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giovedì, 18 Aprile 2024

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Renzetti replica sull’aumento delle tariffe dell’acqua

Non voglio dare lezioni a nessuno ma sul tema dell’acqua mi preme precisare quanto segue. Il Sistema idrico integrato, così come novellato dalla normativa post referendum, è disciplinato da norme sia nazionali che regionali ed è composto da tre organismi:
l’autorità per l’energia elettrica il gas ed il sistema idrico che, dal 2011, ha assunto competenze anche nel settore del servizio idrico integrato e che ha poteri di regolazione e di controllo. In particolare, ciò che qui interessa, deve definire un sistema tariffario certo;
l’autorità idrica toscana, ente pubblico istituito nel 2011 dalla Regione, che ha accorpato i vecchi a.a.t.o., rappresentativo di tutti i comuni toscani, che ha poteri di programmazione, organizzazione e controllo sull’attività di gestione del servizio idrico integrato e che è composto da 50 sindaci o loro delegati;
la società nuove acque spa, società mista il cui capitale azionario è diviso tra soci pubblici, 37 comune (53,84%), e socio privato (46,16%). E’ la prima esperienza italiana di applicazione delle legge Galli (L. 36/1994) che prevede il superamento delle gestioni dirette da parte dei comuni.
L’ordine di presentazione di questi organi corrisponde anche alla gerarchia degli atti a cui ciascuno è tenuto a conformarsi in tema di regolazione del sistema tariffario.
Prima del 2011, cioè antecedentemente all’attribuzione all’autorità per l’energia elettrica il gas delle competenze sopra descritte, il metodo di calcolo della tariffa era determinato da un decreto ministeriale n. 243 del 1996 (c.d. metodo normalizzato). A quel decreto si sono attenuti i vecchi a.a.t.o. Le società di gestione applicavano tali determinazioni. Nel caso dell’a.a.t.o. 4 era previsto un aumento annuale pari al 6,5% fisso, sempre che le stesse società mantenessero in equilibrio costi e ricavi. Quindi, come si deduce, su di un bene come l’acqua purtroppo ci devono essere gli utili perché lo stabilisce una legge dello Stato (c.d. Legge Galli n. 36/1994). In caso contrario (perdite) queste debbono essere recuperate con la tariffa e quindi a carico di tutti i cittadini. Successivamente al 2011, l’autorità ha emanato alcune delibere introducendo prima una metodo di calcolo provvisorio e poi uno definitivo, superando il vecchio metodo normalizzato previsto dal decreto ministeriale. Con l’ultima determinazione, l’autorità, ha lasciato la possibilità all’autorità idrica toscana (i vecchi aato) di introdurre alcuni correttivi agendo o sugli investimenti o sui costi di gestione così da poter calmierare la tariffa. I Sindaci dell’ambito aretino, tra cui il sottoscritto, hanno approvato una delibera nell’ambito dell’Autorità idrica toscana, che, rispetto ad una previsione di aumento del 6,5% così come risultate dall’applicazione del nuovo sistema di calcolo, introduce due correttivi che possono essere alternativi o aggiuntivi: il primo è la rinuncia agli extra-canoni che percepiscono alcuni comuni dell’ambito, il secondo è la rinuncia agli utili di esercizio del gestore di cui i comuni sono soci. Entrambe le opzioni determinano un aumento della tariffa del 5,2% anziché del 6,5%. Se per la rinuncia agli extra-canoni non occorre alcun altro atto, poiché la competenza è della stessa autorità idrica toscana, per la rinuncia agli utili del gestore, come prevede il codice civile, occorre una delibera dell’assemblea dei soci che approva in prima istanza il bilancio è successivamente decide sulla ripartizione degli utili e la loro destinazione. Quindi al motto: applichiamo la legge, compagni, anzi amici, sennò qualcuno si offende, abbiamo approvato nell’assemblea di Nuove acque spa quanto sopra riportato in coerenza con l’atto precedentemente assunto. Tutto ciò è facilmente rintracciabile sia nella delibera dell’autorità idrica toscana che in quella dell’assemblea di Nuove acque spa. Spero di aver chiarito che la conseguenza degli atti e un percorso obbligato che nasce dalla volontà dei Sindaci di voler ridurre l’aumento della tariffa a normativa vigente. Ne è dimostrazione che, eccezione fatta per l’ambito di Firenze (3,5%), tutti gli altri ambiti della Toscana hanno previsto una aumento pari al 6,5%. Se abbiamo fatto risparmiare qualche decina di euro a qualche famiglia ne siamo orgogliosi. Sulla pubblicizzazione del servizio idrico integrato personalmente non ho alcun ché da obiettare, anzi, se non, con la concretezza di chi amministrata, avere la consapevolezza che per raggiungere tale obiettivo (non previsto dai quesiti referendari) occorrono tantissime risorse che credo sia impossibile in questa fase di criticità della spesa pubblica poter trovare.
Paolo Renzetti

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