fbpx
12.9 C
Casentino
giovedì, 18 Aprile 2024

I più letti

L’ultimo giorno… sperando in un nuovo inizio

di Mauro Meschini – Non è stato l’anno scolastico che tutti, dalle materne alle superiori, si attendevano. Un taglio netto ha reciso un percorso fatto di incontri, routine, certezze, amicizie, risate e storie… certo anche di storia, italiano e matematica, ma questi, forse, a volte sono dettagli. Alla fine in molti sono arrivati a rivalutare, e magari rimpiangere, quelle classi affollate, le spiegazioni noiose, le interrogazioni a sorpresa…  lo hanno fatto quando le hanno viste sparire da un giorno all’altro, per un motivo probabilmente molto difficile da comprendere, soprattutto nei territori come i nostri dove, per fortuna, nonostante i disagi, i problemi e le regole da seguire, dal punto di vista sanitario la situazione non è stata così drammatica e pesante come è accaduto in altre realtà.

Insomma da marzo anche nelle nostre scuole niente è stato più come prima, si è andati avanti a vista passando, in pochissimo tempo, dal reale di percorsi scolastici e formativi che a volte sembrano un po’ pesanti, al virtuale delle lezioni a distanza che fin da subito sono sembrate promettere molto, mostrando però anche non pochi limiti.

Se siete genitori di un bambino della primaria, di una ragazza delle medie o di un maturando avrete dovuto vivere anche voi un’esperienza completamente nuova. Da un giorno all’altro la scuola italiana è diventata “a distanza”, qualcosa che, pensando alla situazione di alcuni istituti scolastici, poteva sembrare un azzardo o una scommessa troppo grande ma, alla fine, più o meno tutti hanno imparato a dominare e gestire questa nuova situazione riprendendo, in una maniera completamente diversa, un discorso che si era bruscamente interrotto.

Non ci interessa qui fare analisi o dare pagelle alle piattaforme online o all’organizzazione delle scuole, quello che ci sembra più importante, proprio perché anche noi ci siamo trovati a fare i conti con le video lezioni e i compiti da consegnare via internet, è augurare ai nostri figli di ritrovare, fra tre mesi, una situazione molto diversa che permetta di tornare nelle classi, di incontrare gli amici, di ascoltare dal vivo i professori perché quello che la scuola a distanza non potrà mai riuscire a dare è quell’atmosfera unica, quelle sensazioni irripetibili, quella complicità che sono esse stese fattori di crescita e apprendimento. Il freddo schermo di un video dopo un po’ mostra i suoi limiti e magari anche di questo in molti si sono resi conto arrivando a riconsiderare il tempo, spesso esagerato, che dedicano al loro cellulare.

Certo, ripensando alla nostra esperienza scolastica, quando i computer nelle scuole erano un’eccezione e la telefonia mobile un’utopia, potremmo dire che, in fondo, almeno in parte è stato possibile salvare il salvabile. Senza internet e il resto, un terzo dell’anno scolastico sarebbe stato perduto irrimediabilmente per cui, bene che la tecnologia sia andata avanti, bene che in molti oltre ai cellulari abbiano la possibilità di utilizzare tablet e PC, ma ricordiamoci sempre che la scuola ha senso se è un percorso condiviso, se è una storia collettiva, se è un’esperienza vissuta in diretta.

Di questo anno scolastico prenderemo allora quello che ci ha spinto a fare, con tanti rimpianti per le settimane non trascorse in classe insieme ai propri compagni, alle proprie compagne e ai propri docenti.

Ancora più grandi saranno i rimpianti di chi quest’anno sta frequentando l’ultimo anno della primaria, della secondaria o si sta preparando alla maturità ormai alle porte. L’ultimo giorno per questi ragazzi e per queste ragazze sarebbe stato certamente diverso, con tanti abbracci, qualche lacrima e molti ricordi da conservare gelosamente. Per i ragazzi delle quinte superiori mancheranno anche i riti propiziatori in vista dell’esame di maturità, certo potranno tornare a scuola, ma da soli, di fronte a sei docenti e con l’ansia di superare una prova che avrebbe dovuto essere tutt’altro.

A loro un grande “in bocca al lupo”, e l’augurio che possano trovare comunque tante soddisfazioni lungo le strade che continueranno a percorrere.

Per tutti poi, anche se parlare adesso di ritorno a scuola potrebbe sembrare fuori luogo, un arrivederci a settembre che riporti tutti in classe, senza troppe complicazioni o improbabili soluzioni per garantire la sicurezza.

In fondo, virus o non virus, le scuole dovrebbero essere “normalmente” tra i luoghi più sicuri e accoglienti, con classi vivibili e non affollate, con spazi sufficienti per fare le diverse attività di laboratorio o sportive, con orari che permettano di utilizzare le aule e le varie strumentazioni per l’intera giornata. Dovrebbe essere questa la scuola del “nuovo inizio”, quella da garantire a tutti i bambini e i ragazzi di questo Paese.

Forse non era necessario un’epidemia per accorgersi che uno Stato dovrebbe pensare soprattutto a garantire e organizzare un’ottima sanità, un’ottima scuola e ottimi servizi a tutela e supporto alle persone, alle loro necessità e ai loro sogni.

Ultimi articoli