di Riccardo Buffetti – Le Quote Rosa sono un provvedimento volto a stabilire una percentuale obbligatoria di presenza di entrambi i generi – in base alle Legge n. 120/2011 – per garantire una rappresentanza paritaria. Ben consci che in Italia è il genere femminile ad essere penalizzato, da qui il modo comune di chiamare le quote di genere, “rosa”. Ovviamente, in questo caso specifico si parla di attività prevalentemente lavorative, ma nel mondo associazionistico, più prettamente legato allo sport, c’è parità di genere?
Abbiamo preso a campione un’associazione che nel territorio di Subbiano è in forte crescita, attiva nel mondo del volontariato e nelle iniziative benefiche, oltre che ad avere un occhio per il calcio legato alla Fiorentina, il Giano Viola, club presieduto da Paolo Bertini e da un folto consiglio, dalla nascita ha visto aumentare esponenzialmente i soci, passando da zero a oltre 400 in pochi anni. Fra questi, anche tante appassionate e tifose del mondo Fiorentina ma non solo: volontarie che partecipano attivamente al comitato soprattutto quando c’è da fare del bene; come Viola Orlandi e Francesca Mangani, le due consigliere del Giano. «Attualmente all’interno del consiglio del Giano Viola ci sono due figure femminili, io e Francesca – dice Viola – viviamo l’associazionismo in questo club ed è molto importante; accomunate dalla passione per la Fiorentina e il volontariato, elemento pilastro del Giano».
Viola, come sei arrivata all’interno del consiglio? «Mi ha coinvolto il Presidente Paolo in prima persona, da sempre favorevole alla parità di genere anche dentro il club. Essere coinvolta in questa esperienza è per me un vanto e la considero molto formativa, anche perché legata ad una mia grande passione, tramandatami dalla mia famiglia: ci sono tanti nuclei familiari a Subbiano che tifano Fiorentina da tanti anni, per un sentimento tramandato da chi vedeva la “viola” vincere gli scudetti. Tradizioni è la parola giusta. Piccolo aneddoto: la prima volta allo stadio con un viola club all’urlo “Viola” pensavo dicessero a me, e sono scoppiata a piangere (ride, ndr). Dalla fondazione del Giano ho sempre fatto la tessera, e la scelta di entrare nel consiglio insieme a Francesca è voluta per dare il nostro contributo alla organizzazione e alle iniziative di volontariato che vengono fatte nel territorio».
Cosa pensi delle donne nel mondo sportivo? «Le donne sono sempre più al centro dell’attenzione perché richiamano i loro diritti in tutte le categorie della società moderna. Credo che siamo ancora lontani ad arrivare alla parità di genere, sia nel lavoro che nello sport. A livello associativo riusciamo a dare quel tocco di calma ed equilibrio importante per l’attività e l’espressione del club».
Come riesci a conciliare i tuoi impegni con il mondo del Giano Viola? «Sono madre e ho tanti impegni, forse è più dura rispetto ad un uomo nel trovare i tempi per partecipare, ma una mano la si dà sempre. Ci sono tematiche che ti prendono in prima persona: come per esempio quando partecipiamo alle attività dell’AISM (Associazione Italiana Sclerosi Multipla). Avendo in prima persona la malattia sono sempre stata sensibile e attenta, ma questa mi ha toccato con mano, come la maggior parte delle Associazioni benefiche. La sclerosi non mi ferma nelle attività del volontariato: a volte ho qualche formicolio, ma a livello di vita impari a fare e dare di più. Credo sia importante la nostra partecipazione e penso che in Casentino, come una buona parte dei territori vicini, non ci sia la differenza fra uomo e donna; certo, da un punto di vista del calcio magari qualche diffidenza rimane, ma non mi sento discriminata».
Anche Francesca, come Viola, fa parte del consiglio del Giano Viola ed è attiva nelle iniziative del club. Francesca, qual è invece la tua storia nel mondo associativo? «All’inizio mi sono avvicinata per la conoscenza con dei soci e poi anche io sono una tifosissima della Fiorentina, come tutta la mia famiglia. Piano piano mi sono avvicinata a questa realtà, e il fatto di avermi coinvolto per avere delle quote rosa all’interno del Consiglio mi ha dato un incentivo in più: penso che insieme possiamo dare una spinta migliore alle iniziative e alle idee. Da consigliera sono sempre attiva nella vita del club, anche perché tutte le decisioni passano dal consiglio».
Si fanno sacrifici per la vita dell’Associazione? «Ci organizziamo per dedicare tempo a tutto: iniziative di beneficienza, organizzazione per i biglietti della Fiorentina e aiuto per il territorio, come abbiamo fatto durante l’emergenza Covid collaborando con altre associazioni di Subbiano. Sono dell’idea che le passioni e la beneficienza vanno sempre mantenute nella vita di ognuno, perché tutti dobbiamo essere sensibili a queste tematiche. Non pesa a nessuno fare sacrifici».
Tu pensi che il mondo sportivo (calcistico) veda ancora le donne con diffidenza? «Premesso: il mondo associativo in generale secondo me nella nostra zona è avanti. Sul calcio: all’inizio c’era un po’ di fatica ma ora io vedo che, anche con altri soci sparsi in Casentino, vengo riconosciuta come consigliera del Giano Viola. Non è facile soprattutto nel calcio, è più ancora oggi un fatto maschile, forse per abitudine, però è una bella cosa che le associazioni – non solo finalizzate al calcio – come la nostra abbiano delle quote rosa all’interno: avere delle donne aiuta, anche a tenere le discussioni calme (ride, ndr)».
Cosa consiglieresti ai/alle giovani che vorrebbero unirsi ad un’associazione? «Devono prima imparare il fine o il perché nasce questo desiderio di unirsi ad un’associazione: se a livello di passione per una squadra; se lo scopo è fare del bene… ecco, penso che questo faccia molto bene all’anima, indipendentemente da tutto, e poi le passioni sono quelle che nella vita ti servono per andare avanti».