Avvocati, giudici, sindaci e assessori sui tetti e nelle piazze di tutta Italia contro le decisioni del Ministro Cancellieri di riordino e soppressione di tribunali ed uffici del giudice di Pace. Questo raccontano le cronache di questi giorni. Stranamente non si è sentita nessuna voce istituzionale in Casentino. Eppure sembra che a rischio ci sia anche l’Ufficio del Giudice di pace di Bibbiena, che dovrebbe essere accorpato con Arezzo.
Noi siamo contrari alle battaglie di puro campanile (Non ci è piaciuto a suo tempo, per esempio, il modo in cui si è cercato di mantenere in piedi, in contraddizione con altre scelte, la provincia di Arezzo.)
Ma sulla soppressione dell’Ufficio del giudice di Pace non possiamo non esprimere la nostra netta contrarietà.
Possiamo capire la scelta di accorpare dei tribunali ordinari, sopprimendone alcuni minori. Ma diverso è il ruolo del Giudice di pace. Un Ufficio che potremmo definire una specie di “sportello amico” del cittadino, che non emette solo sentenze, ma fa un po’ da consulente e spesso da dissuasore dall’iniziare contenziosi legali. Così, almeno, ha funzionato a Bibbiena, grazie anche alla sensibilità di chi ha ricoperto quell’incarico. Tale ruolo può essere svolto solo se l’ufficio è radicato e collocato sul territorio, vicino al cittadino. Un suo allontanamento ad Arezzo lo renderebbe più anonimo, più burocratico, più simile ad un tribunale ordinario, perdendo la sua specifica configurazione.
Inoltre sul piano finanziario il costo è comunque limitato, visto che i locali sono già proprietà del comune ed il personale addetto ridotto ai minimi termini
Ci sorprende che nessuna amministrazione locale abbia fatto sentire la sua voce, né quella di Bibbiena, dove l’ufficio ha sede, né dell’Unione dei Comuni.
La chiusura di questo ufficio per Bibbiena sarebbe un ulteriore impoverimento del Centro Storico ed una diminuzione del ruolo di Bibbiena che potrebbe così anche perdere il titolo di città. Siamo ormai consapevoli che il Centro Storico non è in cima ai pensieri del nostro Sindaco, ma vogliamo ancora sperare in un sussulto di orgoglio “municipale”. Anche questo è un importante servizio per i cittadini!
Ma sarebbe miope anche il silenzio e il disinteresse degli altri sindaci, relegando il tutto ad un problema esclusivamente bibbienese.
L’ufficio del Giudice di Pace opera per tutto il Casentino. E se sarà più problematico per i cittadini di Bibbiena recarsi ad Arezzo, sarà ancora più pesante e penalizzante per quelli di Montemignaio o di Badia Prataglia o di Chiusi della Verna.
Ancora una volta si pone il problema di una impegno comune delle nostre istituzioni locali, al di fuori delle solite beghe e ripicche politico-campanilistiche. Ce la faranno? Ce lo auguriamo e noi glielo chiediamo. La speranza è l’ultima a morire!
SEL Casentino