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venerdì, 19 Aprile 2024

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Rally del Casentino, amore a quattro ruote. Il manifesto della prima edizione

di Matteo Bertelli – Dal 1977 fino a oggi, continuando per 36 anni con una piccola pausa di 36 mesi, la nostra vallata ospita un evento che le dà lustro, attirando a sé commenti positivi e tante, tantissime visite, anno dopo anno… Stiamo parlano dell’ormai famosissimo Rally del Casentino, una competizione nata e cresciuta sotto lo sguardo vigile e creativo dell’allora unica Scuderia Etruria, dalle menti del nostro intervistato, Paolo Volpi, e dei suoi colleghi, pronte a sfornare idee per soddisfare i tanti amanti dei motori, dell’odore delle gomme bruciate sull’asfalto e della vista di polveroni alzati in una curva stretta, da piloti tanto bravi da intrattenere un vasto pubblico tanto quanto lo farebbe un film o una partita di pallone. Non è passato molto dall’ultima volta in cui si è riempito il piazzale John Lennon di Bibbiena per veder fare sgommate e lotte contro il tempo, o il famoso tornante, poco più in là del bivio di Banzena, dove molti si radunano per gioire in compagnia a ogni curva presa ad alta velocità e dalle altre belle prove, diurne o notturne, che richiamano sempre un pubblico ben nutrito; ma per arrivare ai giorni nostri, allo splendore che attira spettatori come zanzare, questa competizione (valida al momento a livello internazionale, ndr.) ha fatto tanti piccolissimi passi, e tutt’ora sta continuando a camminare per cercare di migliorarsi e di migliorare lo spettacolo che offre.

“Fondammo il Rally del Casentino nel 1977, io e altri sei ragazzi con la passione per i motori, in una vallata dove non esisteva niente che potesse lontanamente far divertire quelli che condividevano la nostra passione e per poter anche valorizzare i già validi piloti presenti nella nostra zona.” Ci ha raccontato Paolo Volpi, già a quei tempi presidente della nascente Scuderia Etruria: “Lo chiamammo “Autogiro del Casentino”, per aggirare problemi burocratici e far nascere la competizione in fretta, pronta già per divertire coi suoi tracciati, allora solo su terra, e con i suoi piloti che, anno dopo anno, sono aumentati di numero e anche, diciamolo, di notorietà.”

Infatti, come si evince dagli annali e dall’albo d’oro, a correre nella nostra vallata sono venuti piloti di tutto rispetto (senza nulla togliere ovviamente agli altri, tra cui la coppia orgoglio di Volpi e di un po’ tutto il Casentino, alla nostra coppia Cresci e Ciabatti), tra i quali possiamo ricordare Kubica, famoso ex-pilota di Formula 1, la coppia Ambrosoli-Viviani, Sossella, Zanchi, Fontana, il compianto Grossi e tanti altri, tra cui anche molti stranieri, giunti per prender parte a una gara che, da qualche anno a questa parte, è di lignaggio internazionale, in quanto tappa della Mitropa Cup, competizione europea.

“Fino al 1987 la nostra competizione era una gara della Coppa Italia, poi l’abbiamo trasformata in una gara internazionale. Volevamo far gareggiare anche le auto che erano state “proibite” nell’ambito nazionale, le World Rally Car (WRC), le macchine più potenti che gareggiavano nei campionati mondiali.

Abbiamo allungato i tracciati, li abbiamo modificate per garantire una maggiore sicurezza, andando anche a comprendere tratti asfaltati, creando una competizione che si aggiorna di anno in anno, migliorandosi, e che attira tantissimi piloti internazionali.

Ogni edizione cerca di dare stimoli nuovi ai piloti e anche agli spettatori, diventando sempre più piacevole agli occhi dei primi che, in numero sempre maggiore, scelgono come tappa della Mitropa Cup proprio la gara che si svolge nella nostra vallata, fatto che dimostra che stiamo sfruttando bene le enormi potenzialità del Casentino in questo ambito, ma che non ci dà la possibilità di sederci sugli allori e ci tiene sempre sul pezzo per creare qualcosa di nuovo e di più bello in continuazione.” Ha spiegato Volpi.

La Mitropa Cup permette a piloti con licenza internazionale di scegliere tra più tappe in giro per l’Europa e, nonostante la vasta gamma di scelte possibili, la nostra fonte di orgoglio riceve la visita di più di 200 piloti e di un numero incalcolabile di spettatori ogni anno, riscuotendo un enorme successo e, per essere un po’ materialisti, andando a rinvigorire anche l’economia dei paesi adiacenti alla varie prove, nonchè finanziando la scuderia per le edizioni future. Uno dei tanti motivi di orgoglio che è costato tanto lavoro da parte di quei sette ragazzi che fondarono la Scuderia Etruria, che oltre al Rally ha anche portato avanti un enorme quantità di progetti, con scopi di beneficienza o solamente per far divertire (tra cui anche la creazione della nuova pista per Kart in località Corsalone, di cui abbiamo già parlato qualche mese fa e che finalmente è pronta per partire), tirando su piloti, dalle macchinine fino alle competizioni nazionali, e dando lustro a posti che valeva la pena valorizzare.

Un lavoro che portano avanti da anni e che unisce anche le due scuderie che sono nate dalla divisione di quella originale fondata 36 lontanissimi anni fa, segno che lo sport, come sempre ci dimostra, è in grado di superare le divergenze e di far appianare ogni contrasto per un bene superiore, quale quello di far godere gli occhi di piccoli e grandi sognatori che, almeno una volta nella vita, hanno sperato di poter essere loro a sedere su quei sedili, dietro a quei volanti, pronti a mettere in gioco anche la propria vita, per l’adrenalina, per la gloria, per sentire urla a ogni sgommata e per vedere magari un giorno adulato e scritto, su un muro “al Groppino”, invece che “vai Sossella, vai”, il proprio nome…

(tratto da CASENTINO2000 | n. 275 | Ottobre 2016)

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