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mercoledì, 9 Ottobre 2024

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Max, a 17 anni maestro nell’arte antica di forgiare i coltelli

di Francesca Maggini – Immersi in un luogo di pace e tranquillità, quasi sospesi nel tempo, un giovane casentinese di soli 17 anni ci fa rivivere la magia di un antico mestiere. Quello del fabbro coltellinaio è un mestiere antico quanto l’uomo, fin dalla notte dei tempi lavorando metalli creava coltelli e attrezzi necessari alla vita quotidiana.
Nel tempo questo ruolo è notevolmente cambiato ma ancora oggi rimane il fascino di chi riesce a dar forma al metallo operando direttamente su un materiale solido.
Max Bucci frequenta con ottimi risultati il quarto anno all’Itis di Bibbiena, ma ha già chiaro in testa quello che vuole dal suo futuro. Max infatti ha un grande passione per i coltelli: li crea con fatica, sapienza e soprattutto con una gestualità tipica di altri tempi. La sua singolare passione ha radici nell’infanzia, fin da piccolo amava le spade poi con il tempo la passione è diventata l’hobby di forgiare coltelli. Quando Max parla della sua passione gli occhi brillano, con calma e minuzia di particolari mi racconta come nasce un coltello e quanto è bello che un materiale prenda forma sotto le sue giovani ma già abili mani.
«Ho iniziato un paio di anni fa, in realtà avrei voluto iniziare molto prima ma mio papà fino a 15 anni non mi ha permesso di usure forgia e fuoco. Inizialmente non avevo neanche un incudine, così preziosa per questo lavoro, avevo costruito da solo un pezzo di binario. Faccio così ancora oggi, via via che creo coltelli (al momento sono 70) realizzo anche gli attrezzi necessari per costruire. L’esperienza che acquisisco mi permette di capire bene quali sono gli eventuali utensili necessari per il mio hobby, così le mie pinze da fabbro per legno e acciaio sono nate insieme ai coltelli. Ho un piccolo ambiente per così dire ereditato da mio padre, realizzava archi, è la mia isola felice, il mio laboratorio di idee! Disegno sempre ciò che la mia mente crea, avere la bozza di quello che voglio realizzare mi aiuta visivamente a rendere più chiaro il percorso da intraprendere ma in corso d’opera metto sempre qualcosa in più, modifico, apporto varianti poiché realizzando concretamente mi rendo conto delle proporzioni, dell’accostamento dei materiali e degli eventuali colori.
Principalmente sono autodidatta; la passione mi ha incuriosito e mi ha spinto a studiare i materiali, a leggere manuali di tecniche, temperature di fusione dei metalli e questo oggi mi permette di utilizzare al meglio i materiali che scelgo. Ho anche frequentato un corso di forgiatura di base alla scuola del ferro battuto che senza dubbio mi ha permesso di avere una prima importante base per ciò che faccio. Realizzare ogni coltello, sono ovviamente tutti pezzi esclusivi, comporta impegno e sacrificio, costanza e voglia di non arrendersi, non tutto infatti fila liscio, non tutto viene come vorrei al primo tentativo. A volte ci sono fallimenti ma ho imparato che anche questi sono necessari per andare avanti. Provo sempre a risolvere i problemi che incontro, non mi tiro indietro e di fronte alle difficoltà pratiche cerco di trovare una soluzione necessaria per perseguire l’obiettivo che mi prefiggo di raggiungere.
Ho imparato quanto sia preziosa la capacità di trovare una soluzione, senza arrendersi e mollare. Attraverso i social, soprattutto instagram (max_bucci_knives) provo a farmi conoscere. Tramite il contatto con uno chef inglese e il passaparola ho appena realizzato, per uno chef di New York, un pezzo unico. Conoscere bene l’inglese mi sta aiutando tantissimo.
La soddisfazione più grande è partire da un blocco di acciaio per arrivare ad avere un oggetto senza uguali. Vorrei tanto riuscire a fare del mio hobby e della mia passione il mio lavoro».
I coltelli di Max sono particolari, alcuni di pregio, per i materiali utilizzati e per le particolari lavorazioni artistiche, altri più semplici ma tutti hanno la preziosa caratteristica di essere realizzati interamente a mano. Quella di Max è quindi un’arte antica che, ancora oggi, sa creare un legame speciale fra lui e il materiale che trasforma e prende forma sotto le sue mani.
Un ragazzo giovane, brillante al quale non manca certo l’inventiva personale, del resto le sue realizzazioni non sono espressione della moda del momento ma sono il frutto di una propria personale creatività che rende unico e prezioso ogni oggetto realizzato.
Auguriamo a Max che la riscoperta dell’artigianalità e di un mestiere antico insieme alle sue eccellenti capacità e al recupero dell’italianità e di quel know how che tanto ci invidia tutto il mondo, possano permettergli di avere grande successo e un brillante futuro.

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(tratto da CASENTINO2000 | n. 298 | Settembre 2018)

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