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giovedì, 28 Marzo 2024

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“Solo Pietro piangeva…”

di Melissa Frulloni – Pietro è l’ultimo bambino nato nell’ospedale del Casentino! Claudia ci racconta l’esperienza di essere stata, un anno fa, l’ultima mamma a partorire nel punto nascita di Bibbiena. Siamo riusciti a svelare il personaggio dell’anno 2016! É vero, l’anno nuovo è iniziato da un pezzo, ma vi ricordate la nostra copertina di gennaio? Ci avevamo messo due bei piedini, quelli che simbolicamente avevamo pensato potessero appartenere all’ultimo bambino nato in Casentino, in quello che fu il punto nascita della vallata. Nell’editoriale di quel mese invitavamo i genitori del piccolo a contattarci, nel caso avessero voluto raccontarci la loro esperienza di nascita nell’ospedale di Bibbiena e così è stato…

Claudia Cenni, insegnante di 38 anni, stiana di origine, ma che ora vive a Lonnano, ci ha scritto una mail. Oggetto: “Svelato il personaggio dell’anno”. E così, mail dopo mail, è venuto fuori che il suo Pietro, oggi 9 mesi e mezzo, data di nascita 25 maggio 2016, Bibbiena, è l’ultimo bambino nato nel reparto di ostetricia e ginecologia del nostro ospedale.

“Quando ho visto che nella copertina di CASENTINO2000 stavate parlando del mio bambino è stato emozionante e curioso. Ho realizzato che Pietro sarebbe rimasto nella storia dell’ospedale del Casentino e ho ritenuto doveroso rispondere al vostro appello e farvelo conoscere, per cogliere anche l’occasione di ringraziare tutto il personale del reparto di ostetricia e ginecologia che ci ha assistito egregiamente, partecipando alla nostra felicità, seppur con un velo di malinconia, dato che la nascita di Pietro rappresentava la fine di quella che potrei definire “una bella avventura.” Ci ha spiegato Claudia.

“Ho saputo fin da subito che mio figlio sarebbe stato l’ultimo nato della vallata, ma ne ho avuto anche conferma qualche giorno dopo, quando sono tornata in ospedale per la visita dei 3 giorni dopo la dimissione. Era proprio il 1° giugno e tutto il personale era già impegnato nel trasloco e nella trasformazione delle camere (che per anni erano state delle mamme e dei loro piccini!) in ambulatori di visita… Dopo di me più nessuna mamma avrebbe potuto provare la gioia di far nascere il suo bambino a Bibbiena, in un ambiente protetto e rassicurante, come era il punto nascita.”

Claudia ha deciso di far nascere anche Pietro nel reparto maternità dell’ospedale del Casentino, dopo il primo figlio, nato nel 2011, quando ancora “noi future mamme casentinesi non ci ponevamo nemmeno il problema di dove far nascere i nostri figli, avendo la fortuna di avere un ospedale vicino a casa, con un reparto di ostetricia e ginecologia particolarmente efficiente”.

Pietro ultimo nato

Cosa si aspettava dal percorso nascita proposto a Bibbiena? «Il percorso nascita avevo già avuto modo non solo di conoscerlo, ma anche di sperimentarlo in occasione della nascita del mio primo bambino. Questa volta, quindi, sapevo benissimo cosa aspettarmi, conoscevo la professionalità e la disponibilità dei medici, delle infermiere e delle ostetriche, dell’ospedale e del consultorio di Bibbiena, ma soprattutto sapevo che nel reparto di maternità del nostro ospedale avrei trovato un ambiente familiare, condizione alla quale si riesce a rinunciare difficilmente quando ci si appresta a diventare mamme. Il mio grosso punto interrogativo era piuttosto l’ospedale di Arezzo!

In questa mia seconda gravidanza ho preferito non seguire il corso preparto offerto dal consultorio di Bibbiena, credendo di potermi affidare al ricordo del mio primo parto, ma non ho rinunciato a fare due chiacchiere con le ostetriche, perché mi delucidassero più che su come mettere alla luce il mio bambino su dove farlo. Il mio “problema” infatti non era tanto quello di capire come respirare o come spingere, quanto quello di dove mettere al mondo mio figlio, finendo il tempo il 1° giugno, data fatidica per la maternità di Bibbiena, data della sua definitiva chiusura. Il mio primo parto era avvenuto tre settimane prima del tempo ed era stato piuttosto veloce, avevo paura che questa volta mi potesse capitare di non riuscire ad arrivare ad Arezzo in tempo per un parto sicuro, non sapevo se in caso di doglie o di rottura delle acque mi sarei dovuta fermare comunque a Bibbiena per una visita di controllo o se sarei dovuta andare direttamente in città, insomma la situazione non era per niente chiara.

Le ostetriche mi hanno tranquillizzata e mi hanno consigliato di fermarmi comunque a Bibbiena per una prima valutazione e così poi ho fatto. Quando sono arrivata il 24 maggio in reparto con i primi doloretti, io e il mio pancione siamo stati accolti con quella gentilezza, delicatezza e professionalità che ricordavo. In reparto c’era solo un’altra neomamma e io ho avuto la fortuna di essere assistita e coccolata da tutti, infermiere, ostetriche e medici, dal momento del travaglio a quello della dimissione, proprio come era già accaduto qualche anno prima del resto.»

Claudia porta avanti il suo parto senza problemi e il 25 maggio viene al mondo Pietro. Il bambino è ovviamente ignaro del “primato” che ha conquistato che, leggendo tra le parole di Claudia, come tra quelle di tutte le mamme che hanno partorito a Bibbiena, è un triste record reso ancora più difficile da sopportare e capire a causa della professionalità e sconfinata bravura che medici, ginecologi e ostetriche, mettevano nel gestire quel reparto.

Sulle pagine di questo giornale abbiamo scritto tanto sulla sua chiusura e non ci stancheremo mai di dire cosa abbiamo perso concedendo ai nostri sindaci e alla ASL di portarcelo via… Alla fine abbiamo lottato per impedirglielo, ma non è bastato e a farne le spese saranno tutte le future mamme che non potranno mai più provare la bellissima esperienza di nascita che invece Claudia ha vissuto nel reparto maternità del Casentino. Molto è già stato scritto su questo argomento, perciò non possiamo che affidarci alle parole dell’”ultima mamma” che più di ogni altro ragionamento e discorso fanno riflettere sulla reale perdita che la chiusura del punto nascita ha rappresentato (e rappresenterà!) per il nostro territorio…

“L’unica differenza riscontrata rispetto alla mia prima esperienza? Il silenzio. Dal mio arrivo in reparto più nessuna futura mamma è entrata (d’altra parte se un’altra si fosse fermata anche per una visita, probabilmente sarebbe stata indirizzata subito ad Arezzo, non essendoci state già più le tempistiche necessarie per una sicura dimissione entro il 1° giugno), e un reparto di maternità senza un pianto notturno, un grido di dolore o l’arrivo di un babbo tutto trafelato con la valigia in mano e il volto spaurito ha in sé qualcosa di surreale…

Solo Pietro piangeva…”

(tratto da CASENTINO2000 | n. 281 | Aprile 2017)

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