, proverà a sviluppare attraverso nuove e tangibili esperienze, volte a stimolare giovani menti curiose. In questo modo, attraverso la semplice e basilare interazione tra persone, sarà possibile veder nascere non soltanto un gruppo, bensì un luogo, soprattutto fisico ma anche, in qualche modo, ideale, in cui tale gruppo possa incontrarsi e ogni suo membro possa imparare a conoscer se stesso e la realtà circostante, partendo dall’ascolto reciproco e la condivisione di sé con gli altri. LIRIA è così che si affaccia, passo dopo passo, alla realtà della provincia aretina, proponendosi a tutti i giovani come un’associazione del tutto nuova, dinamica, impegnata, aperta e positiva nei confronti del futuro: parole chiave che, dalla mente del fondatore dell’associazione, il casentinese Luca Galastri, hanno trovato appoggio e arricchimento da parte di ogni collega e nuovo amico.
Abbiamo incontrato Beatrice Paoletti, responsabile comunicazione stampa, per parlare di questa “pianticella da coltivare, a partire da un confuso groviglio che possiamo, insieme, cambiare” (dalle parole di Beatrice, mentre ci mostra il logo dell’associazione).
Cos’è, dunque, LIRIA? «LIRIA: Libertà, Impegno, Rispetto, Idee, Amicizia. Questo acronimo, nato dal tentativo di racchiudere in un’unica parola ciò che ci rappresenta, è un ottimo punto di partenza per rispondere alla tua domanda. LIRIA è un’associazione culturale che nasce dai giovani per i giovani, alla cui base vi è, ancor prima e al di là di progetti inscatolati e limiti costrittivi di qualsiasi genere, un approccio: cerchiamo le persone in quanto tali, esattamente come sono e non secondo prototipi, alle quali offrire uno spazio di confronto nel quale ognuno può lasciare e prendere quanto più riesce e desidera, così da acquisire gli strumenti adatti a contribuire a ogni personale percorso di crescita. Ogni persona è posta al centro, un grande centro condiviso in cui tutti abbiamo lo stesso peso, impegno e valore, compreso Luca, che è solito definirsi come l’allenatore, anziché presidente, dell’associazione, per sottolineare l’importanza della collettività, del lavorare insieme. Questo approccio è l’elemento fondamentale da cui può partire qualsiasi tipo d’iniziativa, la cui scelta e realizzazione avviene attraverso uno scambio d’idee, senza alcuna limitazione se non quella del buon senso in termini di rispetto reciproco che, si sa, non è sempre così scontato. È un percorso, sicuramente, più faticoso… perché la democrazia è faticosa! Ma è, allo stesso tempo, un’opportunità di creare e mantenere, partendo dal piccolo, un esempio di vita insieme, necessario per opporsi a una società sempre più individualista e che, pertanto, genera smarrimento e annulla ogni prospettiva. Vogliamo e dobbiamo rinnovarci e rinnovare questa società gerontocratica, nella quale i giovani sono esclusi da ogni possibilità di incidere su di essa e non hanno alcuno stimolo di mettersi in gioco. In questo nero groviglio dominato da mancanza di speranza, incomprensione generante spavento, eccesso di confusi e inappetibili input, noi lanciamo un messaggio: “costruire il futuro”, insieme, intervenendo nella profonda fragilità e disgregazione dell’odierna società attraverso un collante che sia elemento edificante, nonché la cultura».
Quali sono stati i primi passi per costruire una base solida a questa pianticella? In quale modo trasmettete il vostro approccio? «La nostra non è una scaletta di eventi, bensì un percorso in costruzione, passo dopo passo. L’approccio di cui abbiamo parlato è qualcosa di immediatamente percepibile nel momento in cui le persone prendono parte alle nostre iniziative. E non stiamo parlando per astrazioni, anzi, è proprio sulla base dell’esperienza di questi nostri primi quattro mesi di attività che possiamo confermare quanto appena detto. Abbiamo realizzato, finora, tre incontri a scopo informativo e divulgativo, con ospiti esperti circa i temi trattati, i quali hanno trovato, ogni volta, un piacevole e dinamico riscontro da parte del pubblico partecipante. Ogni incontro si è svolto ad Arezzo, che abbiamo scelto come punto di partenza e di efficiente collegamento a tutte le province. Il primo si è tenuto lo scorso 26 Gennaio: apericena al “Caffè dei Costanti” e ospite Francesco Checcacci (economista finanziario e collaboratore del giornale “Linkiesta”), con il quale abbiamo trattato di attualità e cambiamenti nella geopolitica, di economia globale, con particolare attenzione all’Europa, della situazione politica ed economica italiana, confrontando i casi Banca Etruria e MPS, e delle prospettive professionali per i giovani. Il secondo, “La lotta contro le ludopatie”, si è tenuto lo scorso 4 Marzo: apericena al “Teorema del gusto” e ospite Simona Neri (responsabile ANCI Toscana per la lotta contro le ludopatie), con la quale è stato affrontato il tema in termini anche medici ed economici, oltre che sociali. Infine, il nostro incontro più recente, “Violenza sulle donne, la cultura per combatterla”, si è tenuto lo scorso 7 Aprile, presso la Feltrinelli Point, con ospiti Loretta Gianni (presidente di “Pronto Donna”) ed Eleonora Ducci (vicepresidente della Provincia di Arezzo). Abbiamo già nuove idee per i prossimi incontri e spazieremo in vari ambiti, dalla tecnologia alla scienza, dall’economia al sociale. Ad oggi, siamo molto contenti della grande partecipazione con cui LIRIA è stata accolta e questo non può che essere un motivo in più per credere che la nostra fiducia nei giovani e nel futuro che possiamo costruire insieme possa essere realtà».
Possiamo parlare di LIRIA come di un messaggio di concreta e realizzabile positività? «Assolutamente sì. Vogliamo che i giovani si rendano conto che non è tutto male, che c’è una parte sana che vuol dare il proprio contributo per il miglioramento della società, partendo dall’autoformazione. Sono messaggi semplici ma che, quando avranno una base solida, saranno un importante motore di cambiamento. Il nostro punto di forza è la discontinuità: con il passato e soprattutto nel presente, perché non esiste niente di simile. Abbiamo una prospettiva positiva nei confronti del futuro proprio per questo, perché LIRIA ha intere praterie per crescere e noi crediamo che il terreno di partenza possa essere reso più che fertile, senza alcuna fretta, con il tempo che sarà necessario. Salviamo intanto le menti curiose dalla desertificazione, offrendo loro un luogo di aggregazione. Salviamo la diversità, da cui LIRIA nasce e che continua a cercare nelle persone, offrendo loro la cornice giusta per esprimersi e imparare ad avere un senso critico nei confronti della realtà circostante. Salviamo l’inclusione, abbattendo vincoli elitari e influenze prescritte: ritroviamoci! Anche chi è scettico, dubbioso, che venga una volta ad assistere, ad ascoltare, a parlare se vuole! Non potrà che salutarci, poi, con qualcosa in più. LIRIA sarà dirompente in questa provincia, la scuoterà dalle basi. E non è un caso che sia stata scelta Arezzo come punto di partenza, nonostante l’origine casentinese del fondatore e della maggior parte dei soci: non possiamo fermarci solo al Casentino, è limitante. Se ci chiudiamo, in questo caso come in ogni altro, moriamo. Arezzo vuole essere un primo stimolo all’apertura verso qualcosa di più grande, per imparare anche a sentirsi parte di qualcosa che possa essere tutta la provincia aretina e non soltanto quella casentinese».
Come contattarvi, conoscere le vostre iniziative, partecipare e sostenervi? «Abbiamo una pagina facebook, in cui è possibile trovare informazioni sugli incontri passati (video, foto, resoconti) e su quelli che, via via, organizzeremo. Potete contattarci tramite la chat, oppure all’indirizzo mail info@associazioneliria.it o, ancora, parlando direttamente con i soci. Gli incontri sono pensati per essere sia aperti al pubblico senza alcuna spesa o limitazione di altro genere, sia per essere, alcuni, più specificatamente ristretti ai soci, laddove fosse richiesto un minimo contributo per sostenere le spese. Per il tesseramento (20 euro all’anno), abbiamo cercato di trovare una somma che potesse essere quanto più accessibile e, allo stesso tempo, potesse aiutarci ad avere un minimo fondo per muoverci nelle nostre iniziative. In ogni caso, comunque, nessuno è escluso, anzi: chi è “fuori”, chi ancora non ci conosce, che ancora non ha provato a conoscerci, sarà il primo amico a essere invitato a entrare. LIRIA è un abbraccio verso tutti, immagine quasi poetica e idealista che Luca spesso ci propone, ma che rappresenta a pieno la positività che vogliamo trasmettere e l’impegno che ci lega».

(tratto da CASENTINO2000 | n. 294 | Maggio 2018)

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