fbpx
8.3 C
Casentino
giovedì, 18 Aprile 2024

I più letti

Siamo stati tutti adolescenti ribelli…

di Denise Pantuso – Chi lavora negli istituti scolastici come chi ha a che fare con gli adolescenti si rende conto che la ribellione degli adolescenti contemporanei non è quella che ha vissuto personalmente molti anni indietro. Eppure gran parte dei genitori di adolescenti esordiscono sempre con “Eravamo anche noi adolescenti ribelli”. Questo è un mito da sfatare. Anzi, oggi questa risposta più che un mito, sembra dire di un atteggiamento difensivo che i genitori hanno, mostrando una certa non curanza verso la disregolazione emotiva che caratterizza i figli. Infatti la contemporaneità, grazie anche all’uso precoce di mezzi digitali, porta le generazioni ad un reale scollamento con l’esperienza corporea. Le modificazioni che il mondo digitale apporta al rapporto con il proprio corpo sono molto evidenti seppur ancor sottovalutate. L’esperienza corporea è l’insieme dei messaggi che provengono dal mondo interno che vanno dalle esperienze emotive ai sentimenti, dai dolori reali del corpo al benessere e il rapporto con queste esperienze segna i passaggi necessari alla crescita. Infatti le esperienze corporee sono fondamentali per avviare i processi cognitivi superiori come il linguaggio, le abilità motorie, la sublimazione, la simbolizzazione degli eventi e quindi sono importanti per garantire lo sviluppo umano. Ma per avviare questi processi sono necessarie alcune accortezze che provengono dai genitori quali l’uso della voce, fare da contenitore affettivo delle esperienze somatiche, disangosciare i bambini o i pre adolescenti laddove c’è un eccesso di dolore etc etc.

La figura genitoriale nella contemporaneità è stata però sostituita dalle voci digitali che raccontano fiabe, dai giochi sul cellulare, dai video tutorial e tanto altro, promuovendo quindi due posizioni del corpo: l’una è una specie di anestesia che si ritrova poi in età adolescenziale con la paura del corpo dolorante. I battiti del cuore, i mal di pancia, i mal di testa, i movimenti fisiologici del corpo così come l’ansia vengono vissuti con estrema angoscia, portando gli adolescenti ad avere un eccesso di preoccupazione verso il corpo e le malattie. Dall’altro lato l’assenza della voce umana, del contatto umano e del dialogo porta gli adolescenti a manifestare i disagi esclusivamente con un eccesso di energia corporea che esce attraverso i comportamenti. Ecco che nelle classi ogni pretesto è buono per muovere il corpo o per usarlo verso l’altro: cadono penne di continuo, va buttata subito la carta nel cestino, l’urgenza di fare pipì, l’urgenza di muoversi nel banco, l’urgenza di mangiare durante la lezione. Dare calci, picchiettare le persone, usare un linguaggio volgare, fregarsene quando si è chiamati diventano tutti segnali di un corpo che non ha ricevuto le stimolazioni esterne adeguate per muoversi in maniera organizzata nello spazio e nel tempo e soprattutto in rapporto agli altri. Ecco che la ribellioni degli adolescenti di oggi non è la ribellione degli adolescenti di ieri perché l’uso del corpo è molto più eccessivo e non è finalizzato. Infatti gli adolescenti ribelli di una volta si presentavano sovversivi, ossia innovativi, portavano uno scompiglio che metteva in discussione e in crisi un sistema rigido.

La ribellione dei vecchi tempi era sempre orientata verso un valore, un ideale, un concetto troppo rigido che chiedeva un’apertura e tale ribellione era di pochi. La ribellione contemporanea non è niente di tutto questo ma piuttosto una ribellione che manifesta una estrema difficoltà a fare i conti con la realtà interna ed esterna facendo prevalere lo stato confusivo del corpo. La ribellione della contemporaneità è superamento del senso del limite, limite che, non avendo orizzonti di fronte, spezza ogni possibilità di legame con la società.

(tratto da CASENTINO2000 | n. 308 | Luglio 2019)

Ultimi articoli