- da Federconsumatori – E’ da inizio pandemia che esperti sanitari, compreso quelli che fanno parte del Comitato Tecnico Scientifico, vanno ripetendo un’amara constatazione: “Nella gestione dell’emergenza sanitaria la grande assente è stata la medicina del territorio, che avrebbe dovuto impedire, con l’assistenza domiciliare, il collasso degli ospedali”
Questo giudizio traspare anche tra le righe delle “Memorie sul bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2021 e bilancio pluriennale per il triennio 2021-2023 (A.C. 2790)” presentate dalle Sezioni riunite in sede di controllo della Corte dei Conti alle Commissioni riunite Bilancio di Camera dei deputati e Senato della Repubblica.
Il livello di finanziamento per il fabbisogno sanitario nazionale standard cui concorre lo Stato, è stato elevato portandolo a 121,4 miliardi: per il Sistema delle Regioni che a norma del titolo V° sono deputate a gestire la sanità è arrivato il momento di essere conseguenti aumentando gli investimenti e potenziando i presidi e la medicina nel territorio.
Non basta quindi proclamare a ogni piè sospinto l’importanza di un Servizio Sanitario Pubblico e Universale, ma occorre che le Regioni, compresa la Toscana, agiscano di conseguenza utilizzando le opportunità offerte dalla legge di bilancio e dagli altri interventi che potranno derivare dai recenti accordi con l’Europa. Rafforzare i presidi di medicina territoriale e i presidi ospedalieri di prossimità, per una provincia ad orografia complessa come quella aretina, è un imperativo che richiede una programmazione di investimenti in tecnologie e in personale medico e paramedico.
La Regione Toscana, in piena pandemia e con lo spirito di recuperare risorse da destinare al tracciamento e potenziare gli USCA, ha emanato un’ordinanza, la n. 107/2020, con la quale prevede l’impiego dei medici di base per effettuare i test antigienici e contribuire al tracciamento dei soggetti colpiti e combattere con più efficacia la pandemia.
Se questa scelta è del tutto condivisibile, per Federconsumatori Arezzo l’ordinanza, nella parte che decide la chiusura dei presidi territoriali notturni garantiti dalla “Guardia Medica”, è del tutto sbagliata. Con essa si indebolisce l’attuale sistema che gestisce l’emergenza e l’urgenza e si determina, per i cittadini in generale ma in particolare per gli abitanti di zone montane disagiate, un peggioramento delle loro condizioni di assistenza in caso di bisogno.
Federconsumatori Arezzo ha appreso con soddisfazione che un Ordine del Giorno del Consiglio Regionale abbia rimesso in discussione il contenuto di quell’ordinanza. E’ un segnale di sensibilità che coglie le tante preoccupazioni espresse dalla quasi totalità del mondo associativo, da cittadini comuni e da tanti medici e operatori sanitari. Per questo, la nostra Associazione auspica un totale ripensamento della Regione su quella parte di ordinanza che elimina nelle ore notturne e nei giorni festivi i presidi di medicina sul territorio cosiddetti “Guardia Medica” e chiede alla Regione, un generale rafforzamento della medicina territoriale, prevedendo piani di potenziamento anche per gli ospedali cosiddetti di prossimità, per rafforzare quella medicina sul territorio così fortemente depotenziata dai tagli alla sanità e dalle scelte compiute anche con la riforma del Sistema Sanitario Toscano ora organizzato per aree vaste.
Federconsumatori Arezzo